PIEVE DI SAN VALENTINO DI TREDOZIO

in Romagna nella vallecola del Tramazzo.

– Pieve antica col titolo di arcipretura nella Comunità e circa miglia toscane 2 e 1/2 a grecale di Tredozio, matrice di tutti i popoli di cotesta Comunità, nella Giurisdizione di Modigliana, Diocesi di Faenza, Comp artimento di Firenze.
Risiede sopra uno sprone dell’Appennino situato fra il torrente Tramazzo, che scorre al suo ponente e quello d’Ibola che bagna le sue falde orientali. – Stando alle memorie tradizionali e ad una iscrizione posta nella chiesa attuale, la pieve di San Valentino rimonterebbe all’anno 562 dell’E V. Però essa e una delle più vetuste battesimali della Romagna granducale, essendochè trovasi rammentata in un istrumento dell’anno 896 (8 settembre) rogato in Ravenna, col quale la contessa Ingelrada di Modigliana lasciata vedova dal duca Martino donò al suo figlio Pietro, oltre la corte che aveva in Modigliana tuttociò ch’ella possedeva nel piviere di San Valentino, a Tredozio ec.
Il secondo documento che per antichità gli succede sembra quello scritto in Modigliana sotto dì 6 maggio del 1063, nel quale si tratta di una donazione fatta col consenso dell’arciprete di San Valentino da Pietro vescovo di Faenza al cardinale Pier Damiano vescovo d’Ostia e fondatore dell’eremo di S. Barnaba a Gamugno Camaldolensi; la qual donazione consisteva nella metà dei beni e delle decime spettanti alla pieve di San Valentino, meno alcune eccezioni, con l’obbligo al Card. Pier Damiano ed ai suoi Camaldolensi di mandare a Faenza nel giorno di S. Pietro l’annuo tributo di tre soldi minuti di denari veneti. – Vedere MODIGLIANA, e TREDOZIO.
La giurisdizione spirituale della Pieve di San Valentino anticamente si estendeva verso ostro fino a S. Benedetto in Alpi; dal lato di libeccio fino all’Eremo di Gimagno; a settentrione fino presso a Modigliana, e a levante fino alla Rocca S. Casciano. La stessa chiesa plebana fu ricostruita dopo il mille a tre navate con alta torre annessa, dove furono poste tre campane, una delle quali si vuole che sia quella pubblica del castello di Castro Caro. Dai ruderi restati nelle vicinanze di cotesta pieve si rileva, che molte case furono ivi intorno. Alla distanza di un miglio circa a levante della medesima fuvvi un monastero di recluse Domenicane in luogo appellato Affrico, le quali monache vennero poi trasferite nelle vicinanze di Tredozio.
Questa pieve abbracciava 21 parrocchie attualmente ridotti a 14, fra le quali quella di S. Michele a Tredozio, per quanto sia stata eretta in battesimale. Tali sono, 1. S.
Valentino, pieve arcipretura, cui è annesso il popolo di S.
Carlo alle Casette; 2. S. Michele in Tredozio pieve con l’annesso di S. Valeriano; 3. S. Benedetto in Alpe; 4. S.
Maria in Carpine; 5. S. Eustachio in Cannetole; 6. S.
Giuliano in Querciolano; 7. S. Maria in Castello con l’annesso di S. Michele in Vediano; 8. S. Biagio in Sarturano, cui è unito S. Martino in Scanello; 9. S.
Giorgio in Rosata; 10. S. Lorenzo in Scarzana; 11. S.
Maria in Ottignana con S. Maria in Tramonte; 12. S.
Cesario in Cesata; 13. S. Martino in Collina; 14. S.
Andrea in Pereta. – Le chiese di S. Pietro in Rossignolo e di S. Maria a Rivagotti sono demolite, ed il popolo di quest’ultima è unito a S. Pietro a Castagnara del piviere di S. Stefano a Modigliana.
Devonsi al prete Signari attuale arciprete di San Valentino importanti restauri di cotesta chiesa, fra i quali il soffitto, l’impiantito ed un camposanto.
La parrocchia della Pieve di San Valentino nel 1833 contava 320 abitanti, 98 dei quali entravano nel territorio comunitativo di Modigliana.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 258.