SAN MEZZANO, o SAMMEZZANO
nel Val d'Arno superiore.
– Vedere l'Articolo MEZZANO (S.), a rettificazione del quale aggiungasi, che fu nell'anno 1605 quando il Cav. Ferdinando Odoardo Ximenes d'Aragona comprò dal Granduca Ferdinando I la tenuta di Sammezzano con l'annessa bandita per 39000 scudi fiorentini mediante contratto rogato da Ser Matteo Carlini. Quindi il senatore Ferdinando Ximenes favoritissimo di Cosimo III tolse a l la villa di Sammezzano l’aspet to che aveva di un fortilizio, e la ridusse alla forma del palazzo attuale adornandola di un giardino, di viali, di statue, ecc. Estinta che fu la linea maschile dei merchesi Ximenes d'Aragona, la tenuta di Sammezzano passò nel 1816 con gl'istessi titoli nei marchesi Bandino e Leopoldo fratelli Parciat ichi di Firenze nati da donna Vittoria sorella che fu dell'ultimo marchese Ferdinando di Tommaso Ximenes d'Aragona. La qual bandita di Sammezzano con mo tuproprio del Granduca Gian Gastone (28 luglio 1736) e di Leopoldo I (27 agosto 1769) fu confermata agli ultimi marchesi Ximenes e loro eredi nei confini seguenti: a partire dalla giogana del poggio della Ghirlanda sopra l'origine del Resco Simontano e Cascese, di là voltando da settentrione a levante lungo i boschi della Faggeta che sono a confine con quelli della Vallombrosa, coi quali arriva sopra il romitorio delle Macinaje. Costà incamminandosi verso ostro scende nella valle dove ha origine il borro di Ciliana, col quale si accompagna fin dove cotesto borro interseca la strada che da Pitiana di Vallombrosa conduce a Reggello. Da questo punto seguita per poco la strada medesima fino al termine che guarda in linea retta la Villa Brandi, e da quella dirittura calando verso il principio del borro del Capannone scende col medesimo fino alla sua confluenza nel torrente Marnia, e con quest'ultimo arriva in Arno. Costà la tenuta di Sammezzano voltando a levante rimonta il fiume fino alla foce del borro di Ricavo, in cui entra piegando a settentrione, verso dove quel torrente si divide in due rami. La tenuta passando nel ramo destro, rasenta il podere delle Serre di Montanino per arrivare di là sulla strada che ricorre lungo il crine del poggio e mercé cui arriva dove sbocca l'altra via che viene dalla chiesa di Cetina. Di lì girando verso ponente la bandita entra nel torrente Chiesimone che rimonta nel ramo suo sinistro onde arrivare sopra la così detta Cascina Vecchia passata la chiesa di S. Agata ad Arfuli e di là sale sul poggio della Ghirlanda dove ritrova il primo confine.
Tale erano i termini della bandita di Sammezzano a forma del bando del 27 agosto 1769, allorché fu proibito a chiunque dentro i descritti limiti di poter cacciare e pescare senza licenza del March. Ferdinando Ximenes d'Aragona e suoi successori.
Tale erano i termini della bandita di Sammezzano a forma del bando del 27 agosto 1769, allorché fu proibito a chiunque dentro i descritti limiti di poter cacciare e pescare senza licenza del March. Ferdinando Ximenes d'Aragona e suoi successori.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 77.
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