SAN GEMIGNANELLO ALLE SERRE DI RAPOLANO

nella Valle dell’Ombrone sanese.

Casale un dì Castello che portò il nome della sua chiesa (S.
Gemignano alle Serre, ora S. Fabiano) già compresa nel pievanato di Asciano, ora in quello di S. Lorenzo alle Serre, Comunità e circa 6 miglia toscane a scirocco di Rapolano, Giurisdizione di Asciano, Diocesi di Arezzo, Compartimento di Siena.
Il diruto fortilizio di San Gemignanello, ridotto ad uso di villa, siede presso il giogo delle Serre, ossia dei poggi interposti fra l’Ombrone ed il torrente Foenna, lungo la Strada che staccasi dalla provinciale Lauretana sopra Montalceto per avviarsi mediante una selva di Lecci per San Gemignanello nella via parimente provinciale delle Folci o dei Vallesi che da Siena va a Cortona.
Una delle più antiche rimembranze di questo luogo si conserva, se non m'inganno, in una carta dell’Arch. del capitolo della cattedrale di Arezzo scritta nel febbrajo del 1022 alle Serre nel castello chiamato San Gemignano.
E’ un atto di donazione fatta ai canonici della chiesa aretina dal conte Walfredo figlio del fu conte Ranieri di Asciano che rinunziò la sua quarta parte di terreni che furono del March. Oberto posti nella Chiusa detta Obertenga, nel piviere di S. Mustiola a Quarto contado aretino, confinata a 1°.dal fiume Chiana; a 2° dalla via pubblica; a 3° da una delle stesse vie, a partire d a l Ponte della Chiana fino alla via di S. Zeno; a 4° dalle terre del capitolo di Arezzo, della badia di S. Flora e de' Longobardi.
L'Abate Camici, che pubblicò cotesta carta nella sua continuazione de’duchi e marchesi della Toscana, scrisse Actum Sene in vece di Serre. Esso diede pure alla luce altre pergamene della provenienza medesima, fra le quali una del 10 ottobre 1030, in cui si tratta di una permuta fatta tra l'abbate di S. Flora e Gherardo di Guinizzone di alcuni terreni, tra i quali eravi un podere posto presso la chiesa di S. Gemignano confinante con altri effetti della chiesa medesima e con quelli de' figli del fu Ranieri, il qual Gherardo ricevè in cambio altre terre poste nel casale di Turrita, piviere di S. Mustiola a Quarto.
Inoltre all'Articolo RIGOMAGNO citai due istru menti del settembre 1036 e del luglio 1040, dai quali appariva che il predetto conte Walfredo fu padre di un altro conte Ranieri maritato a donna Ermengarda figliuola di un C.
Alberto, che nel 1053 era restata vedova di detto conte. – (CAMICI, Oper. cit.) Da tutti quei documenti apparisce, che il castel di San Gemignanello nel secolo XI dipendeva dai conti della Scialenga, i quali nel declinare del secolo successivo si posero sotto l'accomandigia della Repubblica sanese. La qual cosa, al dire degli storici di quella città, accadde nel 1197, quando i Signori Nove fecero restituire ai conti Baroti della Be-rardenga e Scialenga i castelli di Mont' Alceto, di Farneto e di San Gemignanello; e ciò finché nel principio del secolo XIII il governo di Siena fece acquisto da quei conti dei loro diritti sopra cotesta contrada, dove più lardi l'oste fiorentina nel 1234 campeggiò, combatté e disfece 43 fra ville e castelletti.
Nell'Arch. Dipl. sanese esiste una deliberazione presa nel 1271 dal consiglio generale che decretò doversi tenere un giusdicente minore anche in San Gemignanello, di risedere nel fortilizio, ridotto attualmente a casa di campagna della nobil famiglia arnese de'Sansedoni, patrona della chiesa parrocchiale di S. Fabiano che ivi riedificò, godendo il giuspatronato alternativamente col vescovo di Arezzo.
La parrocchia di S. Fabiano a San Gemignanello nel 1833 contava 198 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 34.