RONDINE (CASTEL DI)
nel Val d'Arno aretino.
– Castello con chiesa parrocchiale (S. Pietro) nel piviere di Castiglion Fibocchi, Comunità Giurisdizione Diocesi e Compartimento di Arezzo, dalla qual città il Castello di Rondine dista circa 5 miglia a maestro.
Trovasi sopra una balza dei poggi che chiudono dal lato di settentrione il Val d'Arno aretino, mentre sull'opposta ripa sorge il castello del Monte sopra Rondine presso la foce che porta il nome di Stretto di Rondine, di Stretto di Monte o dell'Imbuto, per il qual stretto le acque del fiume si aprirono col loro impeto il passaggio fra potenti strati di macigno.
Che anticamente nel castel di Rondine avessero podere gli Ubertini di Arezzo lo dà in qualche modo a conoscere una scrittura fatta nel maggio del 1136, cui furono donati alla Badia di S. Trinita in Alpi dei beni che i fratelli Orlando ed Ubertino tenevano in cotesto castello.
La chiesa poi del Castel di Rondine é rammentata in una lettera del 12 gennaio 1220 diretta da Amadeo vescovo di Arezzo a don Rodolfo abbate della Badia di S. Trinita in Alpi. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia di Ripoli.) L'Ughelli nella sua Italia Sacra (in Episc. Aretin.) parlando del vescovo Arnadeo aggiunge, che egli sotto l'anno 1196 decretò che l’abbate di S. Trinita in Alpi tenesse il padronato della chiesa del Castel di Rondine.
In cotesta situazione importante il Comu ne di Arezzo fino dai primi secoli dopo il mille fece edificare un fortilizio, stato investito e preso dopo nel 1287 dai Guelfi fuorusciti di Arezzo con la promessa a quelli che capitolarono di non distruggere il castello, ma invece di doverlo rinforzare. I quali fuorusciti, avendo poi ottenuto soccorso dal Comune di Firenze, diedero motivo alla famosa battaglia di Campaldino, che convalidò nelle mani de’Guelfi anco il Castel di Rondine.
Continuavano sempre i Guelfi aretini a presidiare il Castel di Rondine, quando il vescovo Guido Tarlati nell'estate del 1323 vi condusse una mano di soldati ad assediarlo, sicché dopo varj mesi, sotto il 17 luglio, quelli di dentro non avendo speranza di soccorso dai Fiorentini ch'erano in pace col governo aretino dovettero rendersi al vescovo Tarlati, sicché dopo la costui morte i suoi eredi fecero scolpire nel cenotafio del prelato guerriero la conquista del Castello di Rondine come una delle sue imprese militari. Ma nell'anno 1338 dappoichè i Fiorentini, per trattato del 7 marzo, ebbono da Pier Saccone Tarlati la città di Arezzo col suo distretto, il Castel di Rondine dové consegnarsi alle truppe di Firenze, che poi nel 1353, dopo la cacciata del duca d'Atene, perderono con Arezzo e con tutto il suo contado, sebbene lo riacquistassero stabilmente nel principio del 1385, allorché gli uomini del Castel di Rondine per atto solenne del 29 marzo dello stesso anno si sottoposero alla repubblica fiorentina.
La parrocchia di S. Pietro al Castel di Rondine nel 1833 noverava 156 abitanti.
Trovasi sopra una balza dei poggi che chiudono dal lato di settentrione il Val d'Arno aretino, mentre sull'opposta ripa sorge il castello del Monte sopra Rondine presso la foce che porta il nome di Stretto di Rondine, di Stretto di Monte o dell'Imbuto, per il qual stretto le acque del fiume si aprirono col loro impeto il passaggio fra potenti strati di macigno.
Che anticamente nel castel di Rondine avessero podere gli Ubertini di Arezzo lo dà in qualche modo a conoscere una scrittura fatta nel maggio del 1136, cui furono donati alla Badia di S. Trinita in Alpi dei beni che i fratelli Orlando ed Ubertino tenevano in cotesto castello.
La chiesa poi del Castel di Rondine é rammentata in una lettera del 12 gennaio 1220 diretta da Amadeo vescovo di Arezzo a don Rodolfo abbate della Badia di S. Trinita in Alpi. – (ARCH. DIPL. FIOR. Carte della Badia di Ripoli.) L'Ughelli nella sua Italia Sacra (in Episc. Aretin.) parlando del vescovo Arnadeo aggiunge, che egli sotto l'anno 1196 decretò che l’abbate di S. Trinita in Alpi tenesse il padronato della chiesa del Castel di Rondine.
In cotesta situazione importante il Comu ne di Arezzo fino dai primi secoli dopo il mille fece edificare un fortilizio, stato investito e preso dopo nel 1287 dai Guelfi fuorusciti di Arezzo con la promessa a quelli che capitolarono di non distruggere il castello, ma invece di doverlo rinforzare. I quali fuorusciti, avendo poi ottenuto soccorso dal Comune di Firenze, diedero motivo alla famosa battaglia di Campaldino, che convalidò nelle mani de’Guelfi anco il Castel di Rondine.
Continuavano sempre i Guelfi aretini a presidiare il Castel di Rondine, quando il vescovo Guido Tarlati nell'estate del 1323 vi condusse una mano di soldati ad assediarlo, sicché dopo varj mesi, sotto il 17 luglio, quelli di dentro non avendo speranza di soccorso dai Fiorentini ch'erano in pace col governo aretino dovettero rendersi al vescovo Tarlati, sicché dopo la costui morte i suoi eredi fecero scolpire nel cenotafio del prelato guerriero la conquista del Castello di Rondine come una delle sue imprese militari. Ma nell'anno 1338 dappoichè i Fiorentini, per trattato del 7 marzo, ebbono da Pier Saccone Tarlati la città di Arezzo col suo distretto, il Castel di Rondine dové consegnarsi alle truppe di Firenze, che poi nel 1353, dopo la cacciata del duca d'Atene, perderono con Arezzo e con tutto il suo contado, sebbene lo riacquistassero stabilmente nel principio del 1385, allorché gli uomini del Castel di Rondine per atto solenne del 29 marzo dello stesso anno si sottoposero alla repubblica fiorentina.
La parrocchia di S. Pietro al Castel di Rondine nel 1833 noverava 156 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1841, Volume IV, p. 817.
We can't find the internet
Attempting to reconnect
Something went wrong!
Hang in there while we get back on track