PISTOJA (PORTA AL BORGO DI) o CORTINA DELLA PORTA AL BORGO

– Una delle Porte della città di Pistoja che ha dato il suo nome non solamente ad un Quartiere di dentro, ma ancora a una delle quattro Comunità suburbane, le quali anticamente ed anche modernamente si appellano Cortine di Pistoja. Tali sono le Comunità della Porta al Borgo, della Porta Carratica, della Porta Lucchese e della Porta S. Marco; per modo che i popoli di coteste 4 Cortine sono retti nel civile, nel politico e nell’economico dai magistrati medesimi della città. Infatti niuna delle Comunità suburbane ha un residenza comunitativa sua propria, e la Cancelleria loro esiste in città nel palazzo che fu dell’Opera di S. Jacopo.
La Comunità della Porta al Borgo è la più estesa di tutte, poiché dalle mura della città presso la porta omonima arriva sullo schienale dell’Appennino a confine con lo Stato Pontificio di Bologna.
Il suo territorio occupa una superficie di 36765 quadrati dei quali 1267 spettano a vari corsi d’acqua e a pubbliche strade. – Nel 1833 vi abitavano familiarmente 12791 persone, a ragione di circa 284 individui per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
Questa confina con 7 Comunità del Granducato, e per un tratto di giogana dell’Appennino pistojese col territorio della Legazione bolognese dello Stato Pontificio.
Brevissimo è il confine della Comunità di Porta al Borgo con quello di Pistoja, giacché fronteggia solo con questa mediante le mura urbane là dov’entra in città la Gora di Gora fino alla voltata del fiumicello Brana, la prima a sinistra, il secondo a destra della Porta omonima. Il corso dello stesso fiumicello serve per qualche miglio di confine dalla parte di levante fra la Comunità in discorso e l’altra della Porta S. Marco, rimontandolo insieme sino alla forra, o fosso detto del Confine, quindi per la via di Germinaja sale il monte incontro alle sorgenti della Brana di Cardosa. Costà il territorio comunitativo della Porta al Borgo voltando faccia da levante scirocco a grecale settentrionale trapassa il monte Lattajo per poi arrivare sul rovescio dell’Appennino nella strada dello Spedaletto dell’Alpi sulla fiumana Limentra, il di cui corso rimonta dirigendosi nuovamente da settentrione a levante scirocco perfino a che entra in un suo confluente a destra appellato di Monte Cigoli, col quale arriva sul monte di questo nome.
Costassù cessano i confini della Comunità della Porta S.
Marco con quelli della Porta al Borgo e sottentrano dal lato di grecale quelli della Comunità della Sambuca. – Con cotesta ultima il territorio della Porta al Borgo percorre lo schienale del poggio di Scalocchio, e di là per la forra o rio dell’Acquasanta entra nella fiumana Limentra che tosto attraversa per correre contr’acqua nel fosso di Calinfranco, quindi varcato il poggio Pidocchino scende nella forra di Troghi e di la nel fosso del Faldo confluente a destra del fiume Reno. Giunti i due territorj al ponte de’ Pillotti, passano il Reno per entrare nell’Orsigna suo confluente a sinistra, al cui sbocco cessa la Comunità della Sambuca e il territorio del Granducato.
Qua sottentra a confine con la Comunità in discorso il territorio pontificio della Legazione di Bologna, prima mediante il torrente Orsigna, poi per la forra di Gnocco, rimontando insieme e percorrendo dirimpetto a settentrione il crinale della catena centrale dell’Appennino, dove passano per le prata di Piazza Guelfasino sino a che trovano il fosso del Laghetto, uno de’ più alti tributarii dell’Orsigna prenominato. A cotesto fosso cessa il territorio dello stato Pontificio; quindi piegando da settentrione a ponente libeccio quello della Comunità di Porta al Borgo trovasi di fronte alla comunità di S. Marcello, colla quale riscende la montagna lungo il fosso precitato per risalire tosto lo sprone ch’è di faccia al Monte Grosso, finché i due territorii comunitativi, giunti alle sorgenti del fosso di Castello, vanno incontro al rio Sirobbio per ritornare con esso nel fiume Reno, le cui acque entrambi rimontano per breve tratto fino a che attraversano il fiume all’osteria del Ponte Petri per dirigersi dirimpetto a maestro sul poggio della Croce del Bardellone. Di là piegando la fronte a libeccio e poi a ponente le due Comunità passano per Monte Ghelardi, per la così detta Capanna di Ferro, e per il poggio del bagno fino all’antica mansione de’ Templari di Prunetta, punto il più elevato e più remoto donde per varj ruscelletti scendono le prime fonti del Reno bolognese.
Presso a Prunetta cessa il territorio di S. Marcello e sottentra a confine per corto tragitto la Comunità di Piteglio, colla quale l’altra della Porta al Borgo dirimpetto a ostro libeccio percorre le alture del Piastrajo passando sopra le più alte scaturigini del Vincio di Brandeglio.
Arrivati però sulla via rotabile di Poggiobello, cessa la Comunità di Piteglio e viene a confine quella di Marliana, colla quale la nostra fronteggia dalla parte di ponente e poi di libeccio scendendo nel valloncello del Vincio di Montagnana per il poggio del Cavalluccio, mediante la strada di Calamecca ed altre vie pedonali, finché arrivano di conserva al bivio di quella del Capano con l’altra della Castellina. Costà sottentra a confine il territorio comunitativo della Porta Lucchese, col quale piegando da libeccio a ostro l’altro della Porta al borgo scende per le vie di villa vecchia e di Gugliano sul torrente Torbecchia e con esso poco dopo entra nel fiume Ombrone che insieme rimontano per corto cammino sino dirimpetto alla chiesa di S. Biagio a Cascheri.
Di là il territorio di Porta al Borgo piegando da settentrione a levante trova presso le mura della città l’acquedotto della Gora di Gora di sopra rammentata.
Dissi che il territorio della Comunità di Porta al Borgo si estende fino sul giogo dell’appennino; ed infatti le montuosità di Piastrajo dove si trovano le più alte scaturigini del Reno bolognese, e l’Appennino di S.
Mommè, dove prende origine l’Ombrone pistojese, sono due montuosità comprese nel suo distretto.
Può dirsi adunque che due fiumi versanti in due opposte direzioni abbiano origine nel territorio di cotesta Comunità, oltre il Vincio di Brandeglio e la Brana tributarii dell’Ombrone, mentre la Limentra e l’Orsigna lo sono del Reno.
Fra le strade regie che attraversano attualmente il territorio della Porta al Borgo avvi la sola modanese; molte però sono le vie rotabili vic inali state aperte tanto a destra come a sinistra della strada regia predetta.
Ma un benefizio immenso la città di Pistoja e gli abitanti della Comunità di Porta al Borgo ritraggono dall’incalanamento delle acque che prendono dal fiume Ombrone e dalla Brana; imperocché staccansi dal primo la Gora detta della Regia Filiera, la Goricina dei Mugnai e di Capo Strada, e la Gora di Gora. Prende le acque dal fiumicello Brana la Gora di Scornio che poi si unisce alla Goricina di Capo Strada.
Coteste Gore mettono in moto ferriere, cartiere, mulini, frantoi, ecc., e nei tempi opportuni forniscono acqua in quella pianura dolcemente inclinata all’irrigazione dei terreni nei giorni ed ore in cui per legge del 1525 cade la distribuzione delle acque medesime, eccettuati alcuni fondi privilegiati che godono continuamente dell’acque mediante i diversivi, o fori determinati, siccome può vedersi nelle due mappe geometriche recentemente fatte per conto delle Comunità di Pistoja e delle sue Cortine.
Alcune di coteste Gore s’introducono in città per varie direzioni non solo a benefizio delle arti e dell’irrigazione, ma anco di varj stabilimenti pubblici, frantoj, mulini, ecc.
finché prima di escire fuori delle mura orientali si riuniscono in Pistoja in una sola Gora, la quale innanzi di andare a vuotarsi nel fiumicello Brana mette in moto un mulino. La Gora di Brana e quella d’Ombroncello, che ora dicesi Gora di Gora passava dentro Pistoja in epoche assai remote, poiché il mulino del Monastero di S.
Bartolommeo esisteva sopra la Gora fino dal principio del secolo VIII, essendo esso ricordato in una carta del settembre 716 citata all’Articolo PISTOJA. Inoltre si fa menzione della Gora proveniente dall’Ombrone in una carta del marzo 1114 al pari che in altre due degli anni 1294 e 1295, nelle quali è descritto il giro che sino d’allora faceva dentro la città la Gora d’Ombroncello, siccome nelli statuti pistojesi del 1182 sono rammentate le fosse nuove e vecchie della Brana scavate intorno alle mura del secondo cerchio. – (loc cit.) Rispetto alla qualità del terreno che cuopre l’estesa superficie della Comunità di Porta al Borgo esso riducesi a due classi: quello dei poggi della base fino alla sommità della montagna consiste in rocce stratiformi secondarie, composte per la maggior parte di grès antico (macigno), alternate con lo schisto marnoso, che in molti luoghi prende l’aspetto galestrino. – Più raro è il calcare compatto bianco grigio (alberese) o plumbeo ceruleo (coltellino o colombino); la qual roccia si affaccia specialmente negli sproni che si avanzano tanto fra la val di Bure e la val di Bruna, fra quest’ultima e l’Ombrone nei popoli di Germinaja e dì Burgianico, due miglia circa a settentrione di Pistoja.
Al di sotto di cotali sproni presentasi una piaggia di argilla fluitata che fornisce materia alle fornaci fuori della Porta S. Marco; mentre il restante della pianura consiste nella massima parte in terreno avventizio misto di ciottoli, nel quale prosperano tutti gli alberi da frutto, dal ciliegio all’ulivo, i cereali, le leguminacee, gli ortaggi ecc. ecc.
A rendere anche più produttivo cotesto suolo non solo concorre la comodità delle Gore per innaffiarlo nei tempi estivi, ma ancora la diligenza con cui è lavorato e alimentato dai concimi che forniscono a quei contadini le loro stalle copiose di bestiame.
All’Articolo PISTOJA (COMUNITA’ di) parlando delle industrie manifatturiere ne rammentai molte di due Cortine suburbane. – Spettano pertanto alla Comunità di Porta al Borgo sei ferriere, 4 distendini, due fabbriche d’istrumenti rurali, una di ferro malleabile, sei cartiere, una polveriera, e due filande, alle quali manifatture ha dato vita la copia delle acque correnti condotte per via di Gore dal fiume e dai torrenti che scendono dalla montagna.
Oltre i benefizi qui sopra annunziata le Gore ne prestano uno ancora alle delizie campestri. Tali sono quelle che offre al forestiere il parco più elegante e più variato del Villone di Scornio, l’ingresso del quale trovasi sulla strada regia modanese un miglio fuori della Porta al Borgo. È una proprietà del Cavaliere Niccolò Puccini, uomo fornito dalla natura di molto spirito e gusto, il di cui maggiore pensiero sembra quello di abbellire di ogni maniera cotesto delizioso parco, e di arricchire il palazzo di oggetti i più squisiti di belle arti e d’industria manifatturiera patria, in maniera di far onore alla munificenza ed al genio del suo signore.
Innanzi di chiudere l’Articolo PISTOJA, dissi, che non si può lasciare cotesta città senza visitare e ammirare due deliziosi annessi della sua campagna, il parco cioè di Scornio del Cavaliere Puccini fuori della Porta al Borgo, ed il Parco di Celle de’Fabroni ora del conte Caselli posto fuori della Porta S. Marco.
Quello di Scornio è un giardino incantato che difficilmente si potrebbe descrivere come merita, ossia che uno si rivolga a contemplare la magnificenza e pregio del palazzo detto il Villone, dove le arti pittorica ed incisoria pare che abbiano fatto a gara per vincersi l’una con l’altra; sia che uno voglia dire del parco variato per ombrosi boschetti, per verdi praterie, per simmetrici vigneti, per vaghe uccelliere, per artificiali grotte, per cadute d’acque, laghi, isole e ponti bizzarrissimi, ossia per le reminescenze d’uomini insigni italiani di cui si trovano sparse qua e la sopra decenti basi le effigie con maschie epigrafi alle loro gesta allusive; sia che uno voglia dire della magica prospettiva de’vaghi tempietti rustici, del castello baronalo costruito a similitudine di quelli del medio evo, per quanto quel signore non dimostri di amare i baroni passati né presenti, o della casa rappresentante una vecchia potesteria, del Panteon o del palazzo dedicato all’autore de’Promessi Sposi; sia finalmente che uno rivolga l’occhio al grandioso edifizio denominato Ponte Napoleone, e alla torre detta di Catilina innalzata sopra il poggio estremo e più elevato del parco.
Ma ciò che sommamente onora il nobile proprietario è lo spirito filantropico che egli adopera nell’eccitare l’ingegno de’ suoi connazionali col premiare il merito degli artisti e degli uomini virtuosi, e col fare istruire a sue spese mediante una scuola di reciproco insegnamento i figli de’ contadini e degli artigiani, nei quali a saputo eccitare una lodevole emulazione mediante l’annua distribuzione ai medesimi di premj proporzionatamente al merito degli alunni, non che agli artigiani più ingegnosi della sua patria. Si vuole inoltre dare in Scornio un impulso all’industria campestre premiando quei contadini che in essa maggiormente si distinguono, oltre aver quel proprietario destinato annualmente quattro medaglie d’oro del valore di 250 paoli cadauna per gli autori di utili instituzioni o di altre opere di pubblico benefizio.
A tale effetto egli ha ottenuto dalla clemenza sovrana il permesso di fare nel parco di Scornio una festa campestre nei primi due giorni di agosto, festa che egli ha intitolato delle Spighe, cui fa precedere un solenne ringraziamento al Supremo Datore di ogni Bene per fecondità della terra.
Ma il reciproco insegnamento al Ponte Napoleone non si limita ad insegnare gli elementi di leggere, scrivere, abbaco, e all’istruzione morale e religiosa, sivvero anche alla musica, cui i fanciulli del villico vengono addestrati dai due maestri della scuola medesima; e tanta è l’attitudine all’armonia degli abitanti della Cortina di Porta al Borgo, che questa Comunità attualmente è fornita di una numerosa banda musicale di volontarj bene istruiti e monturati.
Le autorità amministrative, giudiciarie, e governative di questa al pari delle tre altre Cortine seguenti risiedono in Pistoja.
QUADRO della Popolazione della Comunità di PORTA AL BORGO DI PISTOJA a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Alpi (Spedaletto in) già del Prato del Vescovo titolo della chiesa: S. Bartolommeo (Cura) abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 152, abitanti anno 1839 n° 170 - nome del luogo: Arcigliano titolo della chiesa: S. Sebastiano (Cura) abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 136, abitanti anno 1839 n° 181 - nome del luogo: Barbatoli titolo della chiesa: S. Filippo Neri (Cura) abitanti anno 1551 n° 70, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1839 n° - - nome del luogo: Burgianico titolo della chiesa: S. Frediano (Cura) abitanti anno 1551 n° 256, abitanti anno 1745 n° 492, abitanti anno 1833 n° 731, abitanti anno 1839 n° 847 - nome del luogo: Campiglio titolo della chiesa: S. Pietro (Cura) abitanti anno 1551 n° 163, abitanti anno 1745 n° 363, abitanti anno 1833 n° 604, abitanti anno 1839 n° 604 - nome del luogo: Cascheri (*) titolo della chiesa: S. Biagio (Cura) abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 208, abitanti anno 1833 n° 245, abitanti anno 1839 n° 161 - nome del luogo: Cireglio o Brandeglio titolo della chiesa: S. Maria e S. Pancrazio (Pieve antica) abitanti anno 1551 n° 683, abitanti anno 1745 n° 1230, abitanti anno 1833 n° 1178, abitanti anno 1839 n° 1543 - nome del luogo: Gello titolo della chiesa: S. Maria (Prioria) abitanti anno 1551 n° 107, abitanti anno 1745 n° 286 (con S. Maria Assunta a Gora), abitanti anno 1833 n° 828, abitanti anno 1839 n° 974 - nome del luogo: Gora titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Cura) abitanti anno 1551 n° 355, abitanti anno 1745 n° 286 (con S. Maria a Gello), abitanti anno 1833 n° 1206, abitanti anno 1839 n° 1365 - nome del luogo: S. Mommè titolo della chiesa: S. Matteo (Pieve antica) abitanti anno 1551 n° 281, abitanti anno 1745 n° 520, abitanti anno 1833 n° 687, abitanti anno 1839 n° 719 - nome del luogo: Ombrone titolo della chiesa: S. Felice (Cura) abitanti anno 1551 n° 105, abitanti anno 1745 n° 136, abitanti anno 1833 n° 298, abitanti anno 1839 n° 351 - nome del luogo: Ombrone titolo della chiesa: S. Giorgio (Cura) abitanti anno 1551 n° 171, abitanti anno 1745 n° 332, abitanti anno 1833 n° 418, abitanti anno 1839 n° 420 - nome del luogo: Orsigna titolo della chiesa: S. Atanasio (Cura) abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 530, abitanti anno 1839 n° 552 - nome del luogo: Piastre titolo della chiesa: S. Ilario (Cura) abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° 681, abitanti anno 1839 n° 723 - nome del luogo: Piazza titolo della chiesa: S. Michele (Cura) abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 290, abitanti anno 1833 n° 424, abitanti anno 1839 n° 464 - nome del luogo: Piteccio titolo della chiesa: S. Maria (Pieve nuova e Vicaria foranea) abitanti anno 1551 n° 725, abitanti anno 1745 n° 1241, abitanti anno 1833 n° 1605, abitanti anno 1839 n° 1684 - nome del luogo: Pracchia titolo della chiesa: S. Lorenzo (Cura) abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° 515, abitanti anno 1833 n° 255, abitanti anno 1839 n° 274 - nome del luogo: Sarripoli titolo della chiesa: S. Andrea (Cura) abitanti anno 1551 n° 148, abitanti anno 1745 n° 425, abitanti anno 1833 n° 421, abitanti anno 1839 n° 459 - nome del luogo: Satornana titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Pieve antica) abitanti anno 1551 n° 602 (con S. Maria delle Grazie a Satornana), abitanti anno 1745 n° 1064 (con S. Maria delle Grazie a Satornana), abitanti anno 1833 n° 599, abitanti anno 1839 n° 604 - nome del luogo: Satornana titolo della chiesa: S. Maria delle Grazie (Cura) abitanti anno 1551 n° 602 (con S. Giovanni Battista a Satornana), abitanti anno 1745 n° 1064 (con S. Giovanni Battista a Satornana), abitanti anno 1833 n° 620, abitanti anno 1839 n° 664 - nome del luogo: Uzzo titolo della chiesa: S. Lorenzo (Cura) abitanti anno 1551 n° 368, abitanti anno 1745 n° 252, abitanti anno 1833 n° 457, abitanti anno 1839 n° 537 - nome del luogo: Val d i Brana titolo della chiesa: S. Romano (Cura) abitanti anno 1551 n° 290, abitanti anno 1745 n° 425, abitanti anno 1833 n° 716, abitanti anno 1839 n° 709 - TOTALE abitanti anno 1551: n° 4324 - TOTALE abitanti anno 1745: n° 7779 - TOTALE abitanti anno 1833: n° 12791 - TOTALE abitanti anno 1840: n° 14005 N. B. La parrocchia di Cascheri contrassegnata con l’asterisco (*) mandava nella Comunità di Porta Lucchese nell’anno 1833 abitanti 73, e nel 1840 abitanti 88, stati defalcati da questa di Porta al Borgo. Però nel 1840 entravano nella Comunità della Porta al Borgo da Germinaja, da Ponte Petri, da Prunetta, da Vincio e Spazzaventoin tutto numero 577 abitanti da aggiungersi alla somma qui sopra riportata di 14005 abitanti; di maniera che nel 1840 la Comunità della Porta al Borgo contava 14582 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 454.