MONTE VIVAGNI o VIVAGNO

in Val di Sieve.

– Rocca distrutta fra Monte Carelli e la Futa, nella Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a settentrione di Barberino di Mugello, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Apparteneva questa rocca ai conti Alberti del ramo di Monte Carelli, dove la Rep. Fior. nel 1349 per tenere in freno gli Ubaldini e altri nemici suoi, vi deputò a guardia Giovanni di Conte dei Medici, al quale però fu ordinato poco dopo di farne la restituzione ai magnati padroni di quella. Ma non corse molto tempo che Tano da Monte Carelli rompendo la pace coi Fiorentini si collegò con l’arcivescovo Visconti di Milano, le cui genti armate, appena penetrate nel Mugello, vi furono accolte dal ribelle.
Ma se questi non pagò subito la meritata pena, mediante la pace di Sarzana del 1353, non potè scansarla una seconda volta, allorchè nel 1360 il conte Tano tovandosi investito dai soldati fiorentini si rifuggì co’masnadieri ed altri sbanditi del Comune di Firenze, ch’egli raccolse nella rocca di Monte Vivagni alloraquando, scriveva Matteo Villani, egli si mise mattamente sulle difese.
L’oste fiorentina ve gli assediò dal finire di agosto del 1360 sino al dì 8 settembre, nel qual dì vi cominciò a dare battaglia, sicchè il conte co’suoi malfattori fu costretto rendersi alla misericordia del Comune di Firenze; ma per lo bando che aveva di ribelle fu decapitato in Firenze a dì 14 dello stesso mese, e la rocca di Monte Vivagni nel susseguente mese di novembre fu data in custodia a un castellano che inviò costà la Repubblica – Vedere CASAGLIA DEL MUGELLO, e MONTE CARELLI nella Val di Sieve.
Infatti con provvisione del 12 settembre 1360 la Signoria di Firenze ordinò che si pagasse certa somma in ricompensa della bravura e sollecitudine dai suoi soldati adoprata nell’espugnazione della rocca di Monte Vivagni, la cui custodia con altra provvisione del 26 settembre dell’anno stesso venne momentaneamente raccomandata agli uomini di Mangona.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 558.