RADICONDOLI

fra la Val d’Elsa, la Val di Cecina e la Val di Merse.

– Terra capoluogo di Comunità e di Giurisdizione con chiesa collegiata e propositura (SS.
Simone e Giuda) nella Diocesi di Volterra, Compartimento di Siena.
Risiede sulla prominenza di uno de’poggi che separano le acque di Val di Cecina da quelle della Merse e dell’Elsa, ad una elevatezza di circa 900 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, fra il grado 28° 42’ 2” di longitudine e il grado 43° 16’ di latitudine, 6 miglia toscane a ostro di Casole, 12 a settentrione maestrale di Chiudsino, 18 a ponente di Siena, e circa 20 miglia toscane a scirocco di Volterra.
L’origine del catello di Radicondoli non comparirebbe anteriore al 1209 se fosse archetipa una pergamena dell’archivio de’signori Bichi Borghesi di Siena, la quale incomincia: Anno 1209 inceptum est hoc castrum Radicondoli de mense martii in hoc podio, quod primo vocabatur podium S. Cerbonis, et completum est anno 1213.
Seguita la stessa membrana a darci una lista di consoli di Radicondoli per molti anni successivi stati alla testa del suo governo economico, e termina con la soscrizione del notaro Bonaccorso del fu Lamberto che dice di avere copiato tuttociò dagli atti pubblici del Comune di Radicondoli.
Per altro che il fatto del 1209 possa riferire ad una nuova costruzione di mura castellane piuttosto che all’origine di Radicondoli, ci obbliga a crederlo l’Ammirato, il quale nella serie dei Vescovi di Volterra, parlando del Vescovo Galgano racconta, come egli per contratto dell’11 aprile 1161 comprò per lire 44 dei beni situati in diversi castelli, fra i quali si rammenta anche il castello di Radicondoli.
Comunque sia di tutto ciò, la cosa meno controversa è che il castello di Radicondoli sino da quell’età apparteneva ai conti Aldobrandeschi di Sovana e di S. Fiora, i quali, nel 1221, in vigore di una consegnarono agli ufiziali del Comune di Siena tanto il castello di Radicondoli come quello di Be lforte, sicché nel novembre dello stesso anno i loro abitanti dovettero prestare giuramento di fedeltà ai Nove reggitori della repubblica di Siena. – Vedere BELFORTE DI RADICONDOLI.
Che poi Radicondoli tornasse (seppure era escito di mano) ai conti Aldobrandeschi, lo dimostra una deliberazione del Comune di Siena del 20 ottobre 1230, nella quale si dichiara che quei conti avendo mancato ai patti convenuti nell’anno 1221, ed essendo stati morosi al pagamento annuo di 25 marche d’argento per i due castelli di Radicondoli e di Belforte, la Repubblica di Siena aveva fatto prendere il possesso assoluto dei medesimi. – (ARCH. DIPL. SAN., Kaleffo vecchio n°253. – MALAVOLTI, Istoriae San. P. I. Libro V).
Finalmente i signori Nove nel 1241 spedirono ambasciatori a Federigo II, perché concedesse loro il libero dominio sopra i castelli già feudali di Radicondoli e di Belforte, ch’erano entrambi governati da uffiziali soggetti al vicario imperiale, con tuttoché la repubblica di siena ritraesse dai due paesi la metà delle rendite, siccome lo dichiara un atto pubblico del 25 aprile 1244. – (località citata, Kaleffo dell’Assunta n°468).
All’Articolo BELFORTE fu già avvisato il lettore che alla morte di Federigo II la Repubblica di Siena tornò al possesso de’due castelli di Belforte e di Radicondoli, i quali furono rilasciati in feudo agli antichi loro signori, i conti Aldobrandeschi, con patto di tenerli e difenderli per conto del Comune di Siena e di non poterli in alcun modo alienare.
E come sudditi sanesi nell’anno 1259 gli uomini dei due castelli ebbero ad inviare i loro sindaci a Siena per giurare fedeltà al Conte Giordano in qualità di vicario del re Manfredi capo della parte ghibellina in Toscana. – (MALAVOLTI, Istoriae San. P.II, Libro I).
Peraltro nel 1267, stante la morte del re Manfredi, gli uomini di Radicondoli si staccarono dall’ubbidienza de’Sanesi, alla quale dovettero per forza ritornare costrettivi nel 1268 dalle genti d’arme condotte da Provenzano Salvani. – Vedere BELFORTE.
Nel 1300 Radicondoli continuava a stare sottoposto al Comune di Siena, poiché in detto anno, quando era potestà del Comune di Radicondoli messere Gualtiero di Mino dei Malavolti, questi col consenso del consiglio del popolo fu eletto sindaco per recarsi a Siena, onde riconoscesse cotesto Comune in vero padrone della Terra e distretto di Radicondoli; quindi nel dì 9 aprile 1300 fu rogato in Siena l’istrumento, pel quale i Radicondolesi si obbligarono a portare ogn’anno a Siena per la festa di S.
Maria d’agosto un cero del peso di libbre 25. – (ARCH.
DIPL. SAN., Kaleffo vecchio n°1034 e 1035).
Da quell’epoca in poi Radicondoli continuò a dipendere dal governo della Repubblica sanese finché nell’ultima guerra di Siena il consiglio generale di detta Terra per atto pubblico del 27 novembre 1554 prestò giuramento di sottomissione a Cosimo I duca di Firenze ed ai di lui successori nelle mani di Carlo di Giovan Francesco Martelli suo commissario generale. – (ARCH. DELLE RIFORM. DI FIR.).
Fra i varj statuti comunitativi di Radicondoli il più antico di quelli esistenti nell’Archivio delle Riformagioni di Siena è del 1411; ed all’anno istesso ne richiama una membrana del convento di S. Agostino di Siena, scritta nel castel di Travale li 22 marzo 1411, nella quale si rammentano i rettori delle chiese di S. Martino e di S.
Cristina a Radicondoli. (ARCH. DIPL. FIOR., Carte citate).
La pieve vecchia di Radicondoli trovasi tuttora fuori del paese sotto il titolo di S. Giovanni Battista, al pari del convento dell’Osservanza, già de’Frati Minori di S.
Francesco fondato verso il 1447, attualmente soppresso.
Esiste però dentro la terra sino dal 1345 un monastero di donne dell’Ordine Agostiniano sotto l’invocazione di S.
Caterina delle Ruote, la quale santa titolare è rappresentata in un quadro di Sebastiano Folli all’altar maggiore di detta chiesa.
L’attuale prepositura de’SS. Simone eGiuda è situata dentro il paese, ed ha la facciata di pietra concia, né vi mancano nell’interno quadri di pregiati pennelli. Tale è quello del transito di Maria Vergine colorito nel 1569 da Alessandro Casolani, che dipinse anche nel cappellone il suo capolavoro in una tela rappresentante il Natale di Gesù bambino con varie pitturine alle mensole del primo altare.
Questa chiesa collegiata, che è uno de’caposesti della diocesi di Volterra, all’epoca del sinodo diocesano del novembre 1356 comprendeva nel suo piviere, oltre il monastero di S. Caterina e l’ospedale di Radicondoli, la chiesa di S. Donato in Radicondoli, quella detta di Olli (ora cappella succursale nella parrocchia di Radicondoli); la chiesa di Marcigliano (oratorio nella cura predetta); la chiesa di S. Lorenzo a Monteguidi (ora pieve con l’annesso della seguente); la chiesa di S. Andrea a Monteguidi; quella di S. Sisto a Montingegnoli (ora pieve), e le chiese di S. Martino di Cerniano, di S. Giusto e di S. Cristina d’Juliano, tutte e tre perdute.
Alcuni dubitarono che da Radicondoli derivasse la nobile famiglia Berlinghieri di Siena, la quale possiede costà un palazzo, comecché questo appartenesse al seminario di S.
Giorgio di detta città.
CENSIMENTO della Popolazione della TERRA di RADICONDOLI a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1640: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici dei due sessi -; numero delle famiglie 91; totale della popolazione 729.
ANNO 1745: Impuberi maschi 126; femmine 112; adulti maschi 111, femmine 152; coniugati dei due sessi 248; ecclesiastici dei due sessi 66; numero delle famiglie 158; totale della popolazione 815.
ANNO 1833: Impuberi maschi 230; femmine 199; adulti maschi 198, femmine 177; coniugati dei due sessi 379; ecclesiastici dei due sessi 32; numero delle famiglie 218; totale della popolazione 1215.
ANNO 1840: Impuberi maschi 231; femmine 184; adulti maschi 205, femmine 208; coniugati dei due sessi 443; ecclesiastici dei due sessi 42; numero delle famiglie 221; totale della popolazione 1313.
Comunità di Radicondoli . – Il territorio di questa Comunità abbraccia una superficie di 18636 quadrati agrarj, dai quali sono da detrarre 810 quadrati per strade e corsi d'acqua. – Nel 1833 vi abitavano 1968 individui, a ragione di 87 persone per ogni miglio quadrato di suolo imponibile. Confina con cinque Comunità. Dalla parte di ponente ha di fronte la Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina, a partire dalla confluenza in Cecina del borro di Ritrecine che rimonta alla sua sinistra e poscia attraversa per dirigersi verso ostro scirocco nel fiume Cecina, col quale entrambe le Comunità fronteggiano sino alla confluenza del torrente Fodera .
Costà il fiume predetto piegando da ostro nella direzione di levante scirocco serve di confine alla comunità d’Elci fino allo sbocco in esso del torrente Lucignano , il quale è abbandonato dai due territorj dopo breve cammino tagliando la strada comunitativa che guida a Radicondoli; quindi si dirigono per termini artificiali verso levante e di là scendono nella strada provinciale Maremmana presso al bivio di quella di Montingegnoli. A quel punto dopo attraversata la strada Maremmana entrano nel borro di Quartine, e di là in altro fosso detto di Quartaccio che rimontano fino alla strada Maremmana. Ivi il territorio di Radicondoli dalla direzione di libeccio ritorna in quella di levante e poscia per termini artificiali inoltrasi a ostro fino a che arriva sul borro de’Lagoni di Travale. A questo punto trova dirimpetto a libeccio la Comunità di Montieri, colla quale si accompagna di fronte a ostro mediante il torrente Sajo, che percorre fino alla confluenza del borro di Cerbajola. Ivi sottentra la Comunità di Chiusdino, con la quale l’altra di Radicondoli rimonta col borro predetto un piccolo poggio dove taglia la strada comunitativa di Travale a Montalcinello, per poi entrare nel borro di Acqua viva, fino a che trova il torrente Fiumarello, il quale attraversa innoltrandosi per termini artificiali prima nella direzione di settentrione, quindi in quella di levante sino al torrente Freccia che oltrepassa poco sopra alla confluenza del torrente Foci. – A cotesto punto i due territorj comunitativi dirigendosi a settentrione per termini artificiali entrano nel torrente Foci, che rimontano per lungo tratto di conserva, poscia alla Comunità di Chiusdino sottentra quella di Casole, con la quale la nostra di Radicondoli passa alla destra del Foci, e sale il poggio per il tragitto di un buon miglio toscano innanzi di rientrare nella parte superiore del torrente Foci. Con questo allora dirigendosi a maestrale i due territorj lo percorrono fino ad un confluente mercé del quale arrivano sulla strada che guida da Radicondoli a Siena; trapassata la quale trovano la strada provinciale Maremmana che oltrepassano. Di là piegando alquanto da maestrale a ponente continuano il cammino per termini artificiali e quindi mediante il borro del Tesoro , col quale la Comunità di Radicondoli volgendola faccia a settentrione taglia la strada di Casole, quindi entra nel borro di Calvajano e con esso rimonta il poggio omonimo nella direzione di settentrione finché lo attraversa per incamminarsi a maestrale nel borro Riputine e lung’esso avviandosi a ponente e poi torcendo a ostro lo abbandona per incamminarsi verso il fiume Cecina, nel quale scende mediante il borro di Confine. Dopo cotesta confluenza il fiume Cecina continua a servire di limite ai territorj delle due comunità di Chiusdino e di Radicondoli, finché sotto la foce del torrente Ritrecine la nostra ritrova il territorio comunitativo d’Elci.
I maggiori corsi d’acqua che attraversano o che rasentano il territorio di questa Comunità sono, a ponente il fiume Cecina, a ostro e scirocco i torrenti Feccia e Foci, entrambi tributarj della Merse.
Fra le montuosità più elevate di questa Comunità può contarsi quella sulla quale risiede il capoluogo, che si alza circa 900 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo.
Poche strade rotabili passano per il territorio di questa Comunità, ma niuna di esse sale fino a Radicondoli. Le più importanti di tutte sono le due strade maestre che sotto i nomi di provinciale Maremmana staccansi dalla regia Romana, una al ponte sulla Staggia davanti a Poggibonsi, la quale attraversa la città di Colle, passa da Montingegnoli e guida a Massa marittima; l’altra pure provinciale che da Siena porta a Massa staccandosi dalla regia Grossetana presso la Costa al Pino per riunirsi alla precedente dentro il territorio di EIci che trova passato il vallone della Feccia.
La struttura fisica del suolo di questa Comunità spetta in generale al terreno terziario marino e specialmente alla marna conchiglifera, coperta a luoghi da ghiaja calcarea talvolta sciolta, ma più spesso collegata da durissimo sugo siliceo; la quale spesse volte è anco attraversata da filoni di spato calcareo candido. Dalla parte però dei poggi di Radicondoli acquapendenti nella Val di Cecina veggonsi a fior di terra frequenti rognoni e larghi filoni di solfato di calce compatto, mentre nella loro acquapendenza in Val di Merse si trovano nel vallone della Feccia filoni interrotti di combustibile fossile; e finalmente dalla parte che stendesi verso l’Elsa morta il terreno arenaceo apparisce metamorfosato in gabbro diallagico e quello calcareo compatto in marmo più o meno colorato.
I prodotti più importanti sono quelli dei boschi, dei castagni e dei prati naturali, nei quali abbonda la lupinella salvatica, ossia l’erba sulla. – Non vi mancano tampoco i vigneti, gli oliveti nè poderi sparsi di frutte e di semente di varie granaglie.
Con la legge del due gennaio 1774 che organizzò il compartimento de’tribunali di giustizia nella provincia superiore, Radicondoli fu dichiarato residenza di un potestà, che abbracciava, oltre la comunità di Radicondoli, anche quella di Belforte, le quali furono poi riunite in una sola dal regolamento del 2 giugno 1777 relativo all’organizzazione Leopoldina delle comunità della stessa provincia.
Il vicario regio per le cause criminali risiede in Casole.
Altronde trovasi in Radicondoli la cancelleria Comunitativa che serve anche alle Comunità di Casole e di Sovicille. Vi abita pure un ingegnere di Circondario ed un esattore del Registro. – La Conservazione dell’Ipoteche, ed il tribunale di Prima istanza sono in Siena.
QUADRO della Popolazione della COMUNITA’ di RADICONDOLI a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Belforte, titolo della chiesa: S. Maria Assunta (Pieve), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640 n° 468, abitanti anno 1745 n° 543, abitanti anno 1833 n° 635, abitanti anno 1840 n° 687 - nome del luogo: RADICONDOLI, titolo della chiesa: SS. Simone e Giuda (Propositura Collegiata), diocesi cui appartiene: Volterra, abitanti anno 1640 n° 729, abitanti anno 1745 n° 815, abitanti anno 1833 n° 1215, abitanti anno 1840 n° 1313 - Totale abitanti anno 1640: n° 1197 - Totale abitanti anno 1745: n° 1357 N. B. Entravano nelle ultime due epoche in questa Comunità da Mensano, Montalcinello, Monte Castelli e da Montingegnoli - anno 1833 abitanti n° 118 - anno 1840 abitanti n° 226 - Totale abitanti anno 1833: n° 1968 - Totale abitanti anno 1840: n° 2126
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 716.