PARTICETO (S. MARINA A)
nella Valle del Bidente in Romagna.
– Casale con chiesa parrocchiale (S. Marina) e guardia doganale di frontiera nella Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a settentrione di Galeata, Diocesi di Bertinoro, Compartimento di Firenze.
Risiede sulla ripa destra del fiume Rabbi, alla base australe del Monte Colonbo, sull’estremo confine della Romagna granducale, là dove si guada il fiume predetto.
Cotesta situazione fece dare alla chiesa di S. Marina il nomignolo di Vado sino i da quando essa fu fondata.
L'epoca pertanto della sua costruzione si conserva in un’istrumento pervenuto al capitolo di S. Lorenzo di Firenze insieme co’giuspadronati delle chiese che appartennero alla badia di S. Benedetto in Alpe.
L’istrumento è del 20 maggio 1123 rogato sul luogo stesso della chiesa di S Marina, denominato in Vado; col quale atto un tal Rolando del fu Gerardo col consenso della sua moglie Indiola investe e dona al prete Giovanni per sé e per i suoi successori in perpetuo la chiesa di S.
Marina in Vado insieme con un fondo di terra e un servo addetto al fondo stesso.
In seguito la chiesa di S. Marina fu ceduta alla badia di S.
Ellero a Galeata, il cui abate Suarizio nel dì 8 marzo 1194, per rogito di Uberto notaro del territorio di Galeata, in nome di Ariberga figlia di Liuzzo, di Bellafiora e de’loro eredi e successori diede l’investitura della chiesa predeltta ad Ugo abate del Monastero di S. Benedetto in Alpe per il suo monastero, compresi i beni e le decime del Campo di Vado, situato sulla strada. – (LAMI Monum.
Eccl. Flor.) Nel tempo però che la chiesa di S. Marina era di giuspadronato della badia di S. Benedetto in Alpe, il Casale di Particeto dipendeva dai signori di Calboli cui apparteneva quel conte Francesco Paolucci, il quale per istrumenlo del dì 4 aprile 1381 pose Particeto con altri paesi di sua giurisdizione sotto l'accomandigia della Rep.
Fior. Dopo la morte del conte Francesco da Calboli quella sua contea in forza del testamento di esso conte essendo stata riunita allo Stato fiorentino, la Signoria rilasciò il paese di Particeto alla casa Ordelaffi di Forlì. Ciò rilevasi da una lettera del 4 marzo 1450 (stil. fior.) diretta da Carlo Marsuppini segretario della Signoria di Firenze a donna Caterina vedova Ordelaffi.
Imperocché poco innanzi mess. Luca di Maso degli Albizzi avendo alienato un suo podere posto nel popolo di Particeto in luogo dello Colombaja agli uomini di Dovadola, questi vennero spogliati di quel fondo dagli Ordelaffi di Forlì; dondechè i terrazzani di Dovadola reclamarono presso la Signoria di Firenze, la quale per lettera del suo segretario Marsuppini fece intendere che il Comune di Firenze aveva donato a donna Caterina Ordelaffi ciò che in Particeto era del Comune e non i terreni e gli altri effetti che erano di proprietà degli abitanti. – (Registro di Lett. della Signoria nell’Arch.
delle Riformag. di Firenze.) La parrocchia di S. Marina a Particeto nel 1833 noverava 311 abitanti.
Risiede sulla ripa destra del fiume Rabbi, alla base australe del Monte Colonbo, sull’estremo confine della Romagna granducale, là dove si guada il fiume predetto.
Cotesta situazione fece dare alla chiesa di S. Marina il nomignolo di Vado sino i da quando essa fu fondata.
L'epoca pertanto della sua costruzione si conserva in un’istrumento pervenuto al capitolo di S. Lorenzo di Firenze insieme co’giuspadronati delle chiese che appartennero alla badia di S. Benedetto in Alpe.
L’istrumento è del 20 maggio 1123 rogato sul luogo stesso della chiesa di S Marina, denominato in Vado; col quale atto un tal Rolando del fu Gerardo col consenso della sua moglie Indiola investe e dona al prete Giovanni per sé e per i suoi successori in perpetuo la chiesa di S.
Marina in Vado insieme con un fondo di terra e un servo addetto al fondo stesso.
In seguito la chiesa di S. Marina fu ceduta alla badia di S.
Ellero a Galeata, il cui abate Suarizio nel dì 8 marzo 1194, per rogito di Uberto notaro del territorio di Galeata, in nome di Ariberga figlia di Liuzzo, di Bellafiora e de’loro eredi e successori diede l’investitura della chiesa predeltta ad Ugo abate del Monastero di S. Benedetto in Alpe per il suo monastero, compresi i beni e le decime del Campo di Vado, situato sulla strada. – (LAMI Monum.
Eccl. Flor.) Nel tempo però che la chiesa di S. Marina era di giuspadronato della badia di S. Benedetto in Alpe, il Casale di Particeto dipendeva dai signori di Calboli cui apparteneva quel conte Francesco Paolucci, il quale per istrumenlo del dì 4 aprile 1381 pose Particeto con altri paesi di sua giurisdizione sotto l'accomandigia della Rep.
Fior. Dopo la morte del conte Francesco da Calboli quella sua contea in forza del testamento di esso conte essendo stata riunita allo Stato fiorentino, la Signoria rilasciò il paese di Particeto alla casa Ordelaffi di Forlì. Ciò rilevasi da una lettera del 4 marzo 1450 (stil. fior.) diretta da Carlo Marsuppini segretario della Signoria di Firenze a donna Caterina vedova Ordelaffi.
Imperocché poco innanzi mess. Luca di Maso degli Albizzi avendo alienato un suo podere posto nel popolo di Particeto in luogo dello Colombaja agli uomini di Dovadola, questi vennero spogliati di quel fondo dagli Ordelaffi di Forlì; dondechè i terrazzani di Dovadola reclamarono presso la Signoria di Firenze, la quale per lettera del suo segretario Marsuppini fece intendere che il Comune di Firenze aveva donato a donna Caterina Ordelaffi ciò che in Particeto era del Comune e non i terreni e gli altri effetti che erano di proprietà degli abitanti. – (Registro di Lett. della Signoria nell’Arch.
delle Riformag. di Firenze.) La parrocchia di S. Marina a Particeto nel 1833 noverava 311 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 62.
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