ROCCHETTA, o ROCCHETTE NEL PIAN DELLA ROCCA
nel Littorale toscano.
– È un castelletto ridotto ad una Torre di guardacosta, sebbene da essa prendes se il nome una dis trutta chiesa plebana, siccome lo prende tuttora un piccolo padule detto del Pian di Rocca .
È situata fra il promontorio, o capo della Troia ed il Castello di Castiglion della Pescaja, nel cui popolo, Comunità e Giurisdizione è compresa, e dal quale Castello la Torre delle Rocchette trovasi circa 4 miglia toscane a ponente maestro, nella Diocesi e Compartimento di Grosseto.
La Torre e Forte delle Rocchette risiede sopra una rupe che sporge in mare, davanti alla quale lo scandaglio pesca da 26 in 27 piedi di profondità.
La storia di cotesta Rocchetta è sconosciuta fino almeno al secolo XV, comecchè a questo luogo io penso che debba riferirsi quella Pieve della Rocca rammentata nella bolla del Pontefice Clemente III spedita nel 1188 a Gualfredo vescovo di Grosseto, sul riflesso che quella pieve insieme al Pian della Rocca , dove leggesi et planitie de Rocca , nominata tramezzo alla cappella di Castiglione della Pescaja e alla Pieve d'Alma . Dissi che la storia civile di questa Rocchetta comincia a comparire nel secolo XV; all'occasione cioè della guerra fra la Repubblica Fiorentina ed il re Alfonso d'Aragona quando l'oste napoletana avendo scacciato da Castiglion della Pescaja e dai suoi contorni il presidio fiorentino, due anni dopo (anno i 460) quel re donò la Terra e distretto di Castiglione della Pescaja con la Rocchette d i Pian d'Alma e l'Isola del Giglio ad Antonio Piccolomini d'Aragona de 'duchi d'Amalfi nipote del Pontefice Pio II.
Il Gaye nel Vol. II del Carteggio inedito di artisti pubblicò una lettera di Giovanni de’Piccolomini Arciv.
di Siena diretta lì 18 settembre del 151 o dalla villa arcivescovile di Torri di Rosìa al di lui fratello Pier Francesco Piccolomini de’duchi d’Amalfi, dalla quale si rileva che per contentare il pittore Pachiarotto, che domandava all'Arciv. denari per conto della Cappella (la Libreria del Duomo di Siena), egli era contento per parte sua che se li desse denari d i quel l i d i Pian d'Alma.. . .e non creda mai (chiude la lettera) vedere quel dì che io esca del fastidio di questa Cappella.
Nel 1558 signoreggiavano in Castiglione e nella Rocchetta i coniugi March. Innico Piccolomini Aragona de’duchi d'Amalfi e donna Silvia marchesa di Capestrano, i quali dopo il consenso ottenuto da Filippo II re di Spagna per contratto del 20 gennajo 1559 venderono l'Isola del Giglio con Castiglion della Pescaia, il suo padule e le Rocchette per ducati 32162 di dieci carlini per ogni ducato a donna Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I duca di Firenze e Siena.
L'anno dopo l'acquisto delle Rocchette ecc. (anno 1560) il governatore di Siena Angiolo Niccolini in una sua relazione prescrisse un regolamento economico, col quale concedevasi agli abitanti di Castiglion della Pescaja una fiera libera per anno.
Arroge a ciò altra relazione fatta al Granduca Cosimo I da Francesco Vinta in data del 21 ottobre 1559, nella quale si pone in dubbio se l'isolette della Troja fossero comprese nel territorio delle Rocchette. – Che infatti que’scogli, piuttosto che isolette, appellati le Formiche della Troja , fossero esclusi dal territorio acquistato da Cosimo I, lo dichiara il fatto, tostochè Jacopo VI signore di Piombino per atto pubblico del 9 agosto 1560 donò alla duchessa Eleonora di Toledo uno spazio di terreno nell'isolotto della Troja, o nella vicina costa, dell'estensione di braccia 250, ad oggetto ch'ella vi potesse costruire sopra una torre che ancora di presente si chiama la Torre della Troja .
Nelle ratifiche di quel contratto cambiate lì 1 febbrajo del 1561, l'estensione del suolo concesso fu limitata a cento braccia. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.) Quindi il Granduca Ferdinando I con suo testamento del (ERRATA: 1808) 1608 costituì l'Isola del Giglio e le Rocchette con altri beni in primogenitura della sua casa, e prima di tutti a favore di Cosimo II di lui figlio allora Principe ereditario. – (loc. cit.)
È situata fra il promontorio, o capo della Troia ed il Castello di Castiglion della Pescaja, nel cui popolo, Comunità e Giurisdizione è compresa, e dal quale Castello la Torre delle Rocchette trovasi circa 4 miglia toscane a ponente maestro, nella Diocesi e Compartimento di Grosseto.
La Torre e Forte delle Rocchette risiede sopra una rupe che sporge in mare, davanti alla quale lo scandaglio pesca da 26 in 27 piedi di profondità.
La storia di cotesta Rocchetta è sconosciuta fino almeno al secolo XV, comecchè a questo luogo io penso che debba riferirsi quella Pieve della Rocca rammentata nella bolla del Pontefice Clemente III spedita nel 1188 a Gualfredo vescovo di Grosseto, sul riflesso che quella pieve insieme al Pian della Rocca , dove leggesi et planitie de Rocca , nominata tramezzo alla cappella di Castiglione della Pescaja e alla Pieve d'Alma . Dissi che la storia civile di questa Rocchetta comincia a comparire nel secolo XV; all'occasione cioè della guerra fra la Repubblica Fiorentina ed il re Alfonso d'Aragona quando l'oste napoletana avendo scacciato da Castiglion della Pescaja e dai suoi contorni il presidio fiorentino, due anni dopo (anno i 460) quel re donò la Terra e distretto di Castiglione della Pescaja con la Rocchette d i Pian d'Alma e l'Isola del Giglio ad Antonio Piccolomini d'Aragona de 'duchi d'Amalfi nipote del Pontefice Pio II.
Il Gaye nel Vol. II del Carteggio inedito di artisti pubblicò una lettera di Giovanni de’Piccolomini Arciv.
di Siena diretta lì 18 settembre del 151 o dalla villa arcivescovile di Torri di Rosìa al di lui fratello Pier Francesco Piccolomini de’duchi d’Amalfi, dalla quale si rileva che per contentare il pittore Pachiarotto, che domandava all'Arciv. denari per conto della Cappella (la Libreria del Duomo di Siena), egli era contento per parte sua che se li desse denari d i quel l i d i Pian d'Alma.. . .e non creda mai (chiude la lettera) vedere quel dì che io esca del fastidio di questa Cappella.
Nel 1558 signoreggiavano in Castiglione e nella Rocchetta i coniugi March. Innico Piccolomini Aragona de’duchi d'Amalfi e donna Silvia marchesa di Capestrano, i quali dopo il consenso ottenuto da Filippo II re di Spagna per contratto del 20 gennajo 1559 venderono l'Isola del Giglio con Castiglion della Pescaia, il suo padule e le Rocchette per ducati 32162 di dieci carlini per ogni ducato a donna Eleonora di Toledo moglie di Cosimo I duca di Firenze e Siena.
L'anno dopo l'acquisto delle Rocchette ecc. (anno 1560) il governatore di Siena Angiolo Niccolini in una sua relazione prescrisse un regolamento economico, col quale concedevasi agli abitanti di Castiglion della Pescaja una fiera libera per anno.
Arroge a ciò altra relazione fatta al Granduca Cosimo I da Francesco Vinta in data del 21 ottobre 1559, nella quale si pone in dubbio se l'isolette della Troja fossero comprese nel territorio delle Rocchette. – Che infatti que’scogli, piuttosto che isolette, appellati le Formiche della Troja , fossero esclusi dal territorio acquistato da Cosimo I, lo dichiara il fatto, tostochè Jacopo VI signore di Piombino per atto pubblico del 9 agosto 1560 donò alla duchessa Eleonora di Toledo uno spazio di terreno nell'isolotto della Troja, o nella vicina costa, dell'estensione di braccia 250, ad oggetto ch'ella vi potesse costruire sopra una torre che ancora di presente si chiama la Torre della Troja .
Nelle ratifiche di quel contratto cambiate lì 1 febbrajo del 1561, l'estensione del suolo concesso fu limitata a cento braccia. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.) Quindi il Granduca Ferdinando I con suo testamento del (ERRATA: 1808) 1608 costituì l'Isola del Giglio e le Rocchette con altri beni in primogenitura della sua casa, e prima di tutti a favore di Cosimo II di lui figlio allora Principe ereditario. – (loc. cit.)
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 803.
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