OSMANNORO, e ORMANNORO, volgarmente appellato LO SMANNORO
nel Val d’Arno sotto Firenze.
– Spaziosa pianura inrigata da più canali e fossi in una contrada che fu assai più d'ora palustre fra i borghi popolosi di Campi, di Peretola, di Sesto e di Brezzi.
Le acque della pianura fra il Poggio a Cajano, Campi e Peretola, non potendo avere il loro scolo nell'Arno mediante il fiume Bisenzio, perchè il suo letto è più alto della circostante campagna, vengono quasi tutte raccolte nel piano dell'Osmannoro dal Fosso omonimo, dal Fosso Reale, Bandito , o Macinante, non che da molte fosse che lentamente in essi le accompagnano. – Vedere FOSSO BANDITO, o MACINANTE.
È quella Dogaja dell’Ormannoro , per mantenere e riparare la quale i Fiorentini deliberarono di farne una rubrica nei loro più antichi Statuti. Infatti dalla Rubric. 65 Lib. Il dello Statuto del 1321 si rileva, che a quella età la palustre pianura dell'Ormannoro, posta fra i pivieri di Campi, di Calenzano, di Sesto, di Brozzi, la comunità di S. Moro e quella di Peretola, era talmente estesa per le acque ivi stanziate, che tutta cotesta campagna restava inondata e sommersa specialmente nei tempi piovosi la fiumana della Marina, e le dogaje, o Fosse di Gavina, di Acqualunga e di Closina . Di che n'erano cagione i loro letti talmente colmati e ripieni da non poter più fluire liberi secondo l'antico costume . Dondechè prosegue la Rubr. 65 Lib. II degli Statuti predetti " per il trattenimento che facevano le acque nei tempi piovosi sopra la prenominata pianura, quelle terre erano divenute quasi sterili, stante che gli alvei o letti di quei fossi e dogaje non erano stati vuotati da più di vent'anni addietro, nel qual tempo (cioè verso il 1300) vigevano altri Statuti del Comune di Firenze, che parlavano di dette acque e Dogaje da drizzare, e da riparare; i quali Statuti allora non erano più in vigore, ne si ritrovava quella Rubrica nella collezione de’vigenti Statuti fiorentini.” Quindi è che nello Statuto del 1321 fu deliberato: che le predette acque, o alvei o letti di dette Dogaje (dell'Ormannoro) si rimettano, si riparino e si addirizzino nei luoghi opportuni con tutto ciò che sarà necessario, a carico e spesa di quelli, a favore de’quali risulterà l’utile, ecc. – (TARGIONI Viaggi ecc. T. V.) Attualmente la campagna dell'Osmannoro è riparata da un’infinità di canali e fossi che attraversano, o che fiancheggiano i pingui campi di quella pianura dove prosperano le granaglie, ma cui male si confa la vite, e punto l’ulivo. Ha la contrada dell'Osmannoro tre miglia di lunghezza e quasi due di larghezza. È attraversata dalla strada R. Pratese, parallela all'argine sinistro della Dogaja o Fosso dell’Ormannoro .
Da questa stessa Dogaja inoltre prese il vocabolo un antico spedale situalo nel centro della sua pianura sull'argine sinistro della stesso fosso o Dogaja. – Sebbene da gran tempo lo spedale dell'Ormannoro sia soppresso, esiste tuttora la sua fabbrica ad uso di casa colonica con annesso oratorio di S. Croce all'Ormannoro . Il quale ospedale nel principio del 1400 era retto da Fr. Niccola di Tuccio da Siena che si diceva, dell'ordine di S. Croce di Ormannoro , mentre egli era rettore dello spedale di S Spirito di Pistoja. – Vedere una pergamena del 5 marzo 1409 esistente nell'Arch. Dipl. Fior. tra quelle appartenute ai monaci Olivetani di Pistoja.
Le acque della pianura fra il Poggio a Cajano, Campi e Peretola, non potendo avere il loro scolo nell'Arno mediante il fiume Bisenzio, perchè il suo letto è più alto della circostante campagna, vengono quasi tutte raccolte nel piano dell'Osmannoro dal Fosso omonimo, dal Fosso Reale, Bandito , o Macinante, non che da molte fosse che lentamente in essi le accompagnano. – Vedere FOSSO BANDITO, o MACINANTE.
È quella Dogaja dell’Ormannoro , per mantenere e riparare la quale i Fiorentini deliberarono di farne una rubrica nei loro più antichi Statuti. Infatti dalla Rubric. 65 Lib. Il dello Statuto del 1321 si rileva, che a quella età la palustre pianura dell'Ormannoro, posta fra i pivieri di Campi, di Calenzano, di Sesto, di Brozzi, la comunità di S. Moro e quella di Peretola, era talmente estesa per le acque ivi stanziate, che tutta cotesta campagna restava inondata e sommersa specialmente nei tempi piovosi la fiumana della Marina, e le dogaje, o Fosse di Gavina, di Acqualunga e di Closina . Di che n'erano cagione i loro letti talmente colmati e ripieni da non poter più fluire liberi secondo l'antico costume . Dondechè prosegue la Rubr. 65 Lib. II degli Statuti predetti " per il trattenimento che facevano le acque nei tempi piovosi sopra la prenominata pianura, quelle terre erano divenute quasi sterili, stante che gli alvei o letti di quei fossi e dogaje non erano stati vuotati da più di vent'anni addietro, nel qual tempo (cioè verso il 1300) vigevano altri Statuti del Comune di Firenze, che parlavano di dette acque e Dogaje da drizzare, e da riparare; i quali Statuti allora non erano più in vigore, ne si ritrovava quella Rubrica nella collezione de’vigenti Statuti fiorentini.” Quindi è che nello Statuto del 1321 fu deliberato: che le predette acque, o alvei o letti di dette Dogaje (dell'Ormannoro) si rimettano, si riparino e si addirizzino nei luoghi opportuni con tutto ciò che sarà necessario, a carico e spesa di quelli, a favore de’quali risulterà l’utile, ecc. – (TARGIONI Viaggi ecc. T. V.) Attualmente la campagna dell'Osmannoro è riparata da un’infinità di canali e fossi che attraversano, o che fiancheggiano i pingui campi di quella pianura dove prosperano le granaglie, ma cui male si confa la vite, e punto l’ulivo. Ha la contrada dell'Osmannoro tre miglia di lunghezza e quasi due di larghezza. È attraversata dalla strada R. Pratese, parallela all'argine sinistro della Dogaja o Fosso dell’Ormannoro .
Da questa stessa Dogaja inoltre prese il vocabolo un antico spedale situalo nel centro della sua pianura sull'argine sinistro della stesso fosso o Dogaja. – Sebbene da gran tempo lo spedale dell'Ormannoro sia soppresso, esiste tuttora la sua fabbrica ad uso di casa colonica con annesso oratorio di S. Croce all'Ormannoro . Il quale ospedale nel principio del 1400 era retto da Fr. Niccola di Tuccio da Siena che si diceva, dell'ordine di S. Croce di Ormannoro , mentre egli era rettore dello spedale di S Spirito di Pistoja. – Vedere una pergamena del 5 marzo 1409 esistente nell'Arch. Dipl. Fior. tra quelle appartenute ai monaci Olivetani di Pistoja.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1839, Volume III, p. 699.
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