PARRANA E PARRANE dei Monti Livornesi
in Val di Tora.
– Due ville in una contrada dove furono due chiese, una ridotta a cappella (S. Giusto a Parrana vecchia), e l’altra tuttora parrocchia (S. Martino a Parrana nuova) una volta soggette alla pieve di S. Lorenzo in Piazza della Diocesi di Pisa, attualmente sotto la Comunità e circa 4 miglia toscane a libeccio di Colle Salvetti, Giurisdizione e Diocesi di Livorno, Compartimento di Pisa.
Risiedono le due villate sul fianco orientale de’Monti Livornesi alla destra della via Emilia o R. maremmana.
Una delle più antiche reminiscenze di Parrana vecchia è quella relativa alla vendita fatta nell'anno 1109, 11 dicembre, del castel di Monte Massimo da un nobile pisano, la qual vendita ci scuopre come que’signori possedevano anche una corte in Parrana, dove appunto fu stipulato il contratto. – Un'altra possessione in Parrana fu acquistata dai sindaci della chiesa pievana di S. Maria a Fine, confermatale nel 1178 dal Pontefice Alessandro III.
I casali dei Loti, di Pandojano e di Torciana sono compresi sotto la denominazione generica delle Parrane, ossia di Parrana vecchia e nuova. A Parrana vecchia esiste la chiesa di S. Giusto tutta di pietra quadrata ufiziata da un cappellano sottoposto al pievano di S.
Martino a Parrana nuova già detto in Torciana. Nella chiesa di S. Giusto a Parrana vecchia li 24 giugno 1293 fu stipulato un contratto relativo alla compra di terreni situati nei confini di Possignano, che Orlandino del fu Tignoso acquistava dall'abate di S. Quirico a Moxi in Val di Fine, alla cui chiesa appartenevano. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Carte di S. Mich. in Borgo di Pisa).
Sotto dì 14 dicembre 1324 mess. Percivalle del fu Uguccione da Petreto del Comune di Parrana nuova del Pian di Porto, stando in Pisa, vendè diversi pezzi di terra posti nel territorio di Parrana nuova in luogo detto Collalto, e li comprò un Betto del fu Ciolo del Testa del popolo di S. Martino in Guadolongo dì Pisa. – (loc. cit.) Mess. Jacopo di Parrana de’Gualandi è rammentato dal Tronci e dal Del Borgo fra gli ambasciatori pisani, che nel 25 aprile 1327 conclusero in Barcellona la pace fra la Rep. pisana, Jacopo re d’Aragona e l’infante don Alfonso suo primogenito.
Circa mezzo miglio distante dalla chiesa di S. Martino a Parrana, in mezzo a de’terreni gessosi in luogo appellato Cerbaja , scaturisce una polla d’acqua salsa ed un’altra sorgente salata e termale sgorga un poco più lungi di là in luogo detto la Fonte del Botro caldo.
Parrana riunita con le ville di Porciano, Ceppeto e Petreto dipendevano pel politico ma non per l’ecclesiastico dalla giurisdizione del Pian di Porto, ossia di Livorno, fino a che nel 1805, all’epoca della erezione del vescovato di quest’ultima città fu compresa nella nuova diocesi livornese anche la chiesa di S. Martino a Parrana eretta in pieve. – Vedere CEPPETO in Val di Tora.
La parrocchia di S. Martino a Parrana nel 1833 contava 601 abitanti.
Risiedono le due villate sul fianco orientale de’Monti Livornesi alla destra della via Emilia o R. maremmana.
Una delle più antiche reminiscenze di Parrana vecchia è quella relativa alla vendita fatta nell'anno 1109, 11 dicembre, del castel di Monte Massimo da un nobile pisano, la qual vendita ci scuopre come que’signori possedevano anche una corte in Parrana, dove appunto fu stipulato il contratto. – Un'altra possessione in Parrana fu acquistata dai sindaci della chiesa pievana di S. Maria a Fine, confermatale nel 1178 dal Pontefice Alessandro III.
I casali dei Loti, di Pandojano e di Torciana sono compresi sotto la denominazione generica delle Parrane, ossia di Parrana vecchia e nuova. A Parrana vecchia esiste la chiesa di S. Giusto tutta di pietra quadrata ufiziata da un cappellano sottoposto al pievano di S.
Martino a Parrana nuova già detto in Torciana. Nella chiesa di S. Giusto a Parrana vecchia li 24 giugno 1293 fu stipulato un contratto relativo alla compra di terreni situati nei confini di Possignano, che Orlandino del fu Tignoso acquistava dall'abate di S. Quirico a Moxi in Val di Fine, alla cui chiesa appartenevano. – (ARCH. DIPL. FIOR.
Carte di S. Mich. in Borgo di Pisa).
Sotto dì 14 dicembre 1324 mess. Percivalle del fu Uguccione da Petreto del Comune di Parrana nuova del Pian di Porto, stando in Pisa, vendè diversi pezzi di terra posti nel territorio di Parrana nuova in luogo detto Collalto, e li comprò un Betto del fu Ciolo del Testa del popolo di S. Martino in Guadolongo dì Pisa. – (loc. cit.) Mess. Jacopo di Parrana de’Gualandi è rammentato dal Tronci e dal Del Borgo fra gli ambasciatori pisani, che nel 25 aprile 1327 conclusero in Barcellona la pace fra la Rep. pisana, Jacopo re d’Aragona e l’infante don Alfonso suo primogenito.
Circa mezzo miglio distante dalla chiesa di S. Martino a Parrana, in mezzo a de’terreni gessosi in luogo appellato Cerbaja , scaturisce una polla d’acqua salsa ed un’altra sorgente salata e termale sgorga un poco più lungi di là in luogo detto la Fonte del Botro caldo.
Parrana riunita con le ville di Porciano, Ceppeto e Petreto dipendevano pel politico ma non per l’ecclesiastico dalla giurisdizione del Pian di Porto, ossia di Livorno, fino a che nel 1805, all’epoca della erezione del vescovato di quest’ultima città fu compresa nella nuova diocesi livornese anche la chiesa di S. Martino a Parrana eretta in pieve. – Vedere CEPPETO in Val di Tora.
La parrocchia di S. Martino a Parrana nel 1833 contava 601 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 61.
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