PETROJO DI SUGROMIGNO e PETROJO di MONTUOLO o del FLESSO
(Petruvium) nella Valle del Serchio.
– Due Casali omonimi nella stessa Valle il Petrojo del Flesso, villa perduta rammentata all'Articolo MONTUOLO in una carta del 9 apr. 970; l'altro che da il vocabolo ad una villa signorile della casa Buoncompagni di Lucca, la quale ha l'aspetto di castello circondato di mura rettangolari e di fossi; del qual Petrojo portava il titolo la vicina chiesuola di S. Quirico da lunga età ammensata alla cura di S. Frediano a Valgiano, nel piviere di Sugromigno, Comunità Giurisdizione e quasi 5 miglia toscane a settentrione di Capannori, Diocesi e Ducato di Lucca.
Risiede il Petrojo di Sugromigno sullo sbocco di una nuova strada rotabile, alla base meridionale del monte delle Pizzorne, in mezzo ad una vaga e ridente contrada adorna di deliziosi resedj signorili, e cosparsa di bene ordinate coltivazioni, di fontane, di boschetti e di giardini.
Rammentano questo Petrojo di Sugromigno varie carte lucchesi anteriori al mille fra le quali sono da vedersi quelle del dicembre 905, del novembre 916 e del 26 marzo 924 pubblicate recentemente nel T. V. P. III. delle spesse volte citate Memorie lucchesi. Al contrario una di esse del 29 agosto 937 sembra riferibile al Petrojo del Flesso , stantechè ci dà la notizia, che presso quel Petrojo fino d'allora passava il fiume Ozzeri. Resta però a sapere se era in quest'ultimo Petrojo quella chiesa di S. Giorgio a Petrolo che fu donata alla badia di Sesto, della quale e fatta parola in un diploma dell'Imperatore Arrigo I concesso nel 1020 a quella badia; comecché una chiesa di S. Giorgio a Petriolo sia esistita nella Val d’Orcia. – (Vedere PETRIOLO nella Val d’Orcia). Nella carta pertanto del 29 ag. 937 trattasi di un'allivellazione di beni della mensa vescovile di Lucca, fra i quali beni si nomina un pezzo di terra vignata, posta in Petrorio: et petia de terra quod est vinea in loco et finibus Petrurio, tenentes uno capo in fluvio ausare. – Vedere MONTUOLO.
Risiede il Petrojo di Sugromigno sullo sbocco di una nuova strada rotabile, alla base meridionale del monte delle Pizzorne, in mezzo ad una vaga e ridente contrada adorna di deliziosi resedj signorili, e cosparsa di bene ordinate coltivazioni, di fontane, di boschetti e di giardini.
Rammentano questo Petrojo di Sugromigno varie carte lucchesi anteriori al mille fra le quali sono da vedersi quelle del dicembre 905, del novembre 916 e del 26 marzo 924 pubblicate recentemente nel T. V. P. III. delle spesse volte citate Memorie lucchesi. Al contrario una di esse del 29 agosto 937 sembra riferibile al Petrojo del Flesso , stantechè ci dà la notizia, che presso quel Petrojo fino d'allora passava il fiume Ozzeri. Resta però a sapere se era in quest'ultimo Petrojo quella chiesa di S. Giorgio a Petrolo che fu donata alla badia di Sesto, della quale e fatta parola in un diploma dell'Imperatore Arrigo I concesso nel 1020 a quella badia; comecché una chiesa di S. Giorgio a Petriolo sia esistita nella Val d’Orcia. – (Vedere PETRIOLO nella Val d’Orcia). Nella carta pertanto del 29 ag. 937 trattasi di un'allivellazione di beni della mensa vescovile di Lucca, fra i quali beni si nomina un pezzo di terra vignata, posta in Petrorio: et petia de terra quod est vinea in loco et finibus Petrurio, tenentes uno capo in fluvio ausare. – Vedere MONTUOLO.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 158.
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