PIEVE ASCOLA o A SCOLA

(ad Scholam), in Val d’Elsa.

– Pieve antica sotto, l’invocazione di S. Giovanni Battista nella Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia a scirocco di Casole, Diocesi di Colle, già di Volterra, Compartimento di Siena. Risiede sulla ripa destra dell’Elsa Morta alla base occidentale della Montagnola di Siena, poco lungi dall’incolta pendice di un monte che forse dalla sterilità del terreno porta il vocabolo delle Gabbra.
Chi cercasse l’etimologia del nome a Scola potrebbe indursi a credere che nascesse dall’esservi stata di buon ora costà una qualche scuola di lettere, oppure di canto fermo, uso che fino dai tempi longobardici trovasi introdotto in alcune vetuste pievi di campagna. Infatti la storia ecclesiastica conserva di ciò qualche raro esempio anteriormente al dominio in Italia di Carlo Magno. – Comunque sia la Pieve a Scola può dirsi una delle più antiche parrocchie sottomatrici della cattedrale di Volterra, quantunque la sua fabbrica attuale non risalga più indietro del terzo secolo dopo il mille.
Non mi affido ad una semplice tradizione invalsa nel volgo, che questa chiesa battesimale sia opera della contessa Ava di Montemaggio, la quale donna, vissuta nel principio del secolo XI, fu per i Sanesi ciò che divenne un secolo dopo per tutta la Toscana la contessa Matilda, entrambe fondatrici generose di monasteri, di chiese e di altri luoghi pii. – Il tempio attuale della Pieve a Scuola è a tre navate tutto di pietra arenaria squadrata con 4 arcate e cinque pilastri per parte. La sua facciata è ornata da colonnine corintie scalanti di altezza, non già di fusto unite da archetti alla maniera di tante altre chiese della Toscana edificate nei secoli XIII e XIV.
Una delle memorie più vetuste di questa Pieve a Scola ce la somministra un documento dell’anno 1030 dell’Archivio Vescovile di Volterra pubblicato dal Giachi, col quale il vescovo Guido fra le altre sostanze donate alla badia di S. Giusto presso Volterra, vi comprese tutto ciò ch’egli aveva acquistato nel distretto della Pieve di Scola e nella villa di Lestinne.
Sembra opera del pittore sanese Mecherino, ossia del Beccafumi, il quadro di un altare di cotesta chiesa.
La Pieve a Scola all’epoca del sinodo volterrano del 1356 aveva le seguenti succursali; 1) S. Michele di Calicciano, (perduta); 2) S. Giovanni di Pietra Lata (esistente); 3) S. Pietro a Gallena (esistente); 4) S. Magno a Simignano (esistente); 5) S. Maurizio di Vergene (riunita a Pietra Lata); 6) Chiesa di Fiaperto, (perduta); 7) Chiesa di S. Donato (ignota); 8) Chiesa di S. Giorgio, idem; 9) Chiesa di S. Pietro a Cotorniano (riunita a S.
Paolo della Selva). – Vedere COTORNIANO.
La parrocchia della Pieve a Scola nel 1833 contava una popolazione di 201 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 238.