OPPIANO, o LOPPIANO (PIEVE DI)
nella val d'Arno superiore.
– Pieve antica dedicata ai SS. Vito e Modesto, ora semplice prioria della pieve moderna di S. Alessandro all'Incisa nella Comunità Giurisdizione e circa 3 miglia a maestrale di Figline, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
La contrada di Oppiano, ora detta Loppiano, anticamente di Scergnano, risiede in costa sul borro del Vivajo un quarto di miglia a libeccio del borgo dell'Incisa.
All'Articolo INCISA fu detto, che la pieve de’SS. Vito e Modesto a Oppiano, o Loppiano, nel secolo XIII contava 12 chiese succursali, e che innanzi e dopo ancora quella età portava il nomignolo di S. Vito a Scergnano. – In tal guisa essa è designata in un istrumento del 1 febbrajo 1097 fatto in Castagneto del territorio fiorentino, col quale il prete Sansone figlio del fu Giovanni di origine longobarda, vendé alcune terre situate nei pivieri di S.
Pietro a Cintoja, e di S. Vito a Scergnano. – (CAMICI, De’Marchese di Toscana). – Vedere CASTAGNETO DELL’INCISA.
Nei secoli posteriori la pieve di S. Vito a Oppiano, o a Scergnano, fu data in benefizio dai Pontefici ai loro prelati domestici, come quando Paolo II e Sisto IV con breve del primo settembre 1470, e del 14 marzo 1472 diede l'uno, e l'altro confermò il benefizio di detta pieve a Niccolò di Giannozzo Pandolfini di Firenze dottore di decreti e Vescovo di Varna in Pollonia. – (ARCH. DIPL.
FIOR. Corte del Vescovato di Pistoja).
La parrocchia de’SS. Vito e Modesto all'Oppiano, ora detto all'Incisa, nel 1833 contava 357 abitanti.
La contrada di Oppiano, ora detta Loppiano, anticamente di Scergnano, risiede in costa sul borro del Vivajo un quarto di miglia a libeccio del borgo dell'Incisa.
All'Articolo INCISA fu detto, che la pieve de’SS. Vito e Modesto a Oppiano, o Loppiano, nel secolo XIII contava 12 chiese succursali, e che innanzi e dopo ancora quella età portava il nomignolo di S. Vito a Scergnano. – In tal guisa essa è designata in un istrumento del 1 febbrajo 1097 fatto in Castagneto del territorio fiorentino, col quale il prete Sansone figlio del fu Giovanni di origine longobarda, vendé alcune terre situate nei pivieri di S.
Pietro a Cintoja, e di S. Vito a Scergnano. – (CAMICI, De’Marchese di Toscana). – Vedere CASTAGNETO DELL’INCISA.
Nei secoli posteriori la pieve di S. Vito a Oppiano, o a Scergnano, fu data in benefizio dai Pontefici ai loro prelati domestici, come quando Paolo II e Sisto IV con breve del primo settembre 1470, e del 14 marzo 1472 diede l'uno, e l'altro confermò il benefizio di detta pieve a Niccolò di Giannozzo Pandolfini di Firenze dottore di decreti e Vescovo di Varna in Pollonia. – (ARCH. DIPL.
FIOR. Corte del Vescovato di Pistoja).
La parrocchia de’SS. Vito e Modesto all'Oppiano, ora detto all'Incisa, nel 1833 contava 357 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 664.
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