PIETRA (CASTEL DELLA)

nella Maremma grossetana.

– Rocca rovinata resa celebre dall'Alighieri per la tragica fine della Pia moglie di Nello Pannocchieschi signore di cotesta prigione. Da essa ebbe il nomignolo una chiesa plebana, il cui popolo fa riunito a quello di Perolla, finchè anche la sua parrocchia venne incorpora a quella della cattedrale di Massa, nelle a Comunità Giurisdizione e Diocesi medesima, Compartimento di Grosseto.
Chi volesse mai visitare l'orrida torraccia dove è fama che venisse sacrificata quella Pia di cui Dante ebbe tanta pietà, quando figurò di sentire dalla sua ombra: Siena mi fè, disfecemi Maremma, la troverà fra spinosi marrucheti in mezzo ad una selva selvaggia deserta, non i molto lungi dalla confluenza del torrente Noni nel fiume Bruna; circa miglia toscane 3 a levante dei Forni dell'Accesa , intorno a miglia toscane 2 e 1/2 a grecale dal giogo dei monti di Gavorrano, donde passa la strada regia Maremmana; 4 miglia toscane a scirocco di Monte Pozzali; 9 miglia toscane nella stessa direzione da Massa marittima, 7 miglia toscane a libeccio di Tirli, altrettante a settentrione maestrale di Giuncarico e circa 8 miglia toscane a ponente di Monte Massi.
All'Articolo MONTE MASSI fu detto, che un Nello del fu Inghira mo de'signori del castel della Pietra per istrumento del dì 11 maggio 1306 rogato in Monte Massi assegnò lire 300 di dote a donna Verducca del fu Meo promessa sposa di Talino del fu Benvenuto del Castello della Pietra.
Altra membrana del 19 gennajo 1319 scritta nel cassero di Monte Massi riguarda una dichiarazione di lire 400 prese a mutuo da donna Fresca moglie di Bandino da Sticciano per conto di Nello del fu Inghiramo del Castello della Pietra suo padre. – (ARCH. DIPL. FIOR., Carte del Comune di S. Pietro a Monticiano).
Parimente all'Articolo MASSA MARITTIMA discorrendo delle vicende politiche del Castello della Pietra, dissi in qual modo i suoi abitanti già vassalli de’Pannocchieschi, poscia dei Malavolti di Siena, per istrumento del 7 giugno 1328 furono incorporati nel contado di Massa e contemplati alla pari dei cittadini Massetani; oltre di chè con nuovo atto del 2 novembre 1328 anco Mino di Cione Malavolti alienò, o piuttosto confermò al Comune di Massa le porzioni dei castelli di Gavorrano, di Gerfalco e della Pietra coi loro distretti e giurisdizioni feudali state poco innanzi ai Malavolti vendute da Nello e Neri figliuoli che furono di Mangiante Pannocchieschi; comecchè anche questo castello della Pietra sotto di 13 ottobre 1390 fosse stato tra quelli che Orlando di Donusdeo dei Malavolti pose sotto l'accomandigia perpetua della Repubblica Fiorentina. – (ARCH. DELLE RIFORMAGIONI DI FIR.). – Vedere GAVORRANO e GERFALCO.
Rispetto ai confini territoriali del distretto di Pietra sono designati in quel contratto. Hanno a ponente il territorio dell’Accesa , a maestrale quello di Monte Pozzali, a grecale il Castello di Perolla, e a libeccio il Castello di Giuncarico. – Finalmente nel di 8 novembre 1328 i due fratelli Nello e Neri di Mangiante Pannocchieschi venderono al Comune di Massa l’altra metà della corte e giurisdizione del Castello della Pietra.
Da tutto ciò ne consegue che due personaggi della casa Pannocchieschi col nome di Nello vivevano contemporaneamente in Maremma, cioè Nello figlio d'Inghiramo e Nello figlio di Mangiante, e fratello di Neri soprannominato Scarpa. Si tiene per fermo da molti che Nello ossia Paganello d’Inghiramo fosse il secondo marito della Pia Guastelloni, dopo esser ella restata vedova di un Tolomei di Siena, e che sia quel Nello lo stesso personaggio che in Gavorrano, e non già in GIUNCARICO, come dissi all'Articolo GIUNCARICO, nel dì 9 febbrajo 1321 dettò il suo testamento al notaro ser Tancredi Turchi di Lucca.
Nel qual testamento fra le altre disposizioni Nello d’Inghiramo assegnò alcuni legati al fratello Mangiante, alle figlie Bianca e Fresca, e lasciò erede universale il venire pregnante della sua moglie Bartola, dalla quale se fosse nata una femmina allora chiamava eredi le tre figliuole.
Uno di cotesti due Nelli Pannocchieschi del castel della Pietra nel 1284 fu eletto in capitano generale della taglia guelfa con venuta fra i Comuni di Firenze, Lucca e Genova contro i Pisani.
Il castel della Pietra era ancora in buon grado alla metà del secolo XV, essendo che il re Alfonso di Arragona dopo la conquista fatta dalle sue genti di Castiglion della Pescaja, pregato dall'ambasciatore del Comune di Siena a voler terminare la lite vertente tra il Comune predetto e gli uomini di Gavorrano, per motivo del castello della Pietra stato preso da questi ultimi, indirizzò lettere da Pozzuolo presso Napoli sotto dì 10 aprile 1451, con le quali ordinava a don Sancio Cirillo suo governatore a Castiglione e a Gavorrano di esaminare quell'affare per risolvere la questione. – (ARCH. DIPL. SAN. Libro della Lupa a carte 137) Della pieve e degli uomini del castel della Pietra nel vescovado di Massa è fatta anche menzione nel Registro vaticano di Cencio camerario, dove quella chiesa plebana trovasi tassata a 5 soldi, e ciascun individuo del luogo medesimo a pagare un denaro per anno a S. Pietro.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 205.