SANSEPOLCRO, SAN SEPOLCRO e BORGO S. SEPOLCRO
â CittĂ nobile, giĂ Borgo illustre e forte, sede di un vescovo suffraganeo del Metropolitano di Firenze, la cui cattedrale (S. Giovanni Evangelista) fu in origine abbadia deâCamaldolensi, ora residenza di un vicario regio, capoluogo di ComunitĂ e di Giurisdizione, nel Compartimento di Arezzo. Sebbene questa al pari di quella di CittĂ d i Castello si trovi a l l a sinistra del Tevere e perciò rigorosamente fuori dell'Etruria, pure sono contemplate sotto il governo romano, ancora sotto il Longobardo fecero parte dell âEtruria. â Vedere TEVERE e TOSCANA.
La città di Sansepolcro considerata nella presente forma è quasi rettangolare con quattro porte ai quattro venti, intersecata da spaziose vie, fornita di molte chiese adorne di pregiatissime pitture, con belli edifizj pubblici e privati alcuni dei quali in forma di torri fornirono alle fazioni cittadine motivo di offender piuttosto che punti di difesa dalle invasioni straniere.
L'origine di questa città è assai nota, poichÊ se tutti gli scrittori non si accordano nel cercare in cotesti contorni la vecchia Biturgia di Tolomeo, nÊ la superba villa di Plinio giuniore, tutti peraltro convengono nel dire che questo borgo, ora nobile città , ebbe origine verso la fine del secolo X da due santi pellegrini i quali reduci dalla Palestina sopraffatti da un miracolo, si fermarono costà dove costruirono un oratorio, per riporvi le SS. reliquie che del Sepolcro di Cristo seco avevano recato.
L'affluenza dei popoli alla venerazione di quelle Reliquie che costĂ nel piccolo borgo di S. Sepolcro si veneravano, fece si che divenne tanto frequentato di gente da incitare l'ingordigia di non pochi per aver quei popoli sotto il loro dominio. I primi furono i monaci Camaldolensi che fino dai primi anni del secolo undecimo fondarono in S. Sepolcro. Lo dimostra una bolla diretta a Roderigo abbate, il quale impetrò dal Pontefice Benedetto VIII (dicembre del 1013) a favore della nuova badia di Sansepolcro deâprivilegj, che nove anni dopo furono allâabbate medesimo con diploma dellâImperatore Arrigo I confermate.
Dal qual ultimo privilegio si rileva che l'abbate Roderigo fu il vero fondatore della badia in discorso.
La stessa qualità è ripetuta in altro privilegio dell'Imperatore Corrado I a favore di Roderigo abbate del Monastero di S. Sepolcro et illius loci constructori.
Ma ciò che merita maggior considerazione rapporto alla storia politica ed ecclesiastica del Borgo S. Sepolcro e degli abbati di quell'insigne monastero è un placito dato in Arezzo lĂŹ 7 settembre dell'anno 1163 da Rainaldo arcivescovo eletto di Colonia come legato imperiale in Italia a nome di Federigo I che due mesi dopo (da Lodi lĂŹ 6 novembre 1163) confermò, ed entrambi i quali furono pubblicati dagli Annalisti Camaldolensi nell'Appendice a quell'Opera (T. IV). Dal qual placito e successivo diploma si rileva che Franciano abbate del Monastero di S. Gio. vanni Evangelista al Borgo S. Sepolcro era un feudatario imperiale o per dir meglio un vicario cui non solo dovevano ubbidire i Borghigiani e tutti gli abitanti di quel distretto ma ancora i capitani e le masnade che vi si trovavano ferme, investendo lâabbate del diritto del placito, tolomeo, piazzatico, bando e di tutta la giurisdizione del Borgo e sue pertinenze, sino al diritto d'impedire che si eleggessero consoli e potestĂ e si facessero statuti in alcun tempo senza la volontĂ e consenso dogli abbati del Monastero di S. Sepolcro, dichiarando quest'ultimi inamovibili dal maggiore generale di Camaldoli senza licenza dall'Imperatore.
Che sebbene due fratelli cugini, Guido e Rigone deâmarchesi del Monte S. Maria, avessero reclamato presso il legato imperiale mentre, passò dal Borgo S.
Sepolcro contro Franciano abate di quel monastero rispetto ad alcune possessioni state concesse ai loro padri marchesi Guido ed Uguccione dall'abate Tedaldo suo antecessore, il fatto stesso escludeva ogni diritto feudale, come pretendevano quei marchesi di avere sopra i Borghigiani acquistato, e che Federigo I nel 1163 rilasciò per intiero, e Federigo II nel 19 novembre del 1220 confermò a favore di quegli abbati.
Ma nelle guerre accese poco dopo fra quest'ultimo imperatore e la chiesa romana, i di cui capi si erano messi alla testa del parti to liberale in Italia, i Borghigiani tentarono di scuotere il giogo monacale con eleggere i loro consoli, potestĂ ed altri uffiziali comunitativi senza domandare piĂš l'approvazione a consenso del loro padre abbate. Ciò diede impulso ad un reclamo per part e di questâultimo al Pontefice Gregorio IX, il quale nel 1229 diresse lettere al vescovo di Arezzo, con facoltĂ di fulminare la scomunica ai Borghigiani qualora non avessero desistito dal recar violenze al loro abbate e ai suoi monaci, e non rispettassero i diritti concessi a questi dagl'Imperatori, rispetto specialmente al loro beneplacito impetrare il loro consenso nella elezione deâconsoli e deâpotestĂ . Fu allora che i Borghigiani governandosi a comune senza alcun rispetto agli antichi loro signori abbati, trattavano leghe coi vicini popoli e cosi dichiaravasi immuni da ogni servitĂš, sudditanza e vassallaggio.
NĂŠ a riporti sotto il dominio feudale dei loro abbati erano valse le bolle del Pontefice Eugenio III e d'Innocenzio IV, nĂŠ le lettere apostoliche dirette nel 1251 a Frigerio vescovo di Perugia per far restituire agli abbati del Monastero di S. Giovanni Evangelista nel Borgo S. Sepolcro i diritti perduti, mentre i Borghigiani nel 29 settembre 1269 strinsero lega di reciproca difesa con gli Aretini obbligandosi di mandare il tributo di un palio nel giorno della festa di S. Donato a condizione di far guerra a richiesta degli Aretini purchĂŠ questi ultimi difendessero i Borghigiani dall'arbitrio dell'abbate e mo naci Camaldolensi di Sansepolcro.
Da quell'epoca in poi se non molto prima il Borgo S.
Sepolcro si resse a forma di comune con i suoi propri statuti, consoli, podestĂ e capitani del popolo.
Ma appena fu fatto potestĂ di Arezzo (anno 1301) Uguccione della Faggiuola, uomo di credito e di rara attivitĂ ed accortezza egli con i suoi governati dopo l'impresa felice di Cesena, si rivolse verso il Borgo S.
Sepolcro, del quale tosto si fece padrone, e sebbene il Faggiolano nellâanno dopo (1302) fosse cacciato dal governo per opera degli Aretini che elessero in loro podestĂ il conte Federigo da Montefeltro, non per questo i Borghigiani poterono riacquistare la perduta libertĂ , nĂŠ vi riparò la pace conclusa nel 1 3 1 6 fra gli Aretini, i Fiorentini ed i Senesi, quando era podestĂ d'Arezzo il celebre Bosone da Gubbio; che anzi eletto in vescovo di questa cittĂ Guido Tarlati di Pietramala piĂš esperto nella politica che negli affari della chiesa, rivolse tosto l'animo alla conquista di tutta la Val Tiberina, sicchè Anghiari, Pieve San Stefano, Caprese, Monterchi, e CittĂ di Castello caddero sotto al dominio di Arezzo, ma in sostanza sotto il vescovo Guido; mediante il quale la potente famiglia deâTarlati impetrò ed ottenne da Lodovico il Bavaro titolo della signoria dâArezzo e della cittĂ di Castello, le quali teneva, e della Terra del Borgo S. Sepolcro, la quale allora era dominata dai Malatesta di Rimini, sicchĂŠ prima il vescovo Guido e dopo il fratello e nipote tornarono ad assediare questa terra forte, finchĂŠ dopo 8 mesi nel marzo del 1328 sebbene a patti per cagione, dicono gli Annalisti Aretini, di avere i Borghigiani ricusato di ricevere in vicario del re Roberto Benino, o Roberto di Pietramala. â (G.
VILLANI, Cron. Lib. X. Cap. 121. â Annales Aretin. in R. Ital. Script. T. XXIV.) Aveva poco innanzi ottenuto un diploma da Lodovico il Bavaro Ranieri figlio del fu Uguccione della Faggiuola, cui aveva concesso a titolo di feudo 72 fra ville e castelletti posti nell'Appennino di Sarsina, di Montefeltro nella Massa Verona e nella Massa Trabaria. â Erano i Faggiolani rivali deâTarlati, talchĂŠ i primi nella speranza di riacquistare i villaggi perduti nella Massa Trabaria e nei contorni del Borgo, ricorsero alla Signoria di Firenze, la quale nel 1332 mandò un suo ambasciatore (Pino della Tosa) affinchè richiamasse dal Borgo l'oste pietramalese dichiarando che era nei beni della Faggiuola. Non ostante ciò i Tarlati nel 1332 condussero l'oste aretino contro il castel di Mercatello e quello d'Elci che assalirono e presero a Neri della Faggiuola, il primo de' quali nell'anno di poi riebbe a forza. â (Annal. Aret. op. cit.) Anche il Borgo nel 1335 fu tolto di mano a Pier Saccone Tarlati, il quale insieme coi fratelli e nipoti si erano resi arbitri del Borgo e del suo distretto, e perchĂŠ contro i Perugini tenevano anche CittĂ di Castello, questi fecero lega con il Faggiuolano, con i Conti di Montefeltro, di Montedoglio e con Guglielmo Casali signor di Cortona, e per trattato segreto fatto con Rainaldo o Ribaldo da Montedoglio cognato del Tarlati, che per esso guardava il Borgo, quando nella mattina dell'8 aprile di quell'anno fece entrare Neri della Faggiuola con 200 cava lieri, e 500 fanti a impadronirsi della Terra, salvo la rocca nella quale era castellano Maso Tarlati. Ma anch'essa dopo 12 giorni ad onta deârinforzi inviati dagli Aretini, dovĂŠ capitolare, salve le persone. â (G. VILLANI, Cronic. Lib. XI. cap. 25.) In cotesto trambusto fra i Tarlati ed i Faggiolani la Terra di Sansepolcro trovossi immersa fino a che nel 1351 , la guerra fra l'arcivescovo di Milano ed i suoi aderenti essendosi riaccesa in Toscana con la Repubblica fiorentina, Pietro Tarlati con tutti i suoi consorti confederato col Visconti e col Signor di Cortona, s'impadronĂŹ del Borgo S. Sepolcro pochi mesi innanzi che un altro piĂš terribile flagello, i terremoti portarono lâultima desolazione a Sansepolcro, in guisa che crollò la maggior parte degli edifizi pubblici e privali, dov'è fama che perissero piĂš di 2000 persone.
Ad accrescere i mali ai Borghigiani oppressi dal dispotismo deâTarlati, dei Visconti e de'Faggiuolani, ed afflitti dal flagello deâterremoti si aggiunge nel 1359 la guerra che vi recarono i cittadini di CittĂ di Castello, mossi dal loro vescovo, il quale pretendeva di estendere la sua autoritĂ sopra il Borghigiani non ostante la immunitĂ loro confermata da diplomi imperiali e da diverse bolle di Pontefici. Il Cinelli che racconta il fatto, ci fa conoscere lo stato lagrimevole in che fu ridotta cotesta popolazione nel tempo che restò suddita del Comune di CittĂ di Castello dal quale, violato avendo ogni divino ed umano diritto, fu ridotta alla piĂš affliggente desolazione.
Matteo Villani destinò un capitolo della sua Cronaca fiorentina (Cap. 42 del Lib. 2.°) per raccontare del modo astuto come a Pier Saccone venne fatto di prendere nella notte del 20 novembre 1351 il Borgo a San Sepolcro, che quellâautore contemporaneo qualificò per terra forte e piena di popolo e di ricchi cittadini e fornita copiosamente di ogni bene da vivere con due cassieri forniti alla guardia di castellani perugini, ed alle torri di difesa. Nondimeno i Perugini (soggiunge il Cronista) turbati di questa perdita, procacciarono da ogni parte ajuto per riacquistare la Terra, tenendo essi sempre in casseri, e di presente ebbono 500 cavalieri fiorentini, siccome 1400 soldati a cavallo e con gran numero di pedoni se ne vennero per quella via dalla parte di CittĂ di Castello.
Ma mentre tali genti si disponevano a soccorrere quelli dei casseri, Unta viltĂ fu in coloro che gli avevano in guardia che senza attendere il soccorso, cosĂŹ vicino s'arrenderono a messer Piero e incontanente quelli del castel dâAnghiari cacciarono la guardia che v' era dei Perugini, e quelli del castel della Pieve S. Stefano fecero lo stesso tornando in potere deâTarlati.
Era per concludersi la pace di Sarzana quando nel principio del 1353 l'arcivescovo di Milano ordinò al Tarlati di far riedificare le mura e case del Borgo San Sepolcro, rovinate o giuste per lo terremoto, al quale effetto mandò 300 maestri muratori I Borghigiani rimasti in vita erano tutti straricchi per l'ereditĂ deâmorti, e per li sconci guadagni delle prede deâloro vicini condotte al Borgo, e perchĂŠ ai soldati avevano venduto caro la loro viituaglia, e gli altri arnesi, e perciò, venuti i maestri mu ratori, cominciarono a edificare le case e palagj e a fare assai piĂš nobili e piĂš belle abitazioni che prima non avevano, ma poco poterono lavorare giacchĂŠ la Terra ben presto mutò stato e padrone. â (M. VILLANI, Cronic. Lib. III. Cap. 85.) Uno fra gli altri padroni fu il vescovo di CittĂ di Castello, quando i Borghigiani sottrattisi al dispotismo deâTarlati ed afflitti dalle triste conseguenze deâterremoti si trovarono di notte tempo assaliti dalle genti di CittĂ di Castello, mosse dal loro vescovo, il quale pretendeva riacquistare con la forza la giĂ da gran tempo perduta autoritĂ spirituale sopra i Borghigiani. A questo fatta politico dubito che volesse appellare Matteo Villani, al Cap. 85 del Lib. III della sua Cronica.
Frattanto dopo cotesto fatto la Terra del Borgo tornò alquanto tempo in quiete, sebbene spesse volte cambiasse di padrone, fino a che Niccolo Fortebracci generale pontificio nel 1432 fu investito da Eugenio IV del feudo del Borgo quasi in premio delle sue prodezze militari. Ma cotesta investitura essendo precaria, e altronde Niccolo avendo abbandonato i servigi militari del Pontefice sotto pretesto delle sue paghe ritenne il Borgo con altre castella intorno non solo ma negò ogni sorta di obbedienza al Papa come suo feudatario intantochè gagliardamente travagliava i popoli.
NĂŠ qui si arrestarono le violenze poichĂŠ dopo la morte (anno 1435) del Fortebraccio, comparve al Borgo con le sue masnade il conte Francesco deâConti Guidi di Poppi, e col pretesto della restituzione della dote di sua figlia restala vedova di Nic colò egli prese il dominio del Borgo.
La qual cosa parendo grave al Pontefice, s'interpose mediatore il governo fiorentino in questo modo, che frattanto che non fossero appianate le differenze tra Eugenio IV e il conte di Poppi il Borgo si doveva depositare in mano della Signoria, la quale infatti mandò Giovanni Vespucci a pigliarne la tenuta. CosĂŹ il conte fu costretto a partire di lĂ ; mentre il patriarca Vitelleschi, prefetto dellâarmi pontificie, non solo riconquistò il Borgo S Sepolcro, ma molte altre castella di pertinenza dello stesso conte di Poppi, le quali poco dopo egli riebbe in grazia della mediazione della Signoria di Firenze presso il Pontefice. â Vedere POPPI.
â (AMMIR., Stor. Fior. Lib. XX.) Ma 4 anni dopo il cinte medesimi in tento a vendicarsi del Papa e di tutti colo ro che avevano contribuito ai danni suoi, si gettò imprudentemente con tutte le sue forze dalla parte del duca di Milano per combattere nelle file dellâesercito lombardo che per la via del Mugello e del Casentino nell'estate del 1440 dal capitano Niccolò Piccinino venne condotto in Toscana, e che dal cinte Francesco di Poppi a penetrar presto in Val Tiberina fu caldamente confortato. Il conte accompagnava l'esercito del Piccinino fra CittĂ di Castello ed il Borgo, quando le genti della Repubblica e del Pontefice erano in Anghiari, sotto il qual castello poco dopo (29 giugno 1440) accadde la famosa battaglia, che portò un'immensa perdita all'esercito lombardo e a quello del conte di Poppi che in pena della perfidia venne irrevocabilmente da tutte le sue castella della Toscana cacciato. â Vedere ANGHIARI E POPPI.
In questo modo diventarono vani tanti sforzi, apparati e concerti del duca di Milano e del conte di Poppi; e piĂš dannosa ancora per il Visconti sarebbe riescita la cosa, se i condottieri dell'esercito Fiorentino Papale avessero dato ascolto ai consigli d i N'eri Capponi uno de'commissarj, il quale suggerĂŹ che la mattina dopo la vittoria si marciasse di buon ora sopra il Borgo per rinchiudervi il nemico ivi ritirato; al che non fu consentito. Andò bensĂŹ lâoste vittoriosa al Borgo il primo giorno dell'imminente luglio, e tosto venuti al campo gli ambasciatori deâBorghigiani, pregarono i commissarj fiorentini perchĂŠ ricevessero sotto loro protezione il Comune predetto ed i suoi abitanti; ai quali però fu risposto che per i patti della Lega il Borgo doveva tornare allo Stato pontificio; e cosi fu eseguito con capitolazione, un art icolo della quale diceva, che tu t t i i prigioni che si trovavano in Sansepolcro per qualunque maniera fossero stati liberati. Entrossi nel Borgo, dice l'Ammirato (Star. Fior. Lib. XXI), pacificamente, e tra quel giorno e l'altro (1 e 2 luglio) delle rocche, o torri che il Borgo aveva se ne ebbero sole due.
Il restante dell'anno passò tranquillo per i Borghigiani, sotto il dominio del Pontefice Eugenio IV, il quale attendeva per i suoi bisogni, piuttosto che a governare i proprj sudditi, a chiedere denari ai Fiorentini per pagare li stipendj de' capitani e le spese occorse nella guerra; sicchĂŠ quel Papa finalmente fu costretto per 25000 ducati d'oro di dare il Borgo Sansepolcro in mano deâSignori della Repubblica Fiorentina i quali tosto vi mandarono a prenderne il possesso Niccolo Valori uno dei Dieci di Balia della guerra. Infatti nel 1441 sotto lĂŹ 22 febbrajo (st i le comune) fu firmato il contratto con la Repubblica Fiorentino che deputò alla guardia del Borgo un castellano con una compagnia di soldati ed un capitano per amministrarvi la giustizia nel civile e nel criminale, da cambiarsi entrambi ogni sei mesi. Quindi sotto di 9 agosto dello stesso anno la Signoria concesse ai Borghigiani diversi privilegi ed esenzioni, cui nel 13 settembre dello stesso anno tenne dietro un regolamento sul governo economico del Borgo, specialmente referibile alle gabelle, sale ecc. â (ARCH. DELLE RIFORM. DI FIRENZE. ) In questo mezzo tempo comparve uno scrittore dotto quanto coscienzioso, il quale preferĂŹ la veritĂ alla boria del suo ordine Camaldolense, in guisa che dalle lettere, odeporiche dell' abbate maggiore don Ambrogio Traversari vien posto in chiaro quanto un altro suo collega, collettore dei d i r i t t i della badia di Sansepolcro, si sforzava dimostrare al Pontefice Niccolo V rispetto alla giurisdizione ecclesiastica e temporale degli abbati della badia di S. Gio. Evangelista sopra gli abitanti del Borgo e del suo distretto.
In quanto spetta alla giurisdizione ecclesiastica della badia di S. Gio. Evangelista, che questa fosse stata dichiarata immune dai vescovi di Città di Castello, nella cui diocesi era compresa, non vi è chi possa metterlo in dubbio; ma che gli abbati di detto Monastero vi esercitassero anco nel secolo XIV e nel principio del XV dominio temporale, questo è ciò che il collettore prenominato non giunge a dimostrare con tutti i bandi, petizioni ed istrumenti di cauzioni relativi agli abbati del Borgo per restituzione di usure, dal collettore predetto riportati.
Arreca una luce maggiore all' argomento una bolla del i aprile 1402 spedita dal Pontefice Bonifazio IX a petizione dell'abbate e monaci del Borgo, con la quale si esentano quei claustrali dalla giurisdizione ecclesiastica verso il diocesano, ed in quella si parla pure dei loro diritti sulle usure, matrimoni ecc.
Coteste vertenze fra gli abbati del Borgo ed i vescovi di CittĂ di Castello si riaccesero molte volte nei secoli XIV e XV. Tale fu la lite del 1432, in tempo che nell'autunno di quell'anno si recava in visita alla badia predetta l'abbate maggiore dell'Ordine don Ambrogio Traversari.
Una di quelle lettere pertanto ci scuopre che gli usurai piÚ indiscreti del Borgo erano i monaci di quella badia, per cui il maggiore predetto don Ambrogio si sforzò di moderare le usure, e di obbligare quei religiosi a non prendere piÚ pegni alla mano.
Quindi soggiunge; visitavimus et gubernatorem oppidi ex officio nostro, sermonemque cum illo diutius protraximus, a quoo sumus humanissime accepti , etc.
Governava allora il Borgo in nome della S. Sede mess.
Ruggieri di Cajano commis sario apostolico, che l'abbate don Ambrogio qualifica per antico amico e giureconsulto distintissimo. â (ANNAL,. CAMALD. T.
VII.) A testimonianza cotanto chiara ed autorevole non vi ha che rispondere da chi volesse dare agli abbati del Monastero del Borgo nei tempi preaccennati una giurisdizione piĂš che spirituale.
Si chiudeva il secolo XV quando sotto il capitanato di Anton Francesco degli Scali i Dieci di Balia di guerra da Firenze sotto di 9 novembre del 1500 mandarono al Borgo Giuliano da Sangallo affinchè vedesse ed esaminasse il modo di poter riparare le mura e fortificazioni di detta Terra; ed il magistrato medesimo nel 7 dicembre successivo con altra lettera rispondeva al commissario predetto, che annunziava ai Dieci di Balia il desiderio mostrato dai Borghigiani, che si mettesse ad effetto il disegno fatto da Giuliano da Sangallo per la fortificazione del Borgo, dicendo loro come i Borghigiani erano pronti ad eseguire quanto dal Sangallo si era consigliato e disegnato. â (GAYE, Carteggio inedito di Artisti, Vol. II.) Ed infatti la guerra mossa dal Visconti per rimettere in Firenze lâesule Pietro di Lorenzo deâMedici con tutti i suoi ed i torbidi che nel principio del secolo XVI nellâaretino conseguitarono, dovettero dar da pensare ai Dieci di Balia di guerra per mettersi in guardia dalla parte del Borgo.
Ai quali sospetti dopo si aggiunse questo che quando ritornarono i Medici in Firenze ed un fratello di Piero (Leone X) fu innalzato sul soglio pontificio, le armi del duca di Milano dal territorio perugino dirigendosi verso CittĂ di Castello e Sansepolcro incominciarono a far delle scorrerie da quella parte; sicchĂŠ vedendo il Papa quellâoste accrescer di gente a danno deânuovi sudditi della Repubblica Fiorentina e dei popoli limitrofi , per affezionarsi i Borghigiani eresse la loro badia in sede vescovile. Infatti allorchĂŠ l'esercito del duca Francesco Maria Visconti (anno 1517) tentò gittarsi di nuovo in Val Tiberina, non vi trovò certamente quella facilitĂ che egli supponeva, avendo anco i popoli imparato a proprie spese nello stare piĂš cauti in tali eventi, onde quelle masnade, sebbene si trattenessero piĂš tempo nelle terre dei Fiorentini in Val Tiberina, con tuttociò non vi fecero altro profitto fuori che occupare il castello di Montedoglio, luogo ridotto di poca importanza. â (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XXIX.) Posersi bene a dare una grossa battaglia ad Anghiari, dove essendo gli abitatori valorosi e fedeli al popolo fiorentino, nonostante avessero muraglie non molto forti, nĂŠ abbondassero di mu nizioni, resero vano lo sforzo del Biscione, il quale da Anghiari si ridusse ad alloggiare sotto l'Appennino fra Sansepolcro e CittĂ di Castello, sulla via che per il Metauro guida ad Urbino; mentre Lorenzo deâMedici duca di Nemurs e figlio di Piero non mise tempo in mezzo per accorrervi come generale in capo dell'esercito fiorentino. â (Oper. cit.) Infatti egli si diresse al Borgo con molte milizie per osservare da vicino le mosse dell'oste milanese che poco appresso si ritirò dalla Massa Trabaria.
Frattanto dopo caduta la Repubblica Fiorentina in mano di Alessandro de' Medici, poi di Cosimo duca di Firenze, il Borgo Sansepolcro diede a quest' ultimo cagione di qualche dispiacere, sia per la poca fede dâ Alessandro Rondinelli che n'era commissario, sia per g l i intrighi di un Graziani, famiglia illustre del Borgo, il quale, desiderando di vendicarsi de' Pichi suoi nemici e non meno potenti de' Graziani, prometteva a Piero Strozzi ed a Filippo figlio di Baccio Valori capi fuorusciti e nemicissimi di Cosimo, di dare loro in mano il Borgo Sansepolcro.
Ma non si erano le cose con tale segretezza potute guidare, che non arrivassero allâorecchie dell'astuto duca, il quale inviò volando sopra il Borgo Jacopo Spini, cui tennero dietro Gherardo Gherardi commissario con ampia autoritĂ , il capitano Otto da Montauto con soldati a piedi e Ridolfo Baglioni con la sua cavalleria, sicchĂŠ il tutto fu ben presto assicurato. Ma il danno che da fuorusciti non potè esser fatto ai Borghigiani, fu per riceversi dai loro stessi cittadini, avendo questi preso l'armi nella sera che segui l'arrivo delle truppe inviate da Cosimo I, cominciando quelli di dentro a far tumulto e a gridare: che le truppe forestiere sgombrassero dal Borgo, giacchĂŠ eglino stessi erano capaci di difenderlo da qualunque sorpresa; per moda che volendo provvedere al bisogno e acquetare i Borghigiani, a questi finalmente fu concesso che la maggior parte delle soldatesche dal duca Cosimo inviate uscirebbero dalla loro cittĂ , lasciandovi solo con pochi fanti il Montauto. â (AMMIRAT., Stor.
Fior. Lib. XXXII.) NĂŠ qui terminò il chiasso, poichĂŠ il giorno appresso nuovo rumore si suscitò dai Borghesi, i quali sdegnati delle parole dette da un Pichi; che a loro malgrado gli si metterebbe il freno in bocca, di nuovo ripresero le armi, e quel Pichi con due suoi compagni in mezzo alla strada uccisero. Quindi corsi alle case de' Pichi, questi in nume ro di venti furono a furia di popolo cacciati dal Borgo, indi da 200 terrazzani infino al confine d'Anghiari vennero accompagnati. â (Opera cit.) II pronostico peraltro del Pichi ben presto si avverò, tostochè nellâanno appresso restarono da Cosimo I spogliati delle armi tutti gli abitanti del Borgo, dove mandò con amplissima facoltĂ Averardo Serristori a governarli (ivi).
Ma non aveva ancora il duca Cosimo riunito al suo dominio quello della Repubblica senese, allorchĂŠ le antiche nimistĂ de'Graziani e deâGoracci contro i Pichi ed i Rigi tornarono di nuovo ad armare i cittadini del Borgo, senza prendersi soggezione alcuna di Lorenzo Giacomini che v' era commissario per il duca di Firenze.
Ma come sogliono per lo piĂš andare a finire simili rivolte, mentre i Oraziani ed i Goracci per la mediazione del vescovo Niccolo Tornabuoni, del capitano Otto da Montauto e del conte di Monte doglio, stavano aspettando in un loro castello le condizioni della pace coi suoi nemici, colti essi e circondati dalle genti del principe, quindi accerchiati dal fuoco, dopo qualche difesa si dovettero rendere, salva la vita, per essere condotti a Firenze. â (Op . ci t ., Lib. XXXV.) A quest'ultima etĂ , e forse per la delta causa furono diroccati i subborghi di Sansepolcro piuttosto che all'occasione del passaggio dei Francesi e degli Spagnoli, come da alcuni fu opinato. Infatti Anton Maria Ora ziani ne assicura che in quellâoccasione (anno 1556) furono gettati a terra dalle truppe fiorentine anche tre monasteri di monache che erano nei subborghi traslocando in seguito quelle recluse nell'interno della cittĂ . â (ANT. M. GRAZIANI, De scriptis invita Minerva pag. 158.) Nell'anno stesso 1556 sotto dĂŹ 22 dicembre si sottomesse al duca Cosimo la v i l la di Cospaja posta a grecale del Borgo sull'estremo confine con il territorio di CittĂ di Castello; la qual villa essendo stata per lungo tempo in questione, fu giudicata di niun padrone, in guisa che divenne un luogo di deposito di tutte le merci di contrabbando, finchĂŠ il governo granducale nel 1832 la rinunziò totalmente alla giurisdizione e dominio Pontificio. â Vedere COSPAJA.
Inoltre è da avvertire che allâepoca della statistica del 1551 la cittĂ di Sansepolcro era repartita in quattro quartieri; cioè, di Sansepolcro, di San Giovanni, di S.
Bartolommeo e di San Pietro; che contava due borghi, uno de' quali fuor di porta S. Niccolò, e l'altro fuori di Porta fiorentina, non comprese varie abitazioni spicciolate (164 fuochi) con 778 abitanti A quell'epoca il suo governo economico consisteva in 51 consiglieri preseduti dal gonfaloniere con i suoi priori.
Dalle notizie ordinate nel 1789 dalla giunta deputata dal Granduca Leopoldo I ris petto al compartimento deâgoverni provinciali sulla giurisdizione del capitanato e cancelleria comunitativa di Sansepolcro, risulta, che dentro le mura della cittĂ esistevano bocche da tassa n.° 1534 in fuochi 651, esclusi fuochi 329 non tassati per esser poveri; mentre il territorio del Borgo era suddiviso in 25 sindicherie, dov'erano bocche da tassa 1886, oltre 41 case d i pigionali poveri. Totale delle bocche da tassa nella ComunitĂ del Borgo allâanno 1789 N° 3420.
Esiste nell'Arch. delle Riformagioni di Firenze una relazione di quei ministri del 27 febbrajo 1623, in cui si trova un dettaglio del governo civile della cittĂ di Sansepolcro, ad esclusione di alcune di quelle famiglie, approvala da rescritto sovrano.
Chiese principali, Monasteri e Luoghi pii. â Le chiese di Sansepolcro potrebbero dirsi quasi gallerie pittoriche, tanti e si variati sono i quadri che le adornano, e di credito i pittori che li eseguirono.
La prima, la piÚ vasta e la piÚ ornata è la chiesa cattedrale a tre navate, stata di corto restaurata, che possiede, oltre il tesoro di varie reliquie, molte tavole di buoni pittori, fra le quali primeggia l'Assunzione di N.
S., opera squisita dell'ultima maniera di Pietro Perugino. Vi è una Resurrezione di Randellino dal Colle, allievo dell'Urbinate; unâAnnunziata di Giacomo Palma; un S. Tommaso di Santi di Tito, ed altri due quadri di Cherubino e di Durante Alberti, famiglia di Sansepolcro numerosissima di pittori. Dallo stesso Cherubino Alberti fu dipinta a fresco la facciata di un palazzo in Sansepolcro, con armi, genti, e fregj bizzarrissimi.
Chiesa di S. Francesco deâConventuali. â Fu edificata con il convento annesso l'anno 1258 da fra Tommaso da Spello; e fu rifatta di nuovo sul declinare del secolo XVIII caricandola di stucchi con volta sos tituita alla vecchia soffitta. Il convento è sempre abitato dai Minori Conventuali.
La tavola all'altare di S. Francesco è di Giovanni deâVecchi di Sansepolcro, un quadro della disputa di N.
S. nel Tempio fu dipinto dal Passignano, e quello di S.
Antonio da Padova da Gio. Battista Mercati uno pur esso dei t a n t i pittori del Borgo. In questa chiesa fu traslocata nel 1808 una cura della cittĂ , quella di S.
Niccolò.
Chiesa di S. Agostino. â La chiesa attuale è stata riedificata dai fondamenti nel secolo ultimo trascorso sugli avanzi dell'antica, nella quale si dice che esistessero colonne di granito orientale. Il convento contiguo era abitato dai Frati Romitani fino dal secolo XIV almeno, tostochè sono essi rammentati nella transazione fatta lĂŹ 21 dicembre 1363 fra il vescovo di CittĂ di Castello e l'abbate del Monastero di S. Gio. Evangelista del Borgo. â (ANNAL. CAMALD. Vol. VII) Attualmente la famiglia di quei religiosi soppressa, e la sua cura trasportata insieme con l 'antico fonte battesimale nella chiesa di S. Maria deâPP. Serviti.
Anche quest' ultima chiesa de' PP. Serviti, che conta la sua fondazione collâanno 1278, ordinata da S. Filippo Benizzi fuori della Porta del Ponte, è stata posteriormente rifatta dentro la c i t t Ă e ne l secolo passalo venne arricchita di stucchi, maniera che mantiensi in voga nella Valle Tiberina toscana vi sono due quadri del Cav. Pomarance e uno del Borghese Giovanni de' Vecchi.
Chiesa di S. Niccolo. â Era una parrocchia stata amministrala dai monaci Camaldolensi a partire dal secolo XVI fino al 1808 quando la sua cura fu traslocata nella chiesa di S. Francesco. Questa chiesa ha un piccolo quadro all'altar maggiore della scuola di Raffaellino dal Colle. â Vedere Chiesa di S. Francesco.
Due monasteri di Francescane, e chiese di S. Chiara e di S. Marta. â Fra il primo uno de' tre monasteri stato fuori di c i t t Ă fino al 1556 ed abitato da Clarisse. Nel secondo si conservano le Cappuccine sotto l'invocazione di S. Maria. Nella chiesa loro esiste un quadro di Cherubino Alberti ed un affresco nella cappella della Madonna, che è opera di Gio. Battista Mercati, entrambi del Borgo.
Chiesa e Monastero di S. Lorenzo. â Fu in origine fondalo nel 1350 in una villa di Sansepolcro, quindi nel subborgo di Porta fiorentina abitato dalle recluse Benedettine in luogo dello tuttora alle Santuccie, e finalmente trasferito in cittĂ nella chiesa e case della confraternita di S. Croce. Attualmente è soppresso, e ridotto ad uso di orfanotrofio per le fanciulle con varie telaja da tessere in lino, lana, cotone e canape.
La sua chiesa all 'altar maggiore ha una tavola rappresentante la deposizione dalla Croce di TV. S., opera del Rosso fiorentino, e all'altare di S. Benedetto un altro quadro dipinto da Gio. Battista Mercati.
Rammenterò il conservatorio di S. Bartolommeo dove si coniano 24 fra oblate ed educande a convitto.
Accennerò la chiesa della confraternita della Misericordia per una pittura all'altar maggiore di Pietro della Francesca; la compagnia del Buon GesÚ per un quadro della Crocifissione del Pinturicchio; la confraternita della Madonna delle Grazie per una B.
Vergine Maria di Raffaellino dal Colle, alla cui mano spetta altro quadro dell'altar maggiore della chiesa di S.
Pietro, dove è pure dipinto un Crocifisso di Giovanni Alberti. â Nella chiesa soppressa di S. Giovanni era un altro quadro di Pier Francesco Alberti, ora nella cattedrale, dove fu trasportata anco la sua antica cura.
Chiese e conventi deâCappuccini. â Due piccole famiglie religiose di Cappuccini abitano, una il convento deâS. Michele un terzo di miglio toscano a maestrale della c i t tĂ , che dalla sua bella situazione è appellato il Paradiso, e l'altra lâEremo a Monte Casule 5 miglia toscane a grecale di San Sepolcro sul monte che resta a cavaliere della cittĂ . Ă un piccolo santuario dove da quei devoti claustrali si mostra il masso su cui dormiva S. Francesco, e s' indicano le celle di duri letti sui quali un dĂŹ adagiavansi S. Bonaventura e S. Antonio da Padova.
Oltre i monasteri sopraindicati restano tuttora in Sansepolcro i conventi deâMinori Osservanti in S. Maria Maddalena e quelli giĂ rammentati de' Conventuali in S.
Francesco e de' PP. Serviti in S. Maria, mentre i monasteri deâCamaldolensi ed i conventi degli Agostiniani e dei Gesuiti furono giĂ da qualche tempo soppressi.
A tutte ques te chiese pregevoli per buone pitture si aggiunge il palazzo del pubblico, in cui figurano due dipinti a buon fresco di Pietro della Francesca, rappresentanti, uno la Resurrezione di G. C. e l'altro la Flagellazione alla colonna, opera quest' ultima di Cherubino Alberti.
Inoltre Sansepolcro ha un teatro, e fra gli Istituti di pietĂ conta due spedali, uno per gl'infermi e l'altro per i gettatelli, e piĂš un Mente pio rifabbricato sul declinare del secolo XVIII ed annesso al palazzo di residenza del magistrato civico, dove abita anche il vicario regio.
Vi è un seminario mantenuto in parie con quelle entrale che servivano per tenere alcuni giovani a studio di belle arti in Ro ma. Esso fu eretto nel 1711 dal vescovo Tilli, ma sotto il vescovo Marcacci fu trasferito nel bel collegio ch'ebbero costà i PP. Gesuiti. Ivi si educano gratis sei giovani poveri, di nascita civile, e tutti i seminaristi godono del benefizio delle scuole comunitative, le quali sono in numero di sei, cioè di calligrafia e abaco, primi rudimenti di grammatica, umanità , rettorica, filosofia e geometria, morale e dogmatica.
Accademia Filarmonica. â Una cittĂ che ha dato tanti artisti non poteva mancare, e non manca, di bravi filarmonici.
Accademia della Val Tiberina Tosca na. â Eâ l'Accademia che si mantiene sempre giovane e sempre operosa fra quante altre di provincia conta oggi (e sono molte) la Toscana granducale.
Da essa hanno avuto vita le stanze civiche, da essa una pubblica biblioteca, da essa furono stabiliti de' quesiti utili e dispensali premi e medaglie d' onore, da essa finalmente Sansepolcro e la Toscana attendono la promessa statistica economica agra ria della Val Tiberina superiore toscana.
Uomini illustri nelle scienze, lettere ed arti. â Se la cittĂ di Sansepolcro vantò e vanta gran numero di famiglie nobili, fra le quali i Graziani, i Pichi, li Schianteschi, i Rigi, i Dotti, i Cantagallina, non ha certo di che invidiare per copia degli uomini ce lebri in chiarezza d'ingegno. Non citerò quelli famosi in santitĂ , fra i quali dovrei mettere per primo un B.
Andrea Dotti Servila che mori nel 1 3 1 5 , nĂŠ rammenterò gli uomini distinti in valor militare; mi limiterò solo a indicare i piĂš celebri nelle scienze, lettere ed a r t i . Fra questi citerò un Antonio dei Moroni dottor di decretali vicario generale di Filippo deâMedici arcivescovo di Pisa che fiorĂŹ nel secolo XV, un Dionisio Roberti, fra i maggiori letterati del secolo XIV lodato dallâamico Petrarca, un Pietro Gherardi filosofo, istorico, e grecista di somma fama nel secolo XVI, un Fr. Luca Paccioli insigne matematico e pro fondo geometra, il quale nei tre anni che stette a Milano (1496-99) chiamatovi da Lodovico il Moro per aprirvi una cattedra, di matematiche, fu in sĂŹ stretta amicizia con Leonardo da Vinci, che per lui intagliò in legno molli disegni inseriti nel suo libro della Divina Proporzione. â Citerò un Pietro della Francesca restauratore della prospettiva e pittore di sommo merito, un Mons.
Anton Maria Graziani letterato insigne, un Mons.
Giuseppe Maria Lancisi archiatro di due Pontefici. â Che se poi si dovessero rammentare i pittori piĂš distinti nativi di Sansepolcro la lista sarebbe troppo lunga, alla quale però va in testa il c i t a t o Pietro della Francesca che fece molti buoni scolari, cui succede in merito Raffaellino dal Colle allievo distinto dell'Urbinate e di Giulio Romano. NĂŠ anderebbe omesso un Cristoforo Gherardi, detto Botine, che impuro da Raffaellino dal Colle, e di cui fu scolaro Giovanni de' Vecchi. Citerei un Re migio ed un Marcantonio Cantagallina architetti distinti, oltre molti pittori della famiglia Alberti, un Santi di Tito, ecc.
La città di Sansepolcro è stata molto soggetta ai terremoti, il piÚ spaventevole dei quali fu nell'anno 1352, sebbene con gran danno essi si ripetessero sul declinare del secolo passato, ne l 1781 ripetute anche nel 1789.
Onde riparare ai danni prodotti dai terremoti del 1781 corse sollecito il Gran Leopoldo, il quale confortando gli afflitti volle munificentissimo si rifacessero a spese del R. Erario le case ai bisognosi, e che si somministrasse agli altri il denaro senza frutto per ricostruire le abitazioni cadute o rovinose.
Attualmente risiede in San Sepolcro oltre il suo vescovo un vicario regio, che limita la sua giurisdizione civile alla sola ComunitĂ di Sansepolcro, ma per la criminale abbraccia le potesterie di Anghiari, d i Monterchi, della Pieve S. Stefano e d i Sestino.
Vi risiede un cancelliere comunitativo che serve anche alle ComunitĂ di Anghiari, di Monterchi e del Monte S. Maria. Vi è pure un uffizio di ricevitoria del Registro ed ingegnere di Circondario. â La conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza sono in Arezzo.
MOVIMENTO della Popolazione della CITTAâ DI SANSEPOLCRO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -; numero delle famiglie 1158; totale della popolazione 5041.
ANNO 1745: Impuberi maschi 385; femmine 312; adulti maschi 389, femmine 586; coniugati dei due sessi 699; ecclesiastici secolari e regolari 232; numero delle famiglie 547; totale della popolazione 2523.
ANNO 1833: Impuberi maschi 534; femmine 547; adulti maschi 596, femmine 791; coniugati dei due sessi 1340; ecclesiastici secolari e regolari 214; numero delle famiglie 714; totale della popolazione 4026.
ANNO 1840: Impuberi maschi 575; femmine 666; adulti maschi 657, femmine 855; coniugati dei due sessi 1360; ecclesiastici secolari e regolari 194; numero delle famiglie 804; totale della popolazione 4297.
COMUNITAâ DI SANSEPOLCRO. â Il territorio di questa ComunitĂ occupa una superficie di 25309 quadrati dei quali 1393 quadrati sono presi dai fiumi o da altri minori corsi dâacque e da pubbliche strade.
Nell'anno 183 vi abitava familiarmente una popolazione di 6344 individui, a proporzione repartita di circa 219 persone per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
Confina con tre ComunitĂ del Granducato, e per una linea dell'estensione di quasi dieci miglia dirimpetto a ostro, a scirocco e a levante grecale con il territorio dello Stato pontificio, quasi sempre mediante termini artificiali, se si eccettua circa 1/2 miglio toscano mediante il letto del Tevere che le resta di fronte a libeccio Si tocca nell'Alpe della Luna con il territorio della Badia Tedalda che fronteggia di faccia a grecale e col quale il nostro di Sansepolcro percorre per il crine del monte detto della Badia e per quello delle Masse maggiori; passate le quali Masse trova di fronte a maestrale il territorio della ComunitĂ di Pieve S.
Stefano, con il quale poco dopo si dirige verso ponente mediante il fosso dellâAstro e di lĂ lungo il fosso d'Acqualecchio e infine per il borro ilei Bagnolo.
Giunti alla confluenza del fosso del Ponzano i due territorj rimontano l'Alpe della Luna nella direzione di grecale percorrendo il suo fianco occidentale per oltrepassare la villa di Aboca. Di costassĂš i due territorii della Pieve e del Borgo formando un angolo acuto riscendono nella Valle Tiberina superiore mediante il torrente Tignano, col quale voltando a ponente libeccio tagliano la strada provinciale fra la Pieve ed il Borgo finchĂŠ entrano nel Tevere. Lungo il corso di cotesto fiume sottentra a confine la ComunitĂ d'Anghiari, da primo mediante lo stesso Tevere, poscia la nostra oltrepassandolo si dir ige a ostro e quindi a scirocco rasentando le falde meridionali del poggio di Montedoglio, quindi tagliando la strada regia di Urbino, ritrova lungo il Tevere lo Stato pontificio. Fra i maggiori corsi dâacqua che attraversano o che lambiscono il territorio di questa ComunitĂ , havvi il Tevere che lo costeggia dirimpetto a maestrale innanzi di attraversarlo, nella quale traversa trovandosi 4 per 5 miglia toscane tortuose senz'argini, viene latamente ricoperto. â PiĂš povero d'acque è e il torrente Tignano, sebbene questo scenda per lungo cammino dallâ Alpe della Luna; cosĂŹ il torrente Afra, il quale scorre dentro i con fini di questa ComunitĂ a maestrale del capoluogo.
Aveva preso piede piÚ d'una volta il progetto mediante una società di possidenti frontisti del Tevere, autorizzalo infine dalla suprema potestà , quello cioè di arginare il detto fiume dentro il territorio comunitativo di Sansepolcro, affinchè le sue acque non piÚ capricciose attraversassero con danno grande una florida campagna, e impedissero che ad ogni piena le opere di agricoltura fossero trascinate via dalle sue acque. A questo scopo l'accademia della Val Tiberina toscana sino dal principio della sua istituzione pubblicò un programma con la promessa di una medaglia in premio a chi risolvesse alcuni quesiti d'idrometria per il piÚ facile e piÚ economico incanalamento del Tevere dentro il territorio della Comunità di Sansepolcro. Ma quando si t ra t ta di corta traversa di un fiume a confine con altre Comunità e con Stati esteri un'accademia può far sentire la sua voce, ma niente piÚ.
Frattanto il Tevere con nuove devastazioni sempre piĂš danneggiava i vicini possidenti terrieri, sicchĂŠ nell'anno 1839 uno di questi sottopose una supplica al suo governo, affinchè si degnasse concedere facoltĂ ai possidenti in riva al Tevere di potersi mediante unâassociazione occupare di proposito della sopraindicata impresa. Sono giĂ quattr'anni che la supplica predetta fu riempita di firme, ma il Tevere vagando continua a dirigere a piacere qua e lĂ le sue acque con danno continuo deâfrontisti, quando la scienza idraulica ha fallo ta l i progressi che rendono poco servigio ai Borghigiani tu t te le volte che il forestiero affacciandosi in questâamenissima valle e contemplando le devastazioni del fiume vi trova un sintomo quasi negativo di civilizzazione.
Ă regia la nuova strada dâUrbino che dal vallone del Cerfone entra nel territorio dâAnghiari e di Sansepolcro sino a Cospaja donde prosegue nello Stato pontificio.
Ă provinciale rotabile la strada della Val Tiberina che da Bibbiena per l'Alvernia e Pieve S. Stefano porta a Sansepolcro e CittĂ di Castello.
Sono comunitative rotabili la continuazione dello stradone fra Anghiari e il Borgo, quella che staccasi da detto stradone per condurre alle ville o casali di S.
Fiora e di S. Croce, e lâaltra che guida alle ville di Grignano, di Val d'Afra e del Trebbio. La via però che dal Borgo sale alla dogana ed all'eremo di Monte Casale è mulattiera.
I monti piĂš elevati di questa ComunitĂ sono quelli costituenti il contrafforte dell'Appennino che inoltrasi dalle Balze fra la Badia Tedalda e la Pieve S. Stefano protraendosi a Mercatello verso il fiume Metauro. Tali sono nel territorio in questione l'Alpe della Luna, la cui sommitĂ a confine con la Badia Tedalda, sopra le piĂš alte sorgenti del Metauro e della Marecchia, fu trovata dal prof. P. Inghirami braccia 2183 sopra il livello del mare Mediterraneo.
Rispetto alla qualitĂ fisica del territorio in questione, esso può ristringersi a due sezioni, cioè, al terreno di trasporto sparso di molt i ciottoli trascinati in questa valle dai monti che la fiancheggiano a destra e a sinistra, mentre le pareti occidentali dellâAlpe della Luna, inoltrandosi verso Monte Casale, consistono in strati potenti di arenaria ma cigno che alternano con sottili straterelli di schisto marnoso a fucoidi, attraversati in vario senso da larghi filoni di spato calcare candido.
La pendenza deâcanali che scendono a maestrale di Sansepolcro rende nellâestate un gran servigio alle sottoposte campagne per l'industria deâvillici coloni che incanalano quelle acque ad oggetto d'innaffiare e rendere piĂš fruttiferi i loro aridi campi.
Le acque deâpozzi sono quasi tutte gravi e selenitiche, per cui è invalsa opinione fra i medici di questa ComunitĂ che da tali acque derivino le ostruzioni di fegato e di milza, alle quali vanno frequentemente soggetti gli abitanti di Sansepolcro.
Il commercio e l'industria da cui nei tempi della Repubblica Fiorentina era animata cotesta ci t tĂ , specialmente nelle arti della lana, della seta, e nel traffico del guado, si mostrano tuttora neâsuoi antichi s ta tu t i comunitativi alle rubriche 25, 35, 46 e 52.
Lâarte della seta e della lana ora si può dire estinta affatto; quella del guado ebbe un incitamento governativo nel 1809 che presto spirò dopo cessata la proibizione deâgeneri coloniali e poco innanzi la ripristinazione della naturale Dinastia felicemente regnante in Toscana.
La ComunitĂ mantiene sei maestri di scuole pubbliche rammentate allâArticolo Seminario. Rispetto allâistruzione delle fanciulle fanno da maestre tre Oblate del conservatorio. â Un medico ed un chirurgo sono condotti per la cittĂ ed un medico-chirurgo presta servigio nella campagna.
Nei sabati si tiene in Sansepolcro un languido mercato di vettovaglie e merci.
Cadono pure in Sansepolcro quattro fiere annuali, la prima delle quali nel giovedĂŹ dopo mezza quaresima, la seconda nel 20 giugno, la terza nel I settembre e la quarta nel 20 ottobre.
QUADRO della Popolazione della COMUNITAâ di SANSEPOLCRO a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Aboca (*), titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (un dÏ Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 254, abitanti anno 1745 n° 250, abitanti anno 1833 n° 335, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: Santa Croce nel Pian di Borgo, titolo della chiesa: S. Croce (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 39, abitanti anno 1745 n° 39, abitanti anno 1833 n° 74, abitanti anno 1840 n° 76 - nome del luogo: Santa Fiora delle Ville, titolo della chiesa: SS. Flora e Lucilla (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Arezzo), abitanti anno 1551 n° 114, abitanti anno 1745 n° 177, abitanti anno 1833 n° 250, abitanti anno 1840 n° 273 - nome del luogo: Gragnano (1), titolo della chiesa: SS.
Lorentino e Pergentino (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Arezzo), abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 289 - nome del luogo: Gricignano, titolo della chiesa: S.
Biagio (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 147, abitanti anno 1745 n° 188, abitanti anno 1833 n° 390, abitanti anno 1840 n° 420 - nome del luogo: Melello, titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 140, abitanti anno 1745 n° 424, abitanti anno 1833 n° 245, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: Misciano, titolo della chiesa: S.
Cristofano (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 34, abitanti anno 1745 n° 39, abitanti anno 1833 n° 103, abitanti anno 1840 n° 134 - nome del luogo: Montagna, titolo della chiesa: S.
Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 311, abitanti anno 1745 n° 161, abitanti anno 1833 n° 261, abitanti anno 1840 n° 282 - nome del luogo: Montedoglio (1) (*), titolo della chiesa: S. Martino (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 95 - nome del luogo: SANSEPOLCRO in CittĂ , titolo della chiesa: S. Agostino in S. Maria deâServi (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 397, abitanti anno 1745 n° 84, abitanti anno 1833 n° 577, abitanti anno 1840 n° 619 - nome del luogo: SANSEPOLCRO in CittĂ , titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Cattedrale), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 3671, abitanti anno 1745 n° 2010, abitanti anno 1833 n° 2597, abitanti anno 1840 n° 2691 - nome del luogo: SANSEPOLCRO in CittĂ , titolo della chiesa: S. Niccolò in S. Francesco (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 1073, abitanti anno 1745 n° 529, abitanti anno 1833 n° 854, abitanti anno 1840 n° 986 - Spicciolati fuori di CittĂ nella prima epoca (anno 1551), abitanti n° 1902 - nome del luogo: Succastelli (1) (*), titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (giĂ badia), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 287 - nome del luogo: Trebbio a Val dâAfra, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 180, abitanti anno 1745 n° 231, abitanti anno 1833 n° 269, abitanti anno 1840 n° 286 - nome del luogo: Villa di Val dâAfra, titolo della chiesa: S. Martino (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 81, abitanti anno 1745 n° 60, abitanti anno 1833 n° 169, abitanti anno 1840 n° 172 - nome del luogo: alla Villa (*), titolo della chiesa: S.
Pietro (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 80, abitanti anno 1745 n° 107, abitanti anno 1833 n° 220, abitanti anno 1840 n° 227 - Totale abitanti anno 1551: n° 8423 - Totale abitanti anno 1745: n° 4299 - Totale abitanti anno 1833: n° 6344 N.B. Nellâultima epoca del 1840 entravano dalle Parrocchie estere - abitanti n° 49 (1) (*) Le Parrocchie della Nota (1) nelle prime tre epoche spettavano a ComunitĂ limitrofe, e quelle con (*) nel 1840 mandavano fuori di questa ComunitĂ - abitanti n° 370 - RESTANO abitanti anno 1840: n° 7156 DIOCESI DI SANSEPOLCRO. â Questa diocesi fu eretta dal Pontefice Leone X con bolla del 22 settembre 1515, dalla quale fu dichiarato cotesto Borgo cittĂ nobile ed il suo nuovo vescovo suffraganeo del metropolitano di Firenze. Dalla stessa bolla fu nominato in primo vescovo di Sansepolcro lâabbate di S. Giovanni Evangelista Galeotto Graziani, che ne prese il possesso li 18 settembre del 1520 dopo aver esercitato per molti anni lâufficio di superiore deâmonaci Camaldolensi di quella Abbadia, convertendo la sua chiesa in cattedrale, ed il claustro contiguo in episcopio.
Oltre i beni posseduti allora dalla stessa ricca badia, furono aggregati al patrimonio della nuova mensa vescovile di Sansepolcro quelli delle soppresse abazie Camaldolensi di Succastelli, di Dicciano e Titi, col riservare al vescovo pro tempore il titolo di loro abbate.
In tal guisa terminarono le dissensioni continue state fra i vescovi di CittĂ di Castello e gli abbati Camaldolensi del Borgo.
La giurisdizione dei vescovi di Sansepolcro sotto il governo del Granduca Leopoldo I si accrebbe non solo dell'arcipretura Nullius di Sestino con tutti i popoli di quella ComunitĂ , ma ancora di tre parrocchie comprese fino allora sotto la diocesi di Montefeltro. Vi si aggiunsero nel tempo stesso 14 cure dellâabbazia Nullius Diocesis di Bagno e 32 popoli appartenuti alle Badie parimente Nullius di S. Maria in Cosmedin allâIsola e di S. Ellero a Galeata.
Attualmente la diocesi della città di Sansepolcro conta 135 parrocchie; cioè, due collegiate e 23 pievi, fra le quali due badie senza suffraganee, S. Maria in Cosmedin, e S.
Ellero a Galeata; 13 cure suburbane della cattedrale; 6 sotto la collegiata di Pieve S. Stefano ; 9 sotto l'arcipretura di Monterechi; 11 sotto il pievanato della Sovara; 5 sotto lâarcipretura di Sestino; 4 sotto lâarcipretura di Montirone; 3 sotto la prepositura di S. Giovanni in Vecchio; 5 sotto la pieve ai Palazzi; 5 nel piviere di Sigliano; 6 nel pievanato di Corliano; 4 in quello di Fresciano; 5 nellâarcipretura di Caprese; 4 nel piviere di S. Maria alla Selva; 4 nellâarcipretura di Alfero; 3 nella prepositura di Bagno; altrettante spettanti a S. Pietro a Corzano ed allâarcipretura di S. Maria in Equis; 4 nellâarcipretura di S. Pietro in Bosco; 5 nel pievanato del Corniolo; 3 nel piviere di Campo Sonaldo, il simile nell'arcipretura del Poggio alla Lastra ; e 4 nella prepositura di S. Sofia.
Il capitolo che fu accordato al vescovo di Sansepolcro consiste in 12 canonici con un numero di cappellani e di chierici, fra i quali tre dignitarj col titolo di preposto, di arcidiacono e di arciprete, cui è annessa anco la cura delle anime della cattedrale.
SERIE DEI VESCOVI DI SANSEPOLCRO.
1. Galeotto Graziani, giĂ abbate di S. Giovanni Evangelista, dal 28 settembre 1520 al 16 aprile 1522.
2. Leonardo Tornabuoni , dal 31 agosto 1522, traslatato nel marzo del 1539 al vescovato di Ajaccio in Corsica.
3. Filippo Archinto , dall'anno 1539, traslatato nel marzo del 1546 al vescovato di Saluzzo in Piemonte.
4. Alfonso Tornabuoni , dallâottobre del 1546 fino al 1557.
5. Filippo Tornabuoni, dall'ottobre del 1557 al novembre del 1559.
6. Niccolò Tornabuoni , dal maggio dell'anno 1560 allâaprile del 1598.
7. Alessandro Borghi, dal giugno del 1598 allâanno 1605.
8. Girolamo Incontri, dal dicembre del 1605 allâanno 1615.
9. Giovanni Gualtieri, dal dicembre del 1615 al maggio del 1619.
10. Filippo Salviati , dall'agosto 1619 allâanno 1634.
11. Zanobi Medici, dal luglio 1634 allâottobre del 1637.
12. Dionisio Bussotti , dal 1638 al 1654.
13. Fr. Cherubino Malaspina , dallâagosto 1655 allâanno 1667.
14. Gio. Carlo Baldovinetti, dal dicembre del 1667 al settembre del 1671.
15. Lodovico Malaspina, dal febbrajo 1672 all'anno 1695.
16. Fr. Gregorio Compagni, dal gennajo del 1696 al giugno del 1703.
17. Gio. Lorenzo deâTilli, dal luglio 1704.
18. Bartolommeo Pucci, dal ⌠al ⌠19. Raimondo Pecchiolli , dal ⌠al ⌠20. Domenico Poltri, dal... al ⌠21. Adeodato Andrea Conti, dal ⌠al...
22. Niccolò Marcacci, dal ⌠al ⌠23. Roberto Costaguti , dal... al...
24. Annibale Cav. Tommasi vivente.
QUADRO SINOTTICO delle Chiese parrocchiali della DIOCESI DI SANSEPOLCRO diviso per Pievanati con la loro popolazione a quattro epoche diverse.
N.B. Lâiniziale (A) indica che quelle parrocchie appartenevano innanzi alla Diocesi di CittĂ di castello; lâiniziale (B) indica che quelle parrocchie appartenevano giĂ alla Diocesi di Arezzo; lâiniziale (C) mostra che quelle parrocchie appartenevano alla Badia Nullius di Bagno; lâiniziale (D) indica che quelle parrocchie appartenevano alla Badia Nullius di Galeata; lâiniziale (E) indica che quelle parrocchie appartenevano allâArcipresbiterato Nullius di Sestino; finalmente lâiniziale (F) indica che quelle parrocchie appartenevano innanzi alla Diocesi di Monte Feltro.
1. Nome del Piviere: Pievanato maggiore con 13 succursali - titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista, Cattedrale Arcipretura (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 6940 (con S. Agostino e S. Niccolò), abitanti anno 1745: n° 2010, abitanti anno 1833: n° 2597, abitanti anno 1840: n° 2692 - titolo della chiesa: S. Agostino in S. Maria deâServi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 6940 (con S. Giovanni Evangelista e S.
Niccolò), abitanti anno 1745: n° 84, abitanti anno 1833: n° 577, abitanti anno 1840: n° 619 - titolo della chiesa: S. Niccolò in S. Francesco (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 6940 (con S. Giovanni Evangelista e S. Agostino), abitanti anno 1745: n° 529, abitanti anno 1833: n° 854, abitanti anno 1840: n° 986 - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista al Trebbio (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 180, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 169, abitanti anno 1840: n° 289 - titolo della chiesa: S. Biagio a Gricignano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 147, abitanti anno 1745: n° 188, abitanti anno 1833: n° 390, abitanti anno 1840: n° 420 - titolo della chiesa: SS. Flora e Lucilla a S. Fiora (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 177, abitanti anno 1833: n° 250, abitanti anno 1840: n° 273 - titolo della chiesa: SS. Laurentino e Pergentino a Gragnano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 125, abitanti anno 1745: n° 167, abitanti anno 1833: n° 269, abitanti anno 1840: n° 289 - titolo della chiesa: S. Pietro in Villa S. Pietro (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 80, abitanti anno 1745: n° 107, abitanti anno 1833: n° 220, abitanti anno 1840: n° 227 - titolo della chiesa: S. Maria al Melello con S. Marino (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 95, abitanti anno 1745: n° 424, abitanti anno 1833: n° 245, abitanti anno 1840: n° 259 - titolo della chiesa: SS. Giacomo e Cristofano a Misciano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 34, abitanti anno 1745: n° 39, abitanti anno 1833: n° 103, abitanti anno 1840: n° 134 - titolo della chiesa: S. Angiolo alla Battuta detta comunemente alla Montagna (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 311, abitanti anno 1745: n° 161, abitanti anno 1833: n° 261, abitanti anno 1840: n° 282 - titolo della chiesa: S. Martino in Val dâAfra (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 81, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 269, abitanti anno 1840: n° 172 - titolo della chiesa: S. Bartolo mmeo, Badia Succastelli (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° -, abitanti anno 1840: n° 287 - titolo della chiesa: S. Maria dâAboca (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 254, abitanti anno 1745: n° 250, abitanti anno 1833: n° 335, abitanti anno 1840: n° 380 2. Nome del Piviere: Pieve S. Stefano (Collegiata, Arcipretura con 6 suffraganee) - titolo della chiesa: Pieve S. Stefano, Arcipretura Collegiata (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 1485, abitanti anno 1745: n° 1078, abitanti anno 1833: n° 1470, abitanti anno 1840: n° 1597 - titolo della chiesa: SS. Giacomo e Cristofano a Montalone (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 307, abitanti anno 1745: n° 160, abitanti anno 1833: n° 148, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: SS. Bartolommeo e Giorgio a Sintigliano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 339, abitanti anno 1745: n° 152, abitanti anno 1833: n° 100, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: S. Martino a Compito (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 114, abitanti anno 1833: n° 35, abitanti anno 1840: n° 73 - titolo della chiesa: S. Antonio a Cerbajolo (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 81, abitanti anno 1840: n° 97 - titolo della chiesa: S. Andrea a Mignano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 101, abitanti anno 1745: n° 38, abitanti anno 1833: n° 62, abitanti anno 1840: n° 74 - titolo della chiesa: S. Quirico a Pietra nera (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 40, abitanti anno 1833: n° 28, abitanti anno 1840: n° 31 3. Nome del Piviere: Pievanato di Monterchi (Arcipretura con 9 succursali) - titolo della chiesa: S. Simone a Monterchi, Arcipretura (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 565, abitanti anno 1745: n° 435, abitanti anno 1833: n° 578, abitanti anno 1840: n° 591 - titolo della chiesa: S. Biagio a Pocaja e annessi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 168, abitanti anno 1745: n° 293, abitanti anno 1833: n° 378, abitanti anno 1840: n° 394 - titolo della chiesa: S. Angiolo a Padonchia e annessi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 320, abitanti anno 1745: n° 325, abitanti anno 1833: n° 282, abitanti anno 1840: n° 298 - titolo della chiesa: S. Apollinare alla Villa (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 163, abitanti anno 1833: n° 201, abitanti anno 1840: n° 239 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Gambazzo e annessi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 121, abitanti anno 1745: n° 15, abitanti anno 1833: n° 210, abitanti anno 1840: n° 246 - titolo della chiesa: S. Pietro a Ripoli (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 204, abitanti anno 1745: n° 313, abitanti anno 1833: n° 172, abitanti anno 1840: n° 162 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Ricciano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 54, abitanti anno 1745: n° 117, abitanti anno 1833: n° 181, abitanti anno 1840: n° 177 - titolo della chiesa: S. Luca a Borgacciano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 120, abitanti anno 1745: n° 99, abitanti anno 1833: n° 116, abitanti anno 1840: n° 127 - titolo della chiesa: S. Maria a Fonaco (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 64, abitanti anno 1745: n° 75, abitanti anno 1833: n° 82, abitanti anno 1840: n° 88 - titolo della chiesa: SS. Sisto e Apollinare a Petretole (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 284, abitanti anno 1745: n° 60, abitanti anno 1833: n° 82, abitanti anno 1840: n° 102 4. Nome del Piviere: Pievanato di Montirone (con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria a Montirone, Arcipretura (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 273, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 164, abitanti anno 1840: n° 219 - titolo della chiesa: S. Michele a Casale (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 149, abitanti anno 1745: n° 73, abitanti anno 1833: n° 102, abitanti anno 1840: n° 103 - titolo della chiesa: S. Andrea a Martigliano (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 132, abitanti anno 1745: n° 34, abitanti anno 1833: n° 60, abitanti anno 1840: n° 68 - titolo della chiesa: S. Paolo a Monte Romano, Arcipretura (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 95, abitanti anno 1745: n° 46, abitanti anno 1833: n° 47, abitanti anno 1840: n° 65 - titolo della chiesa: S. Leone alla Miraldella (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 188, abitanti anno 1745: n° 41, abitanti anno 1833: n° 44, abitanti anno 1840: n° 53 5. Nome del Piviere: S. Ellero a Galeata - titolo della chiesa: S. Ellero a Galeata, giĂ Badia Nullius Diocesis (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 56, abitanti anno 1833: n° 92, abitanti anno 1840: n° 97 6. Nome del Piviere: Pievanato di S. Maria in Cosmedin - titolo della chiesa: S. Maria a Cosmedin dellâIsola, giĂ Badia Nullius Diocesis (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 243, abitanti anno 1745: n° 250, abitanti anno 1833: n° 307, abitanti anno 1840: n° 333 7. Nome del Piviere: Pievanato di Sigliano, o Tolena (con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria di Tolena, Pieve (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 217, abitanti anno 1745: n° 81, abitanti anno 1833: n° 80, abitanti anno 1840: n° 83 - titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano a Brancialino (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 190, abitanti anno 1745: n° 139, abitanti anno 1833: n° 148, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: S. Giovannino a Castelnuovo (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 385, abitanti anno 1745: n° 208, abitanti anno 1833: n° 228, abitanti anno 1840: n° 240 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Baldignano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 318, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 172, abitanti anno 1840: n° 201 - titolo della chiesa: S. Giovanni a Valle Calda (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 174, abitanti anno 1745: n° 28, abitanti anno 1833: n° 78, abitanti anno 1840: n° 120 - titolo della chiesa: S. Stefano a Tizzano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 36, abitanti anno 1745: n° 38, abitanti anno 1833: n° 82, abitanti anno 1840: n° 76 8. Nome del Piviere: Pievanato di Corliano (con 6 succursali) - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Corliano, Pieve (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 107, abitanti anno 1840: n° 119 - titolo della chiesa: SS. TrinitĂ a Bulcianello (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 280, abitanti anno 1745: n° 171, abitanti anno 1833: n° 178, abitanti anno 1840: n° 198 - titolo della chiesa: S. Lorenzo alle Ville di Roti (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 497, abitanti anno 1745: n° 119, abitanti anno 1833: n° 142, abitanti anno 1840: n° 153 - titolo della chiesa: S. Niccolò a Cananeccia (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 105, abitanti anno 1745: n° 72, abitanti anno 1833: n° 109, abitanti anno 1840: n° 115 - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Roti e S. Paolo a Cerrretole (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 178, abitanti anno 1833: n° 84, abitanti anno 1840: n° 103 - titolo della chiesa: S. Pietro a Valsavignone (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 122, abitanti anno 1745: n° 61, abitanti anno 1833: n° 70, abitanti anno 1840: n° 73 - titolo della chiesa: S. Cristofano e Fratelle (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 45, abitanti anno 1745: n° 23, abitanti anno 1833: n° 51, abitanti anno 1840: n° 49 9. Nome del Piviere: Pievanato di Caprese (con 5 succursali) - titolo della chiesa: SS. Ippolito e Cassiano a Startina, Pieve (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 245, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 174, abitanti anno 1840: n° 136 - titolo della chiesa: S. Lorenzo alle Torre e Sovaggio (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 781, abitanti anno 1745: n° 210, abitanti anno 1833: n° 157, abitanti anno 1840: n° 180 - titolo della chiesa: S. Maria a Dicciano e Tifi (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 522, abitanti anno 1745: n° 225, abitanti anno 1833: n° 179, abitanti anno 1840: n° 176 - titolo della chiesa: S. Biagio a Centosoli (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 148, abitanti anno 1833: n° 174, abitanti anno 1840: n° 204 - titolo della chiesa: S. Giorgio a Salutio (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 47, abitanti anno 1833: n° 51, abitanti anno 1840: n° 51 - titolo della chiesa: S. Maria a Gregnano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 63, abitanti anno 1833: n° 56, abitanti anno 1840: n° 54 10. Nome del Piviere: Pievanato alla Selva (con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria alla Selva, Pieve (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 169, abitanti anno 1833: n° 137, abitanti anno 1840: n° 149 - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Caprese (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 157, abitanti anno 1833: n° 144, abitanti anno 1840: n° 205 - titolo della chiesa: S. Cristofano in Monna (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 607 (con S. Paolo in Monna), abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 179, abitanti anno 1840: n° 191 - titolo della chiesa: S. Paolo in Monna (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 607 (con S. Cristofano in Monna), abitanti anno 1745: n° 183, abitanti anno 1833: n° 158, abitanti anno 1840: n° 179 - titolo della chiesa: S. Maria a Zenzano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 109, abitanti anno 1833: n° 112, abitanti anno 1840: n° 110 11. Nome del Piviere: Pievanato di Fresciano (con 4 succursali) - titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo a Fresciano, Pieve (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 365, abitanti anno 1745: n° 244, abitanti anno 1833: n° 155, abitanti anno 1840: n° 161 - titolo della chiesa: S. Maria a Roffelle (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 479, abitanti anno 1745: n° 188, abitanti anno 1833: n° 196, abitanti anno 1840: n° 185 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Caprile (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 298, abitanti anno 1745: n° 124, abitanti anno 1833: n° 134, abitanti anno 1840: n° 148 - titolo della chiesa: S. Maria a Pratieghi (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 30, abitanti anno 1745: n° 124, abitanti anno 1833: n° 134, abitanti anno 1840: n° 155 - titolo della chiesa: S. Emilio a Viamaggio (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 267, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 133, abitanti anno 1840: n° 108 12. Nome del Piviere: Pievanato ai Palazzi (con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Leone ai Palazzi, Pieve (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 299 (con S. Tommaso a Monte Botolino), abitanti anno 1745: n° 130, abitanti anno 1833: n° 173, abitanti anno 1840: n° 196 - titolo della chiesa: S. Tommaso a Monte Botolino (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 299 (con S. Leone ai Palazzi), abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 164, abitanti anno 1840: n° 160 - titolo della chiesa: S. Angiolo alla Badia Tedalda (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 785, abitanti anno 1745: n° 301, abitanti anno 1833: n° 420, abitanti anno 1840: n° 473 - titolo della chiesa: S. Lorenzo alla Castellacciola (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 259, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 145, abitanti anno 1840: n° 164 - titolo della chiesa: S. Martino a Montelabreve (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 296, abitanti anno 1745: n° 116, abitanti anno 1833: n° 128, abitanti anno 1840: n° 143 - titolo della chiesa: S. Cristofano a Stiavola (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 318, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 64, abitanti anno 1840: n° 67 13. Nome del Piviere: Pievanato di S. Giovanni in Vecchio (con 3 succursali) - titolo della chiesa: S. Giovanni in Vecchio, Pieve (E); valle in cui è situata: Va l di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 122, abitanti anno 1833: n° 284, abitanti anno 1840: n° 291 - titolo della chiesa: S. Sofia in Marecchia (F); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 121, abitanti anno 1840: n° 283 - titolo della chiesa: S. Arduino alla Cicognaja (F); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 167, abitanti anno 1745: n° 167, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 111 - titolo della chiesa: S. Niccolò alla Petrella Massana (F); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 41, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 113 14. Nome del Piviere: Pievanato di Alfero (Arcipretura con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Andrea dâAlfero, Arcipretura (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 318, abitanti anno 1745: n° 298, abitanti anno 1833: n° 243, abitanti anno 1840: n° 296 - titolo della chiesa: S. Quirico a Selvapiana, Arcipretura (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 902 (con S. Martino a Donicilio), abitanti anno 1745: n° 436, abitanti anno 1833: n° 602, abitanti anno 1840: n° 509 - titolo della chiesa: S. Martino a Donicilio (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 902 (con S. Quirico a Selvapiana), abitanti anno 1745: n° 131, abitanti anno 1833: n° 90, abitanti anno 1840: n° 99 - titolo della chiesa: S. Niccolò a Mazzi (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 55, abitanti anno 1833: n° 54, abitanti anno 1840: n° 61 - titolo della chiesa: S. Michele a Riffredo (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 141, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 148 15. Nome del Piviere: Pievanato di Bagno (giĂ abbazia Nullius con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria in Bagno, Prepositura, giĂ Nullius Diocesis (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 1528, abitanti anno 1745: n° 705, abitanti anno 1833: n° 882, abitanti anno 1840: n° 974 - titolo della chiesa: S. Biagio a Montegranelli (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 494, abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 299, abitanti anno 1840: n° 260 - titolo della chiesa: S. Angiolo a Paganico (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 107, abitanti anno 1840: n° 119 - titolo della chiesa: S. Martino a Larciano (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 414, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 141 16. No me del Piviere: Pievanato di S. Piero in Corzano (con 3 succursali) - titolo della chiesa: S. Piero in Corzano, Prepositura, (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 1229, abitanti anno 1745: n° 686, abitanti anno 1833: n° 1236, abitanti anno 1840: n° 241 - titolo della chiesa: S. Salvadore a Crocesanta (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 789, abitanti anno 1745: n° 291, abitanti anno 1833: n° 1354, abitanti anno 1840: n° 427 - titolo della chiesa: S. Silvestro a Fontechiusi (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 231, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 422 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Vessa (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 430, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 267, abitanti anno 1840: n° 220 Nome del Piviere: Pievanato di Spinello (con 3 succursali) (*) - titolo della chiesa: S. Maria in Equis, Arcipretura, (C); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 311, abitanti anno 1833: n° 41, abitanti anno 1840: n° 58 - titolo della chiesa: S. Egidio a Crocedevoli (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 90, abitanti anno 1833: n° 141, abitanti anno 1840: n° 134 - titolo della chiesa: S. Biagio a Rio Petroso (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 310, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 100, abitanti anno 1840: n° 113 - titolo della chiesa: S. Salvadore a Riosalso (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 108, abitanti anno 1840: n° 110 17. Nome del Piviere: Pievanato di S. Pietro in Bosco (con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Pietro in Bosco, Arcipretura, (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 858, abitanti anno 1745: n° 638, abitanti anno 1833: n° 994, abitanti anno 1840: n° 988 - titolo della chiesa: S. Martino a Pianetto (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 297, abitanti anno 1745: n° 313, abitanti anno 1833: n° 416, abitanti anno 1840: n° 421 - titolo della chiesa: S. Zenone a Galeata (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 97, abitanti anno 1833: n° 129, abitanti anno 1840: n° 323 - titolo della chiesa: S. Mamante alle Chiesole (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° - , abitanti anno 1745: n° 97, abitanti anno 1833: n° 129, abitanti anno 1840: n° 113 - titolo della chiesa: S. Maria a Pantano (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 208, abitanti anno 1745: n° 15, abitanti anno 1833: n° 19, abitanti anno 1840: n° 25 18. Nome del Piviere: Pievanato del Corniolo (con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Pietro al Corniolo (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 1243, abitanti anno 1745: n° 592, abitanti anno 1833: n° 592, abitanti anno 1840: n° 612 - titolo della chiesa: S. Martino a Ridracoli (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 349, abitanti anno 1745: n° 213, abitanti anno 1833: n° 290, abitanti anno 1840: n° 345 - titolo della chiesa: S. Maria alle Celle (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 234, abitanti anno 1840: n° 257 - titolo della chiesa: S. Paolo in Alpe (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 122, abitanti anno 1833: n° 304, abitanti anno 1840: n° 239 - titolo della chiesa: S. Andrea a Biserno (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 343, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 795, abitanti anno 1840: n° 199 - titolo della chiesa: S. Benedetto alla Barletta (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° - , abitanti anno 1745: n° 164, abitanti anno 1833: n° 149, abitanti anno 1840: n° 164 19. Nome del Piviere: Pievanato del Campo Sonaldo (con 3 succursali) - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Campo Sonaldo, Pieve (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 167, abitanti anno 1745: n° 207, abitanti anno 1833: n° 195, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano a Spescia (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 675, abitanti anno 1745: n° 176, abitanti anno 1833: n° 227, abitanti anno 1840: n° 212 - titolo della chiesa: S. Croce a Cabelli (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 164, abitanti anno 1745: n° 87, abitanti anno 1833: n° 117, abitanti anno 1840: n° 145 - titolo della chiesa: S. Martino in Villa (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 102, abitanti anno 1833: n° 155, abitanti anno 1840: n° 158 20. Nome del Piviere: Pievanato del Poggio alla Lastra (con 3 succursali) - titolo della chiesa: SS. Pietro ed Apollinare, Arcipretura (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 183, abitanti anno 1833: n° 216, abitanti anno 1840: n° 221 - titolo della chiesa: S. Donato a Strabatenza (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 229, abitanti anno 1833: n° 205, abitanti anno 1840: n° 227 - titolo della chiesa: S. Eufemia a Pietrapazza (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 125, abitanti anno 1833: n° 203, abitanti anno 1840: n° 206 - titolo della chiesa: S. Maria del Carmine alla Croce Nuova (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 157, abitanti anno 1840: n° 185 21. Nome del Piviere: Pievanato di S. Sofia (Arcipretura con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Lucia e S. Sofia, Prepositura (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 585, abitanti anno 1745: n° 622, abitanti anno 1833: n° 983, abitanti anno 1840: n° 1126 - titolo della chiesa: S. Maria a Monteguidi (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 217, abitanti anno 1833: n° 217, abitanti anno 1840: n° 270 - titolo della chiesa: S. Paterniano a Raggio (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 50, abitanti anno 1840: n° 42 - titolo della chiesa: S. Martino in Villa (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 290, abitanti anno 1745: n° 217, abitanti anno 1833: n° 155, abitanti anno 1840: n° 158 - titolo della chiesa: S. Margherita della Rondinaja (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 176, abitanti anno 1745: n° 161, abitanti anno 1833: n° 117, abitanti anno 1840: n° 135 22. Nome del Piviere: Piviere di Sestino (Arcipretura con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Pancrazio a Sestino (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 527, abitanti anno 1745: n° 283, abitanti anno 1833: n° 496, abitanti anno 1840: n° 558 - titolo della chiesa: S. Maria a Lucemburgo (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 145, abitanti anno 1840: n° 167 - titolo della chiesa: S. Barbera a Presciano (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 250, abitanti anno 1745: n° 112, abitanti anno 1833: n° 106, abitanti anno 1840: n° 112 - titolo della chiesa: S. Donato a S. Donato (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 278, abitanti anno 1745: n° 114, abitanti anno 1833: n° 104, abitanti anno 1840: n° 128 - titolo della chiesa: S. Andrea a Monte Fortino (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 342, abitanti anno 1745: n° 69, abitanti anno 1833: n° 70, abitanti anno 1840: n° 98 - titolo della chiesa: S. Tommaso a Colcellalto (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 596, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 150, abitanti anno 1840: n° 149 23. Nome del Piviere: Pievanato della Sovara (con 11 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria alla Sovara, Pieve (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 223, abitanti anno 1745: n° 106, abitanti anno 1833: n° 205, abitanti anno 1840: n° 217 - titolo della chiesa: S. Maria a Casale (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 141, abitanti anno 1833: n° 211, abitanti anno 1840: n° 214 - titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo a Pianettole (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 249, abitanti anno 1745: n° 126, abitanti anno 1833: n° 102, abitanti anno 1840: n° 112 - titolo della chiesa: S. Clemente a Toppole (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 119, abitanti anno 1745: n° 156, abitanti anno 1833: n° 265, abitanti anno 1840: n° 276 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Sorci (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 292, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 225, abitanti anno 1840: n° 236 - titolo della chiesa: SS. Flora e Lucilla a Verrazzano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 110, abitanti anno 1833: n° 161, abitanti anno 1840: n° 188 - titolo della chiesa: S. Andrea a Galbino (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 312, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 345, abitanti anno 1840: n° 363 - titolo della chiesa: S. Donato a Scojano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 124, abitanti anno 1840: n° 146 - titolo della chiesa: S. Andrea a Catigliano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 119, abitanti anno 1745: n° 92, abitanti anno 1833: n° 137, abitanti anno 1840: n° 137 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Tortigliano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 65, abitanti anno 1833: n° 83, abitanti anno 1840: n° 102 - titolo della chiesa: S. Biagio a Vajalla (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 346, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 118, abitanti anno 1840: n° 109 - titolo della chiesa: S. Salvadore alle Corticelle (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 36, abitanti anno 1833: n° 87, abitanti anno 1840: n° 72 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1551: n° 36202 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1745: n° 22726 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1833: n° 30118 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1840: n° 32751 (*) N.B. La chiesa arcipretura di S. Maria in Equis è compresa nello Stato limitrofo, mandando solo nel Granducato una frazione dei suoi abitanti.
La città di Sansepolcro considerata nella presente forma è quasi rettangolare con quattro porte ai quattro venti, intersecata da spaziose vie, fornita di molte chiese adorne di pregiatissime pitture, con belli edifizj pubblici e privati alcuni dei quali in forma di torri fornirono alle fazioni cittadine motivo di offender piuttosto che punti di difesa dalle invasioni straniere.
L'origine di questa città è assai nota, poichÊ se tutti gli scrittori non si accordano nel cercare in cotesti contorni la vecchia Biturgia di Tolomeo, nÊ la superba villa di Plinio giuniore, tutti peraltro convengono nel dire che questo borgo, ora nobile città , ebbe origine verso la fine del secolo X da due santi pellegrini i quali reduci dalla Palestina sopraffatti da un miracolo, si fermarono costà dove costruirono un oratorio, per riporvi le SS. reliquie che del Sepolcro di Cristo seco avevano recato.
L'affluenza dei popoli alla venerazione di quelle Reliquie che costĂ nel piccolo borgo di S. Sepolcro si veneravano, fece si che divenne tanto frequentato di gente da incitare l'ingordigia di non pochi per aver quei popoli sotto il loro dominio. I primi furono i monaci Camaldolensi che fino dai primi anni del secolo undecimo fondarono in S. Sepolcro. Lo dimostra una bolla diretta a Roderigo abbate, il quale impetrò dal Pontefice Benedetto VIII (dicembre del 1013) a favore della nuova badia di Sansepolcro deâprivilegj, che nove anni dopo furono allâabbate medesimo con diploma dellâImperatore Arrigo I confermate.
Dal qual ultimo privilegio si rileva che l'abbate Roderigo fu il vero fondatore della badia in discorso.
La stessa qualità è ripetuta in altro privilegio dell'Imperatore Corrado I a favore di Roderigo abbate del Monastero di S. Sepolcro et illius loci constructori.
Ma ciò che merita maggior considerazione rapporto alla storia politica ed ecclesiastica del Borgo S. Sepolcro e degli abbati di quell'insigne monastero è un placito dato in Arezzo lĂŹ 7 settembre dell'anno 1163 da Rainaldo arcivescovo eletto di Colonia come legato imperiale in Italia a nome di Federigo I che due mesi dopo (da Lodi lĂŹ 6 novembre 1163) confermò, ed entrambi i quali furono pubblicati dagli Annalisti Camaldolensi nell'Appendice a quell'Opera (T. IV). Dal qual placito e successivo diploma si rileva che Franciano abbate del Monastero di S. Gio. vanni Evangelista al Borgo S. Sepolcro era un feudatario imperiale o per dir meglio un vicario cui non solo dovevano ubbidire i Borghigiani e tutti gli abitanti di quel distretto ma ancora i capitani e le masnade che vi si trovavano ferme, investendo lâabbate del diritto del placito, tolomeo, piazzatico, bando e di tutta la giurisdizione del Borgo e sue pertinenze, sino al diritto d'impedire che si eleggessero consoli e potestĂ e si facessero statuti in alcun tempo senza la volontĂ e consenso dogli abbati del Monastero di S. Sepolcro, dichiarando quest'ultimi inamovibili dal maggiore generale di Camaldoli senza licenza dall'Imperatore.
Che sebbene due fratelli cugini, Guido e Rigone deâmarchesi del Monte S. Maria, avessero reclamato presso il legato imperiale mentre, passò dal Borgo S.
Sepolcro contro Franciano abate di quel monastero rispetto ad alcune possessioni state concesse ai loro padri marchesi Guido ed Uguccione dall'abate Tedaldo suo antecessore, il fatto stesso escludeva ogni diritto feudale, come pretendevano quei marchesi di avere sopra i Borghigiani acquistato, e che Federigo I nel 1163 rilasciò per intiero, e Federigo II nel 19 novembre del 1220 confermò a favore di quegli abbati.
Ma nelle guerre accese poco dopo fra quest'ultimo imperatore e la chiesa romana, i di cui capi si erano messi alla testa del parti to liberale in Italia, i Borghigiani tentarono di scuotere il giogo monacale con eleggere i loro consoli, potestĂ ed altri uffiziali comunitativi senza domandare piĂš l'approvazione a consenso del loro padre abbate. Ciò diede impulso ad un reclamo per part e di questâultimo al Pontefice Gregorio IX, il quale nel 1229 diresse lettere al vescovo di Arezzo, con facoltĂ di fulminare la scomunica ai Borghigiani qualora non avessero desistito dal recar violenze al loro abbate e ai suoi monaci, e non rispettassero i diritti concessi a questi dagl'Imperatori, rispetto specialmente al loro beneplacito impetrare il loro consenso nella elezione deâconsoli e deâpotestĂ . Fu allora che i Borghigiani governandosi a comune senza alcun rispetto agli antichi loro signori abbati, trattavano leghe coi vicini popoli e cosi dichiaravasi immuni da ogni servitĂš, sudditanza e vassallaggio.
NĂŠ a riporti sotto il dominio feudale dei loro abbati erano valse le bolle del Pontefice Eugenio III e d'Innocenzio IV, nĂŠ le lettere apostoliche dirette nel 1251 a Frigerio vescovo di Perugia per far restituire agli abbati del Monastero di S. Giovanni Evangelista nel Borgo S. Sepolcro i diritti perduti, mentre i Borghigiani nel 29 settembre 1269 strinsero lega di reciproca difesa con gli Aretini obbligandosi di mandare il tributo di un palio nel giorno della festa di S. Donato a condizione di far guerra a richiesta degli Aretini purchĂŠ questi ultimi difendessero i Borghigiani dall'arbitrio dell'abbate e mo naci Camaldolensi di Sansepolcro.
Da quell'epoca in poi se non molto prima il Borgo S.
Sepolcro si resse a forma di comune con i suoi propri statuti, consoli, podestĂ e capitani del popolo.
Ma appena fu fatto potestĂ di Arezzo (anno 1301) Uguccione della Faggiuola, uomo di credito e di rara attivitĂ ed accortezza egli con i suoi governati dopo l'impresa felice di Cesena, si rivolse verso il Borgo S.
Sepolcro, del quale tosto si fece padrone, e sebbene il Faggiolano nellâanno dopo (1302) fosse cacciato dal governo per opera degli Aretini che elessero in loro podestĂ il conte Federigo da Montefeltro, non per questo i Borghigiani poterono riacquistare la perduta libertĂ , nĂŠ vi riparò la pace conclusa nel 1 3 1 6 fra gli Aretini, i Fiorentini ed i Senesi, quando era podestĂ d'Arezzo il celebre Bosone da Gubbio; che anzi eletto in vescovo di questa cittĂ Guido Tarlati di Pietramala piĂš esperto nella politica che negli affari della chiesa, rivolse tosto l'animo alla conquista di tutta la Val Tiberina, sicchè Anghiari, Pieve San Stefano, Caprese, Monterchi, e CittĂ di Castello caddero sotto al dominio di Arezzo, ma in sostanza sotto il vescovo Guido; mediante il quale la potente famiglia deâTarlati impetrò ed ottenne da Lodovico il Bavaro titolo della signoria dâArezzo e della cittĂ di Castello, le quali teneva, e della Terra del Borgo S. Sepolcro, la quale allora era dominata dai Malatesta di Rimini, sicchĂŠ prima il vescovo Guido e dopo il fratello e nipote tornarono ad assediare questa terra forte, finchĂŠ dopo 8 mesi nel marzo del 1328 sebbene a patti per cagione, dicono gli Annalisti Aretini, di avere i Borghigiani ricusato di ricevere in vicario del re Roberto Benino, o Roberto di Pietramala. â (G.
VILLANI, Cron. Lib. X. Cap. 121. â Annales Aretin. in R. Ital. Script. T. XXIV.) Aveva poco innanzi ottenuto un diploma da Lodovico il Bavaro Ranieri figlio del fu Uguccione della Faggiuola, cui aveva concesso a titolo di feudo 72 fra ville e castelletti posti nell'Appennino di Sarsina, di Montefeltro nella Massa Verona e nella Massa Trabaria. â Erano i Faggiolani rivali deâTarlati, talchĂŠ i primi nella speranza di riacquistare i villaggi perduti nella Massa Trabaria e nei contorni del Borgo, ricorsero alla Signoria di Firenze, la quale nel 1332 mandò un suo ambasciatore (Pino della Tosa) affinchè richiamasse dal Borgo l'oste pietramalese dichiarando che era nei beni della Faggiuola. Non ostante ciò i Tarlati nel 1332 condussero l'oste aretino contro il castel di Mercatello e quello d'Elci che assalirono e presero a Neri della Faggiuola, il primo de' quali nell'anno di poi riebbe a forza. â (Annal. Aret. op. cit.) Anche il Borgo nel 1335 fu tolto di mano a Pier Saccone Tarlati, il quale insieme coi fratelli e nipoti si erano resi arbitri del Borgo e del suo distretto, e perchĂŠ contro i Perugini tenevano anche CittĂ di Castello, questi fecero lega con il Faggiuolano, con i Conti di Montefeltro, di Montedoglio e con Guglielmo Casali signor di Cortona, e per trattato segreto fatto con Rainaldo o Ribaldo da Montedoglio cognato del Tarlati, che per esso guardava il Borgo, quando nella mattina dell'8 aprile di quell'anno fece entrare Neri della Faggiuola con 200 cava lieri, e 500 fanti a impadronirsi della Terra, salvo la rocca nella quale era castellano Maso Tarlati. Ma anch'essa dopo 12 giorni ad onta deârinforzi inviati dagli Aretini, dovĂŠ capitolare, salve le persone. â (G. VILLANI, Cronic. Lib. XI. cap. 25.) In cotesto trambusto fra i Tarlati ed i Faggiolani la Terra di Sansepolcro trovossi immersa fino a che nel 1351 , la guerra fra l'arcivescovo di Milano ed i suoi aderenti essendosi riaccesa in Toscana con la Repubblica fiorentina, Pietro Tarlati con tutti i suoi consorti confederato col Visconti e col Signor di Cortona, s'impadronĂŹ del Borgo S. Sepolcro pochi mesi innanzi che un altro piĂš terribile flagello, i terremoti portarono lâultima desolazione a Sansepolcro, in guisa che crollò la maggior parte degli edifizi pubblici e privali, dov'è fama che perissero piĂš di 2000 persone.
Ad accrescere i mali ai Borghigiani oppressi dal dispotismo deâTarlati, dei Visconti e de'Faggiuolani, ed afflitti dal flagello deâterremoti si aggiunge nel 1359 la guerra che vi recarono i cittadini di CittĂ di Castello, mossi dal loro vescovo, il quale pretendeva di estendere la sua autoritĂ sopra il Borghigiani non ostante la immunitĂ loro confermata da diplomi imperiali e da diverse bolle di Pontefici. Il Cinelli che racconta il fatto, ci fa conoscere lo stato lagrimevole in che fu ridotta cotesta popolazione nel tempo che restò suddita del Comune di CittĂ di Castello dal quale, violato avendo ogni divino ed umano diritto, fu ridotta alla piĂš affliggente desolazione.
Matteo Villani destinò un capitolo della sua Cronaca fiorentina (Cap. 42 del Lib. 2.°) per raccontare del modo astuto come a Pier Saccone venne fatto di prendere nella notte del 20 novembre 1351 il Borgo a San Sepolcro, che quellâautore contemporaneo qualificò per terra forte e piena di popolo e di ricchi cittadini e fornita copiosamente di ogni bene da vivere con due cassieri forniti alla guardia di castellani perugini, ed alle torri di difesa. Nondimeno i Perugini (soggiunge il Cronista) turbati di questa perdita, procacciarono da ogni parte ajuto per riacquistare la Terra, tenendo essi sempre in casseri, e di presente ebbono 500 cavalieri fiorentini, siccome 1400 soldati a cavallo e con gran numero di pedoni se ne vennero per quella via dalla parte di CittĂ di Castello.
Ma mentre tali genti si disponevano a soccorrere quelli dei casseri, Unta viltĂ fu in coloro che gli avevano in guardia che senza attendere il soccorso, cosĂŹ vicino s'arrenderono a messer Piero e incontanente quelli del castel dâAnghiari cacciarono la guardia che v' era dei Perugini, e quelli del castel della Pieve S. Stefano fecero lo stesso tornando in potere deâTarlati.
Era per concludersi la pace di Sarzana quando nel principio del 1353 l'arcivescovo di Milano ordinò al Tarlati di far riedificare le mura e case del Borgo San Sepolcro, rovinate o giuste per lo terremoto, al quale effetto mandò 300 maestri muratori I Borghigiani rimasti in vita erano tutti straricchi per l'ereditĂ deâmorti, e per li sconci guadagni delle prede deâloro vicini condotte al Borgo, e perchĂŠ ai soldati avevano venduto caro la loro viituaglia, e gli altri arnesi, e perciò, venuti i maestri mu ratori, cominciarono a edificare le case e palagj e a fare assai piĂš nobili e piĂš belle abitazioni che prima non avevano, ma poco poterono lavorare giacchĂŠ la Terra ben presto mutò stato e padrone. â (M. VILLANI, Cronic. Lib. III. Cap. 85.) Uno fra gli altri padroni fu il vescovo di CittĂ di Castello, quando i Borghigiani sottrattisi al dispotismo deâTarlati ed afflitti dalle triste conseguenze deâterremoti si trovarono di notte tempo assaliti dalle genti di CittĂ di Castello, mosse dal loro vescovo, il quale pretendeva riacquistare con la forza la giĂ da gran tempo perduta autoritĂ spirituale sopra i Borghigiani. A questo fatta politico dubito che volesse appellare Matteo Villani, al Cap. 85 del Lib. III della sua Cronica.
Frattanto dopo cotesto fatto la Terra del Borgo tornò alquanto tempo in quiete, sebbene spesse volte cambiasse di padrone, fino a che Niccolo Fortebracci generale pontificio nel 1432 fu investito da Eugenio IV del feudo del Borgo quasi in premio delle sue prodezze militari. Ma cotesta investitura essendo precaria, e altronde Niccolo avendo abbandonato i servigi militari del Pontefice sotto pretesto delle sue paghe ritenne il Borgo con altre castella intorno non solo ma negò ogni sorta di obbedienza al Papa come suo feudatario intantochè gagliardamente travagliava i popoli.
NĂŠ qui si arrestarono le violenze poichĂŠ dopo la morte (anno 1435) del Fortebraccio, comparve al Borgo con le sue masnade il conte Francesco deâConti Guidi di Poppi, e col pretesto della restituzione della dote di sua figlia restala vedova di Nic colò egli prese il dominio del Borgo.
La qual cosa parendo grave al Pontefice, s'interpose mediatore il governo fiorentino in questo modo, che frattanto che non fossero appianate le differenze tra Eugenio IV e il conte di Poppi il Borgo si doveva depositare in mano della Signoria, la quale infatti mandò Giovanni Vespucci a pigliarne la tenuta. CosĂŹ il conte fu costretto a partire di lĂ ; mentre il patriarca Vitelleschi, prefetto dellâarmi pontificie, non solo riconquistò il Borgo S Sepolcro, ma molte altre castella di pertinenza dello stesso conte di Poppi, le quali poco dopo egli riebbe in grazia della mediazione della Signoria di Firenze presso il Pontefice. â Vedere POPPI.
â (AMMIR., Stor. Fior. Lib. XX.) Ma 4 anni dopo il cinte medesimi in tento a vendicarsi del Papa e di tutti colo ro che avevano contribuito ai danni suoi, si gettò imprudentemente con tutte le sue forze dalla parte del duca di Milano per combattere nelle file dellâesercito lombardo che per la via del Mugello e del Casentino nell'estate del 1440 dal capitano Niccolò Piccinino venne condotto in Toscana, e che dal cinte Francesco di Poppi a penetrar presto in Val Tiberina fu caldamente confortato. Il conte accompagnava l'esercito del Piccinino fra CittĂ di Castello ed il Borgo, quando le genti della Repubblica e del Pontefice erano in Anghiari, sotto il qual castello poco dopo (29 giugno 1440) accadde la famosa battaglia, che portò un'immensa perdita all'esercito lombardo e a quello del conte di Poppi che in pena della perfidia venne irrevocabilmente da tutte le sue castella della Toscana cacciato. â Vedere ANGHIARI E POPPI.
In questo modo diventarono vani tanti sforzi, apparati e concerti del duca di Milano e del conte di Poppi; e piĂš dannosa ancora per il Visconti sarebbe riescita la cosa, se i condottieri dell'esercito Fiorentino Papale avessero dato ascolto ai consigli d i N'eri Capponi uno de'commissarj, il quale suggerĂŹ che la mattina dopo la vittoria si marciasse di buon ora sopra il Borgo per rinchiudervi il nemico ivi ritirato; al che non fu consentito. Andò bensĂŹ lâoste vittoriosa al Borgo il primo giorno dell'imminente luglio, e tosto venuti al campo gli ambasciatori deâBorghigiani, pregarono i commissarj fiorentini perchĂŠ ricevessero sotto loro protezione il Comune predetto ed i suoi abitanti; ai quali però fu risposto che per i patti della Lega il Borgo doveva tornare allo Stato pontificio; e cosi fu eseguito con capitolazione, un art icolo della quale diceva, che tu t t i i prigioni che si trovavano in Sansepolcro per qualunque maniera fossero stati liberati. Entrossi nel Borgo, dice l'Ammirato (Star. Fior. Lib. XXI), pacificamente, e tra quel giorno e l'altro (1 e 2 luglio) delle rocche, o torri che il Borgo aveva se ne ebbero sole due.
Il restante dell'anno passò tranquillo per i Borghigiani, sotto il dominio del Pontefice Eugenio IV, il quale attendeva per i suoi bisogni, piuttosto che a governare i proprj sudditi, a chiedere denari ai Fiorentini per pagare li stipendj de' capitani e le spese occorse nella guerra; sicchĂŠ quel Papa finalmente fu costretto per 25000 ducati d'oro di dare il Borgo Sansepolcro in mano deâSignori della Repubblica Fiorentina i quali tosto vi mandarono a prenderne il possesso Niccolo Valori uno dei Dieci di Balia della guerra. Infatti nel 1441 sotto lĂŹ 22 febbrajo (st i le comune) fu firmato il contratto con la Repubblica Fiorentino che deputò alla guardia del Borgo un castellano con una compagnia di soldati ed un capitano per amministrarvi la giustizia nel civile e nel criminale, da cambiarsi entrambi ogni sei mesi. Quindi sotto di 9 agosto dello stesso anno la Signoria concesse ai Borghigiani diversi privilegi ed esenzioni, cui nel 13 settembre dello stesso anno tenne dietro un regolamento sul governo economico del Borgo, specialmente referibile alle gabelle, sale ecc. â (ARCH. DELLE RIFORM. DI FIRENZE. ) In questo mezzo tempo comparve uno scrittore dotto quanto coscienzioso, il quale preferĂŹ la veritĂ alla boria del suo ordine Camaldolense, in guisa che dalle lettere, odeporiche dell' abbate maggiore don Ambrogio Traversari vien posto in chiaro quanto un altro suo collega, collettore dei d i r i t t i della badia di Sansepolcro, si sforzava dimostrare al Pontefice Niccolo V rispetto alla giurisdizione ecclesiastica e temporale degli abbati della badia di S. Gio. Evangelista sopra gli abitanti del Borgo e del suo distretto.
In quanto spetta alla giurisdizione ecclesiastica della badia di S. Gio. Evangelista, che questa fosse stata dichiarata immune dai vescovi di Città di Castello, nella cui diocesi era compresa, non vi è chi possa metterlo in dubbio; ma che gli abbati di detto Monastero vi esercitassero anco nel secolo XIV e nel principio del XV dominio temporale, questo è ciò che il collettore prenominato non giunge a dimostrare con tutti i bandi, petizioni ed istrumenti di cauzioni relativi agli abbati del Borgo per restituzione di usure, dal collettore predetto riportati.
Arreca una luce maggiore all' argomento una bolla del i aprile 1402 spedita dal Pontefice Bonifazio IX a petizione dell'abbate e monaci del Borgo, con la quale si esentano quei claustrali dalla giurisdizione ecclesiastica verso il diocesano, ed in quella si parla pure dei loro diritti sulle usure, matrimoni ecc.
Coteste vertenze fra gli abbati del Borgo ed i vescovi di CittĂ di Castello si riaccesero molte volte nei secoli XIV e XV. Tale fu la lite del 1432, in tempo che nell'autunno di quell'anno si recava in visita alla badia predetta l'abbate maggiore dell'Ordine don Ambrogio Traversari.
Una di quelle lettere pertanto ci scuopre che gli usurai piÚ indiscreti del Borgo erano i monaci di quella badia, per cui il maggiore predetto don Ambrogio si sforzò di moderare le usure, e di obbligare quei religiosi a non prendere piÚ pegni alla mano.
Quindi soggiunge; visitavimus et gubernatorem oppidi ex officio nostro, sermonemque cum illo diutius protraximus, a quoo sumus humanissime accepti , etc.
Governava allora il Borgo in nome della S. Sede mess.
Ruggieri di Cajano commis sario apostolico, che l'abbate don Ambrogio qualifica per antico amico e giureconsulto distintissimo. â (ANNAL,. CAMALD. T.
VII.) A testimonianza cotanto chiara ed autorevole non vi ha che rispondere da chi volesse dare agli abbati del Monastero del Borgo nei tempi preaccennati una giurisdizione piĂš che spirituale.
Si chiudeva il secolo XV quando sotto il capitanato di Anton Francesco degli Scali i Dieci di Balia di guerra da Firenze sotto di 9 novembre del 1500 mandarono al Borgo Giuliano da Sangallo affinchè vedesse ed esaminasse il modo di poter riparare le mura e fortificazioni di detta Terra; ed il magistrato medesimo nel 7 dicembre successivo con altra lettera rispondeva al commissario predetto, che annunziava ai Dieci di Balia il desiderio mostrato dai Borghigiani, che si mettesse ad effetto il disegno fatto da Giuliano da Sangallo per la fortificazione del Borgo, dicendo loro come i Borghigiani erano pronti ad eseguire quanto dal Sangallo si era consigliato e disegnato. â (GAYE, Carteggio inedito di Artisti, Vol. II.) Ed infatti la guerra mossa dal Visconti per rimettere in Firenze lâesule Pietro di Lorenzo deâMedici con tutti i suoi ed i torbidi che nel principio del secolo XVI nellâaretino conseguitarono, dovettero dar da pensare ai Dieci di Balia di guerra per mettersi in guardia dalla parte del Borgo.
Ai quali sospetti dopo si aggiunse questo che quando ritornarono i Medici in Firenze ed un fratello di Piero (Leone X) fu innalzato sul soglio pontificio, le armi del duca di Milano dal territorio perugino dirigendosi verso CittĂ di Castello e Sansepolcro incominciarono a far delle scorrerie da quella parte; sicchĂŠ vedendo il Papa quellâoste accrescer di gente a danno deânuovi sudditi della Repubblica Fiorentina e dei popoli limitrofi , per affezionarsi i Borghigiani eresse la loro badia in sede vescovile. Infatti allorchĂŠ l'esercito del duca Francesco Maria Visconti (anno 1517) tentò gittarsi di nuovo in Val Tiberina, non vi trovò certamente quella facilitĂ che egli supponeva, avendo anco i popoli imparato a proprie spese nello stare piĂš cauti in tali eventi, onde quelle masnade, sebbene si trattenessero piĂš tempo nelle terre dei Fiorentini in Val Tiberina, con tuttociò non vi fecero altro profitto fuori che occupare il castello di Montedoglio, luogo ridotto di poca importanza. â (AMMIR. Stor. Fior. Lib. XXIX.) Posersi bene a dare una grossa battaglia ad Anghiari, dove essendo gli abitatori valorosi e fedeli al popolo fiorentino, nonostante avessero muraglie non molto forti, nĂŠ abbondassero di mu nizioni, resero vano lo sforzo del Biscione, il quale da Anghiari si ridusse ad alloggiare sotto l'Appennino fra Sansepolcro e CittĂ di Castello, sulla via che per il Metauro guida ad Urbino; mentre Lorenzo deâMedici duca di Nemurs e figlio di Piero non mise tempo in mezzo per accorrervi come generale in capo dell'esercito fiorentino. â (Oper. cit.) Infatti egli si diresse al Borgo con molte milizie per osservare da vicino le mosse dell'oste milanese che poco appresso si ritirò dalla Massa Trabaria.
Frattanto dopo caduta la Repubblica Fiorentina in mano di Alessandro de' Medici, poi di Cosimo duca di Firenze, il Borgo Sansepolcro diede a quest' ultimo cagione di qualche dispiacere, sia per la poca fede dâ Alessandro Rondinelli che n'era commissario, sia per g l i intrighi di un Graziani, famiglia illustre del Borgo, il quale, desiderando di vendicarsi de' Pichi suoi nemici e non meno potenti de' Graziani, prometteva a Piero Strozzi ed a Filippo figlio di Baccio Valori capi fuorusciti e nemicissimi di Cosimo, di dare loro in mano il Borgo Sansepolcro.
Ma non si erano le cose con tale segretezza potute guidare, che non arrivassero allâorecchie dell'astuto duca, il quale inviò volando sopra il Borgo Jacopo Spini, cui tennero dietro Gherardo Gherardi commissario con ampia autoritĂ , il capitano Otto da Montauto con soldati a piedi e Ridolfo Baglioni con la sua cavalleria, sicchĂŠ il tutto fu ben presto assicurato. Ma il danno che da fuorusciti non potè esser fatto ai Borghigiani, fu per riceversi dai loro stessi cittadini, avendo questi preso l'armi nella sera che segui l'arrivo delle truppe inviate da Cosimo I, cominciando quelli di dentro a far tumulto e a gridare: che le truppe forestiere sgombrassero dal Borgo, giacchĂŠ eglino stessi erano capaci di difenderlo da qualunque sorpresa; per moda che volendo provvedere al bisogno e acquetare i Borghigiani, a questi finalmente fu concesso che la maggior parte delle soldatesche dal duca Cosimo inviate uscirebbero dalla loro cittĂ , lasciandovi solo con pochi fanti il Montauto. â (AMMIRAT., Stor.
Fior. Lib. XXXII.) NĂŠ qui terminò il chiasso, poichĂŠ il giorno appresso nuovo rumore si suscitò dai Borghesi, i quali sdegnati delle parole dette da un Pichi; che a loro malgrado gli si metterebbe il freno in bocca, di nuovo ripresero le armi, e quel Pichi con due suoi compagni in mezzo alla strada uccisero. Quindi corsi alle case de' Pichi, questi in nume ro di venti furono a furia di popolo cacciati dal Borgo, indi da 200 terrazzani infino al confine d'Anghiari vennero accompagnati. â (Opera cit.) II pronostico peraltro del Pichi ben presto si avverò, tostochè nellâanno appresso restarono da Cosimo I spogliati delle armi tutti gli abitanti del Borgo, dove mandò con amplissima facoltĂ Averardo Serristori a governarli (ivi).
Ma non aveva ancora il duca Cosimo riunito al suo dominio quello della Repubblica senese, allorchĂŠ le antiche nimistĂ de'Graziani e deâGoracci contro i Pichi ed i Rigi tornarono di nuovo ad armare i cittadini del Borgo, senza prendersi soggezione alcuna di Lorenzo Giacomini che v' era commissario per il duca di Firenze.
Ma come sogliono per lo piĂš andare a finire simili rivolte, mentre i Oraziani ed i Goracci per la mediazione del vescovo Niccolo Tornabuoni, del capitano Otto da Montauto e del conte di Monte doglio, stavano aspettando in un loro castello le condizioni della pace coi suoi nemici, colti essi e circondati dalle genti del principe, quindi accerchiati dal fuoco, dopo qualche difesa si dovettero rendere, salva la vita, per essere condotti a Firenze. â (Op . ci t ., Lib. XXXV.) A quest'ultima etĂ , e forse per la delta causa furono diroccati i subborghi di Sansepolcro piuttosto che all'occasione del passaggio dei Francesi e degli Spagnoli, come da alcuni fu opinato. Infatti Anton Maria Ora ziani ne assicura che in quellâoccasione (anno 1556) furono gettati a terra dalle truppe fiorentine anche tre monasteri di monache che erano nei subborghi traslocando in seguito quelle recluse nell'interno della cittĂ . â (ANT. M. GRAZIANI, De scriptis invita Minerva pag. 158.) Nell'anno stesso 1556 sotto dĂŹ 22 dicembre si sottomesse al duca Cosimo la v i l la di Cospaja posta a grecale del Borgo sull'estremo confine con il territorio di CittĂ di Castello; la qual villa essendo stata per lungo tempo in questione, fu giudicata di niun padrone, in guisa che divenne un luogo di deposito di tutte le merci di contrabbando, finchĂŠ il governo granducale nel 1832 la rinunziò totalmente alla giurisdizione e dominio Pontificio. â Vedere COSPAJA.
Inoltre è da avvertire che allâepoca della statistica del 1551 la cittĂ di Sansepolcro era repartita in quattro quartieri; cioè, di Sansepolcro, di San Giovanni, di S.
Bartolommeo e di San Pietro; che contava due borghi, uno de' quali fuor di porta S. Niccolò, e l'altro fuori di Porta fiorentina, non comprese varie abitazioni spicciolate (164 fuochi) con 778 abitanti A quell'epoca il suo governo economico consisteva in 51 consiglieri preseduti dal gonfaloniere con i suoi priori.
Dalle notizie ordinate nel 1789 dalla giunta deputata dal Granduca Leopoldo I ris petto al compartimento deâgoverni provinciali sulla giurisdizione del capitanato e cancelleria comunitativa di Sansepolcro, risulta, che dentro le mura della cittĂ esistevano bocche da tassa n.° 1534 in fuochi 651, esclusi fuochi 329 non tassati per esser poveri; mentre il territorio del Borgo era suddiviso in 25 sindicherie, dov'erano bocche da tassa 1886, oltre 41 case d i pigionali poveri. Totale delle bocche da tassa nella ComunitĂ del Borgo allâanno 1789 N° 3420.
Esiste nell'Arch. delle Riformagioni di Firenze una relazione di quei ministri del 27 febbrajo 1623, in cui si trova un dettaglio del governo civile della cittĂ di Sansepolcro, ad esclusione di alcune di quelle famiglie, approvala da rescritto sovrano.
Chiese principali, Monasteri e Luoghi pii. â Le chiese di Sansepolcro potrebbero dirsi quasi gallerie pittoriche, tanti e si variati sono i quadri che le adornano, e di credito i pittori che li eseguirono.
La prima, la piÚ vasta e la piÚ ornata è la chiesa cattedrale a tre navate, stata di corto restaurata, che possiede, oltre il tesoro di varie reliquie, molte tavole di buoni pittori, fra le quali primeggia l'Assunzione di N.
S., opera squisita dell'ultima maniera di Pietro Perugino. Vi è una Resurrezione di Randellino dal Colle, allievo dell'Urbinate; unâAnnunziata di Giacomo Palma; un S. Tommaso di Santi di Tito, ed altri due quadri di Cherubino e di Durante Alberti, famiglia di Sansepolcro numerosissima di pittori. Dallo stesso Cherubino Alberti fu dipinta a fresco la facciata di un palazzo in Sansepolcro, con armi, genti, e fregj bizzarrissimi.
Chiesa di S. Francesco deâConventuali. â Fu edificata con il convento annesso l'anno 1258 da fra Tommaso da Spello; e fu rifatta di nuovo sul declinare del secolo XVIII caricandola di stucchi con volta sos tituita alla vecchia soffitta. Il convento è sempre abitato dai Minori Conventuali.
La tavola all'altare di S. Francesco è di Giovanni deâVecchi di Sansepolcro, un quadro della disputa di N.
S. nel Tempio fu dipinto dal Passignano, e quello di S.
Antonio da Padova da Gio. Battista Mercati uno pur esso dei t a n t i pittori del Borgo. In questa chiesa fu traslocata nel 1808 una cura della cittĂ , quella di S.
Niccolò.
Chiesa di S. Agostino. â La chiesa attuale è stata riedificata dai fondamenti nel secolo ultimo trascorso sugli avanzi dell'antica, nella quale si dice che esistessero colonne di granito orientale. Il convento contiguo era abitato dai Frati Romitani fino dal secolo XIV almeno, tostochè sono essi rammentati nella transazione fatta lĂŹ 21 dicembre 1363 fra il vescovo di CittĂ di Castello e l'abbate del Monastero di S. Gio. Evangelista del Borgo. â (ANNAL. CAMALD. Vol. VII) Attualmente la famiglia di quei religiosi soppressa, e la sua cura trasportata insieme con l 'antico fonte battesimale nella chiesa di S. Maria deâPP. Serviti.
Anche quest' ultima chiesa de' PP. Serviti, che conta la sua fondazione collâanno 1278, ordinata da S. Filippo Benizzi fuori della Porta del Ponte, è stata posteriormente rifatta dentro la c i t t Ă e ne l secolo passalo venne arricchita di stucchi, maniera che mantiensi in voga nella Valle Tiberina toscana vi sono due quadri del Cav. Pomarance e uno del Borghese Giovanni de' Vecchi.
Chiesa di S. Niccolo. â Era una parrocchia stata amministrala dai monaci Camaldolensi a partire dal secolo XVI fino al 1808 quando la sua cura fu traslocata nella chiesa di S. Francesco. Questa chiesa ha un piccolo quadro all'altar maggiore della scuola di Raffaellino dal Colle. â Vedere Chiesa di S. Francesco.
Due monasteri di Francescane, e chiese di S. Chiara e di S. Marta. â Fra il primo uno de' tre monasteri stato fuori di c i t t Ă fino al 1556 ed abitato da Clarisse. Nel secondo si conservano le Cappuccine sotto l'invocazione di S. Maria. Nella chiesa loro esiste un quadro di Cherubino Alberti ed un affresco nella cappella della Madonna, che è opera di Gio. Battista Mercati, entrambi del Borgo.
Chiesa e Monastero di S. Lorenzo. â Fu in origine fondalo nel 1350 in una villa di Sansepolcro, quindi nel subborgo di Porta fiorentina abitato dalle recluse Benedettine in luogo dello tuttora alle Santuccie, e finalmente trasferito in cittĂ nella chiesa e case della confraternita di S. Croce. Attualmente è soppresso, e ridotto ad uso di orfanotrofio per le fanciulle con varie telaja da tessere in lino, lana, cotone e canape.
La sua chiesa all 'altar maggiore ha una tavola rappresentante la deposizione dalla Croce di TV. S., opera del Rosso fiorentino, e all'altare di S. Benedetto un altro quadro dipinto da Gio. Battista Mercati.
Rammenterò il conservatorio di S. Bartolommeo dove si coniano 24 fra oblate ed educande a convitto.
Accennerò la chiesa della confraternita della Misericordia per una pittura all'altar maggiore di Pietro della Francesca; la compagnia del Buon GesÚ per un quadro della Crocifissione del Pinturicchio; la confraternita della Madonna delle Grazie per una B.
Vergine Maria di Raffaellino dal Colle, alla cui mano spetta altro quadro dell'altar maggiore della chiesa di S.
Pietro, dove è pure dipinto un Crocifisso di Giovanni Alberti. â Nella chiesa soppressa di S. Giovanni era un altro quadro di Pier Francesco Alberti, ora nella cattedrale, dove fu trasportata anco la sua antica cura.
Chiese e conventi deâCappuccini. â Due piccole famiglie religiose di Cappuccini abitano, una il convento deâS. Michele un terzo di miglio toscano a maestrale della c i t tĂ , che dalla sua bella situazione è appellato il Paradiso, e l'altra lâEremo a Monte Casule 5 miglia toscane a grecale di San Sepolcro sul monte che resta a cavaliere della cittĂ . Ă un piccolo santuario dove da quei devoti claustrali si mostra il masso su cui dormiva S. Francesco, e s' indicano le celle di duri letti sui quali un dĂŹ adagiavansi S. Bonaventura e S. Antonio da Padova.
Oltre i monasteri sopraindicati restano tuttora in Sansepolcro i conventi deâMinori Osservanti in S. Maria Maddalena e quelli giĂ rammentati de' Conventuali in S.
Francesco e de' PP. Serviti in S. Maria, mentre i monasteri deâCamaldolensi ed i conventi degli Agostiniani e dei Gesuiti furono giĂ da qualche tempo soppressi.
A tutte ques te chiese pregevoli per buone pitture si aggiunge il palazzo del pubblico, in cui figurano due dipinti a buon fresco di Pietro della Francesca, rappresentanti, uno la Resurrezione di G. C. e l'altro la Flagellazione alla colonna, opera quest' ultima di Cherubino Alberti.
Inoltre Sansepolcro ha un teatro, e fra gli Istituti di pietĂ conta due spedali, uno per gl'infermi e l'altro per i gettatelli, e piĂš un Mente pio rifabbricato sul declinare del secolo XVIII ed annesso al palazzo di residenza del magistrato civico, dove abita anche il vicario regio.
Vi è un seminario mantenuto in parie con quelle entrale che servivano per tenere alcuni giovani a studio di belle arti in Ro ma. Esso fu eretto nel 1711 dal vescovo Tilli, ma sotto il vescovo Marcacci fu trasferito nel bel collegio ch'ebbero costà i PP. Gesuiti. Ivi si educano gratis sei giovani poveri, di nascita civile, e tutti i seminaristi godono del benefizio delle scuole comunitative, le quali sono in numero di sei, cioè di calligrafia e abaco, primi rudimenti di grammatica, umanità , rettorica, filosofia e geometria, morale e dogmatica.
Accademia Filarmonica. â Una cittĂ che ha dato tanti artisti non poteva mancare, e non manca, di bravi filarmonici.
Accademia della Val Tiberina Tosca na. â Eâ l'Accademia che si mantiene sempre giovane e sempre operosa fra quante altre di provincia conta oggi (e sono molte) la Toscana granducale.
Da essa hanno avuto vita le stanze civiche, da essa una pubblica biblioteca, da essa furono stabiliti de' quesiti utili e dispensali premi e medaglie d' onore, da essa finalmente Sansepolcro e la Toscana attendono la promessa statistica economica agra ria della Val Tiberina superiore toscana.
Uomini illustri nelle scienze, lettere ed arti. â Se la cittĂ di Sansepolcro vantò e vanta gran numero di famiglie nobili, fra le quali i Graziani, i Pichi, li Schianteschi, i Rigi, i Dotti, i Cantagallina, non ha certo di che invidiare per copia degli uomini ce lebri in chiarezza d'ingegno. Non citerò quelli famosi in santitĂ , fra i quali dovrei mettere per primo un B.
Andrea Dotti Servila che mori nel 1 3 1 5 , nĂŠ rammenterò gli uomini distinti in valor militare; mi limiterò solo a indicare i piĂš celebri nelle scienze, lettere ed a r t i . Fra questi citerò un Antonio dei Moroni dottor di decretali vicario generale di Filippo deâMedici arcivescovo di Pisa che fiorĂŹ nel secolo XV, un Dionisio Roberti, fra i maggiori letterati del secolo XIV lodato dallâamico Petrarca, un Pietro Gherardi filosofo, istorico, e grecista di somma fama nel secolo XVI, un Fr. Luca Paccioli insigne matematico e pro fondo geometra, il quale nei tre anni che stette a Milano (1496-99) chiamatovi da Lodovico il Moro per aprirvi una cattedra, di matematiche, fu in sĂŹ stretta amicizia con Leonardo da Vinci, che per lui intagliò in legno molli disegni inseriti nel suo libro della Divina Proporzione. â Citerò un Pietro della Francesca restauratore della prospettiva e pittore di sommo merito, un Mons.
Anton Maria Graziani letterato insigne, un Mons.
Giuseppe Maria Lancisi archiatro di due Pontefici. â Che se poi si dovessero rammentare i pittori piĂš distinti nativi di Sansepolcro la lista sarebbe troppo lunga, alla quale però va in testa il c i t a t o Pietro della Francesca che fece molti buoni scolari, cui succede in merito Raffaellino dal Colle allievo distinto dell'Urbinate e di Giulio Romano. NĂŠ anderebbe omesso un Cristoforo Gherardi, detto Botine, che impuro da Raffaellino dal Colle, e di cui fu scolaro Giovanni de' Vecchi. Citerei un Re migio ed un Marcantonio Cantagallina architetti distinti, oltre molti pittori della famiglia Alberti, un Santi di Tito, ecc.
La città di Sansepolcro è stata molto soggetta ai terremoti, il piÚ spaventevole dei quali fu nell'anno 1352, sebbene con gran danno essi si ripetessero sul declinare del secolo passato, ne l 1781 ripetute anche nel 1789.
Onde riparare ai danni prodotti dai terremoti del 1781 corse sollecito il Gran Leopoldo, il quale confortando gli afflitti volle munificentissimo si rifacessero a spese del R. Erario le case ai bisognosi, e che si somministrasse agli altri il denaro senza frutto per ricostruire le abitazioni cadute o rovinose.
Attualmente risiede in San Sepolcro oltre il suo vescovo un vicario regio, che limita la sua giurisdizione civile alla sola ComunitĂ di Sansepolcro, ma per la criminale abbraccia le potesterie di Anghiari, d i Monterchi, della Pieve S. Stefano e d i Sestino.
Vi risiede un cancelliere comunitativo che serve anche alle ComunitĂ di Anghiari, di Monterchi e del Monte S. Maria. Vi è pure un uffizio di ricevitoria del Registro ed ingegnere di Circondario. â La conservazione delle Ipoteche ed il tribunale di Prima istanza sono in Arezzo.
MOVIMENTO della Popolazione della CITTAâ DI SANSEPOLCRO a quattro epoche diverse, divisa per famiglie.
ANNO 1551: Impuberi maschi -; femmine -; adulti maschi -, femmine -; coniugati dei due sessi -; ecclesiastici secolari e regolari -; numero delle famiglie 1158; totale della popolazione 5041.
ANNO 1745: Impuberi maschi 385; femmine 312; adulti maschi 389, femmine 586; coniugati dei due sessi 699; ecclesiastici secolari e regolari 232; numero delle famiglie 547; totale della popolazione 2523.
ANNO 1833: Impuberi maschi 534; femmine 547; adulti maschi 596, femmine 791; coniugati dei due sessi 1340; ecclesiastici secolari e regolari 214; numero delle famiglie 714; totale della popolazione 4026.
ANNO 1840: Impuberi maschi 575; femmine 666; adulti maschi 657, femmine 855; coniugati dei due sessi 1360; ecclesiastici secolari e regolari 194; numero delle famiglie 804; totale della popolazione 4297.
COMUNITAâ DI SANSEPOLCRO. â Il territorio di questa ComunitĂ occupa una superficie di 25309 quadrati dei quali 1393 quadrati sono presi dai fiumi o da altri minori corsi dâacque e da pubbliche strade.
Nell'anno 183 vi abitava familiarmente una popolazione di 6344 individui, a proporzione repartita di circa 219 persone per ogni miglio toscano quadrato di suolo imponibile.
Confina con tre ComunitĂ del Granducato, e per una linea dell'estensione di quasi dieci miglia dirimpetto a ostro, a scirocco e a levante grecale con il territorio dello Stato pontificio, quasi sempre mediante termini artificiali, se si eccettua circa 1/2 miglio toscano mediante il letto del Tevere che le resta di fronte a libeccio Si tocca nell'Alpe della Luna con il territorio della Badia Tedalda che fronteggia di faccia a grecale e col quale il nostro di Sansepolcro percorre per il crine del monte detto della Badia e per quello delle Masse maggiori; passate le quali Masse trova di fronte a maestrale il territorio della ComunitĂ di Pieve S.
Stefano, con il quale poco dopo si dirige verso ponente mediante il fosso dellâAstro e di lĂ lungo il fosso d'Acqualecchio e infine per il borro ilei Bagnolo.
Giunti alla confluenza del fosso del Ponzano i due territorj rimontano l'Alpe della Luna nella direzione di grecale percorrendo il suo fianco occidentale per oltrepassare la villa di Aboca. Di costassĂš i due territorii della Pieve e del Borgo formando un angolo acuto riscendono nella Valle Tiberina superiore mediante il torrente Tignano, col quale voltando a ponente libeccio tagliano la strada provinciale fra la Pieve ed il Borgo finchĂŠ entrano nel Tevere. Lungo il corso di cotesto fiume sottentra a confine la ComunitĂ d'Anghiari, da primo mediante lo stesso Tevere, poscia la nostra oltrepassandolo si dir ige a ostro e quindi a scirocco rasentando le falde meridionali del poggio di Montedoglio, quindi tagliando la strada regia di Urbino, ritrova lungo il Tevere lo Stato pontificio. Fra i maggiori corsi dâacqua che attraversano o che lambiscono il territorio di questa ComunitĂ , havvi il Tevere che lo costeggia dirimpetto a maestrale innanzi di attraversarlo, nella quale traversa trovandosi 4 per 5 miglia toscane tortuose senz'argini, viene latamente ricoperto. â PiĂš povero d'acque è e il torrente Tignano, sebbene questo scenda per lungo cammino dallâ Alpe della Luna; cosĂŹ il torrente Afra, il quale scorre dentro i con fini di questa ComunitĂ a maestrale del capoluogo.
Aveva preso piede piÚ d'una volta il progetto mediante una società di possidenti frontisti del Tevere, autorizzalo infine dalla suprema potestà , quello cioè di arginare il detto fiume dentro il territorio comunitativo di Sansepolcro, affinchè le sue acque non piÚ capricciose attraversassero con danno grande una florida campagna, e impedissero che ad ogni piena le opere di agricoltura fossero trascinate via dalle sue acque. A questo scopo l'accademia della Val Tiberina toscana sino dal principio della sua istituzione pubblicò un programma con la promessa di una medaglia in premio a chi risolvesse alcuni quesiti d'idrometria per il piÚ facile e piÚ economico incanalamento del Tevere dentro il territorio della Comunità di Sansepolcro. Ma quando si t ra t ta di corta traversa di un fiume a confine con altre Comunità e con Stati esteri un'accademia può far sentire la sua voce, ma niente piÚ.
Frattanto il Tevere con nuove devastazioni sempre piĂš danneggiava i vicini possidenti terrieri, sicchĂŠ nell'anno 1839 uno di questi sottopose una supplica al suo governo, affinchè si degnasse concedere facoltĂ ai possidenti in riva al Tevere di potersi mediante unâassociazione occupare di proposito della sopraindicata impresa. Sono giĂ quattr'anni che la supplica predetta fu riempita di firme, ma il Tevere vagando continua a dirigere a piacere qua e lĂ le sue acque con danno continuo deâfrontisti, quando la scienza idraulica ha fallo ta l i progressi che rendono poco servigio ai Borghigiani tu t te le volte che il forestiero affacciandosi in questâamenissima valle e contemplando le devastazioni del fiume vi trova un sintomo quasi negativo di civilizzazione.
Ă regia la nuova strada dâUrbino che dal vallone del Cerfone entra nel territorio dâAnghiari e di Sansepolcro sino a Cospaja donde prosegue nello Stato pontificio.
Ă provinciale rotabile la strada della Val Tiberina che da Bibbiena per l'Alvernia e Pieve S. Stefano porta a Sansepolcro e CittĂ di Castello.
Sono comunitative rotabili la continuazione dello stradone fra Anghiari e il Borgo, quella che staccasi da detto stradone per condurre alle ville o casali di S.
Fiora e di S. Croce, e lâaltra che guida alle ville di Grignano, di Val d'Afra e del Trebbio. La via però che dal Borgo sale alla dogana ed all'eremo di Monte Casale è mulattiera.
I monti piĂš elevati di questa ComunitĂ sono quelli costituenti il contrafforte dell'Appennino che inoltrasi dalle Balze fra la Badia Tedalda e la Pieve S. Stefano protraendosi a Mercatello verso il fiume Metauro. Tali sono nel territorio in questione l'Alpe della Luna, la cui sommitĂ a confine con la Badia Tedalda, sopra le piĂš alte sorgenti del Metauro e della Marecchia, fu trovata dal prof. P. Inghirami braccia 2183 sopra il livello del mare Mediterraneo.
Rispetto alla qualitĂ fisica del territorio in questione, esso può ristringersi a due sezioni, cioè, al terreno di trasporto sparso di molt i ciottoli trascinati in questa valle dai monti che la fiancheggiano a destra e a sinistra, mentre le pareti occidentali dellâAlpe della Luna, inoltrandosi verso Monte Casale, consistono in strati potenti di arenaria ma cigno che alternano con sottili straterelli di schisto marnoso a fucoidi, attraversati in vario senso da larghi filoni di spato calcare candido.
La pendenza deâcanali che scendono a maestrale di Sansepolcro rende nellâestate un gran servigio alle sottoposte campagne per l'industria deâvillici coloni che incanalano quelle acque ad oggetto d'innaffiare e rendere piĂš fruttiferi i loro aridi campi.
Le acque deâpozzi sono quasi tutte gravi e selenitiche, per cui è invalsa opinione fra i medici di questa ComunitĂ che da tali acque derivino le ostruzioni di fegato e di milza, alle quali vanno frequentemente soggetti gli abitanti di Sansepolcro.
Il commercio e l'industria da cui nei tempi della Repubblica Fiorentina era animata cotesta ci t tĂ , specialmente nelle arti della lana, della seta, e nel traffico del guado, si mostrano tuttora neâsuoi antichi s ta tu t i comunitativi alle rubriche 25, 35, 46 e 52.
Lâarte della seta e della lana ora si può dire estinta affatto; quella del guado ebbe un incitamento governativo nel 1809 che presto spirò dopo cessata la proibizione deâgeneri coloniali e poco innanzi la ripristinazione della naturale Dinastia felicemente regnante in Toscana.
La ComunitĂ mantiene sei maestri di scuole pubbliche rammentate allâArticolo Seminario. Rispetto allâistruzione delle fanciulle fanno da maestre tre Oblate del conservatorio. â Un medico ed un chirurgo sono condotti per la cittĂ ed un medico-chirurgo presta servigio nella campagna.
Nei sabati si tiene in Sansepolcro un languido mercato di vettovaglie e merci.
Cadono pure in Sansepolcro quattro fiere annuali, la prima delle quali nel giovedĂŹ dopo mezza quaresima, la seconda nel 20 giugno, la terza nel I settembre e la quarta nel 20 ottobre.
QUADRO della Popolazione della COMUNITAâ di SANSEPOLCRO a quattro epoche diverse.
- nome del luogo: Aboca (*), titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (un dÏ Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 254, abitanti anno 1745 n° 250, abitanti anno 1833 n° 335, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: Santa Croce nel Pian di Borgo, titolo della chiesa: S. Croce (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° 39, abitanti anno 1745 n° 39, abitanti anno 1833 n° 74, abitanti anno 1840 n° 76 - nome del luogo: Santa Fiora delle Ville, titolo della chiesa: SS. Flora e Lucilla (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Arezzo), abitanti anno 1551 n° 114, abitanti anno 1745 n° 177, abitanti anno 1833 n° 250, abitanti anno 1840 n° 273 - nome del luogo: Gragnano (1), titolo della chiesa: SS.
Lorentino e Pergentino (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Arezzo), abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 289 - nome del luogo: Gricignano, titolo della chiesa: S.
Biagio (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 147, abitanti anno 1745 n° 188, abitanti anno 1833 n° 390, abitanti anno 1840 n° 420 - nome del luogo: Melello, titolo della chiesa: S. Maria (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 140, abitanti anno 1745 n° 424, abitanti anno 1833 n° 245, abitanti anno 1840 n° - nome del luogo: Misciano, titolo della chiesa: S.
Cristofano (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (già Città di Castello), abitanti anno 1551 n° 34, abitanti anno 1745 n° 39, abitanti anno 1833 n° 103, abitanti anno 1840 n° 134 - nome del luogo: Montagna, titolo della chiesa: S.
Michele (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 311, abitanti anno 1745 n° 161, abitanti anno 1833 n° 261, abitanti anno 1840 n° 282 - nome del luogo: Montedoglio (1) (*), titolo della chiesa: S. Martino (Cura), diocesi cui appartiene: Arezzo, abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 95 - nome del luogo: SANSEPOLCRO in CittĂ , titolo della chiesa: S. Agostino in S. Maria deâServi (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 397, abitanti anno 1745 n° 84, abitanti anno 1833 n° 577, abitanti anno 1840 n° 619 - nome del luogo: SANSEPOLCRO in CittĂ , titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista (Cattedrale), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 3671, abitanti anno 1745 n° 2010, abitanti anno 1833 n° 2597, abitanti anno 1840 n° 2691 - nome del luogo: SANSEPOLCRO in CittĂ , titolo della chiesa: S. Niccolò in S. Francesco (Pieve), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 1073, abitanti anno 1745 n° 529, abitanti anno 1833 n° 854, abitanti anno 1840 n° 986 - Spicciolati fuori di CittĂ nella prima epoca (anno 1551), abitanti n° 1902 - nome del luogo: Succastelli (1) (*), titolo della chiesa: S.
Bartolommeo (giĂ badia), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° -, abitanti anno 1745 n° -, abitanti anno 1833 n° -, abitanti anno 1840 n° 287 - nome del luogo: Trebbio a Val dâAfra, titolo della chiesa: S. Giovanni Battista (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 180, abitanti anno 1745 n° 231, abitanti anno 1833 n° 269, abitanti anno 1840 n° 286 - nome del luogo: Villa di Val dâAfra, titolo della chiesa: S. Martino (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 81, abitanti anno 1745 n° 60, abitanti anno 1833 n° 169, abitanti anno 1840 n° 172 - nome del luogo: alla Villa (*), titolo della chiesa: S.
Pietro (Cura), diocesi cui appartiene: Sansepolcro (giĂ CittĂ di Castello), abitanti anno 1551 n° 80, abitanti anno 1745 n° 107, abitanti anno 1833 n° 220, abitanti anno 1840 n° 227 - Totale abitanti anno 1551: n° 8423 - Totale abitanti anno 1745: n° 4299 - Totale abitanti anno 1833: n° 6344 N.B. Nellâultima epoca del 1840 entravano dalle Parrocchie estere - abitanti n° 49 (1) (*) Le Parrocchie della Nota (1) nelle prime tre epoche spettavano a ComunitĂ limitrofe, e quelle con (*) nel 1840 mandavano fuori di questa ComunitĂ - abitanti n° 370 - RESTANO abitanti anno 1840: n° 7156 DIOCESI DI SANSEPOLCRO. â Questa diocesi fu eretta dal Pontefice Leone X con bolla del 22 settembre 1515, dalla quale fu dichiarato cotesto Borgo cittĂ nobile ed il suo nuovo vescovo suffraganeo del metropolitano di Firenze. Dalla stessa bolla fu nominato in primo vescovo di Sansepolcro lâabbate di S. Giovanni Evangelista Galeotto Graziani, che ne prese il possesso li 18 settembre del 1520 dopo aver esercitato per molti anni lâufficio di superiore deâmonaci Camaldolensi di quella Abbadia, convertendo la sua chiesa in cattedrale, ed il claustro contiguo in episcopio.
Oltre i beni posseduti allora dalla stessa ricca badia, furono aggregati al patrimonio della nuova mensa vescovile di Sansepolcro quelli delle soppresse abazie Camaldolensi di Succastelli, di Dicciano e Titi, col riservare al vescovo pro tempore il titolo di loro abbate.
In tal guisa terminarono le dissensioni continue state fra i vescovi di CittĂ di Castello e gli abbati Camaldolensi del Borgo.
La giurisdizione dei vescovi di Sansepolcro sotto il governo del Granduca Leopoldo I si accrebbe non solo dell'arcipretura Nullius di Sestino con tutti i popoli di quella ComunitĂ , ma ancora di tre parrocchie comprese fino allora sotto la diocesi di Montefeltro. Vi si aggiunsero nel tempo stesso 14 cure dellâabbazia Nullius Diocesis di Bagno e 32 popoli appartenuti alle Badie parimente Nullius di S. Maria in Cosmedin allâIsola e di S. Ellero a Galeata.
Attualmente la diocesi della città di Sansepolcro conta 135 parrocchie; cioè, due collegiate e 23 pievi, fra le quali due badie senza suffraganee, S. Maria in Cosmedin, e S.
Ellero a Galeata; 13 cure suburbane della cattedrale; 6 sotto la collegiata di Pieve S. Stefano ; 9 sotto l'arcipretura di Monterechi; 11 sotto il pievanato della Sovara; 5 sotto lâarcipretura di Sestino; 4 sotto lâarcipretura di Montirone; 3 sotto la prepositura di S. Giovanni in Vecchio; 5 sotto la pieve ai Palazzi; 5 nel piviere di Sigliano; 6 nel pievanato di Corliano; 4 in quello di Fresciano; 5 nellâarcipretura di Caprese; 4 nel piviere di S. Maria alla Selva; 4 nellâarcipretura di Alfero; 3 nella prepositura di Bagno; altrettante spettanti a S. Pietro a Corzano ed allâarcipretura di S. Maria in Equis; 4 nellâarcipretura di S. Pietro in Bosco; 5 nel pievanato del Corniolo; 3 nel piviere di Campo Sonaldo, il simile nell'arcipretura del Poggio alla Lastra ; e 4 nella prepositura di S. Sofia.
Il capitolo che fu accordato al vescovo di Sansepolcro consiste in 12 canonici con un numero di cappellani e di chierici, fra i quali tre dignitarj col titolo di preposto, di arcidiacono e di arciprete, cui è annessa anco la cura delle anime della cattedrale.
SERIE DEI VESCOVI DI SANSEPOLCRO.
1. Galeotto Graziani, giĂ abbate di S. Giovanni Evangelista, dal 28 settembre 1520 al 16 aprile 1522.
2. Leonardo Tornabuoni , dal 31 agosto 1522, traslatato nel marzo del 1539 al vescovato di Ajaccio in Corsica.
3. Filippo Archinto , dall'anno 1539, traslatato nel marzo del 1546 al vescovato di Saluzzo in Piemonte.
4. Alfonso Tornabuoni , dallâottobre del 1546 fino al 1557.
5. Filippo Tornabuoni, dall'ottobre del 1557 al novembre del 1559.
6. Niccolò Tornabuoni , dal maggio dell'anno 1560 allâaprile del 1598.
7. Alessandro Borghi, dal giugno del 1598 allâanno 1605.
8. Girolamo Incontri, dal dicembre del 1605 allâanno 1615.
9. Giovanni Gualtieri, dal dicembre del 1615 al maggio del 1619.
10. Filippo Salviati , dall'agosto 1619 allâanno 1634.
11. Zanobi Medici, dal luglio 1634 allâottobre del 1637.
12. Dionisio Bussotti , dal 1638 al 1654.
13. Fr. Cherubino Malaspina , dallâagosto 1655 allâanno 1667.
14. Gio. Carlo Baldovinetti, dal dicembre del 1667 al settembre del 1671.
15. Lodovico Malaspina, dal febbrajo 1672 all'anno 1695.
16. Fr. Gregorio Compagni, dal gennajo del 1696 al giugno del 1703.
17. Gio. Lorenzo deâTilli, dal luglio 1704.
18. Bartolommeo Pucci, dal ⌠al ⌠19. Raimondo Pecchiolli , dal ⌠al ⌠20. Domenico Poltri, dal... al ⌠21. Adeodato Andrea Conti, dal ⌠al...
22. Niccolò Marcacci, dal ⌠al ⌠23. Roberto Costaguti , dal... al...
24. Annibale Cav. Tommasi vivente.
QUADRO SINOTTICO delle Chiese parrocchiali della DIOCESI DI SANSEPOLCRO diviso per Pievanati con la loro popolazione a quattro epoche diverse.
N.B. Lâiniziale (A) indica che quelle parrocchie appartenevano innanzi alla Diocesi di CittĂ di castello; lâiniziale (B) indica che quelle parrocchie appartenevano giĂ alla Diocesi di Arezzo; lâiniziale (C) mostra che quelle parrocchie appartenevano alla Badia Nullius di Bagno; lâiniziale (D) indica che quelle parrocchie appartenevano alla Badia Nullius di Galeata; lâiniziale (E) indica che quelle parrocchie appartenevano allâArcipresbiterato Nullius di Sestino; finalmente lâiniziale (F) indica che quelle parrocchie appartenevano innanzi alla Diocesi di Monte Feltro.
1. Nome del Piviere: Pievanato maggiore con 13 succursali - titolo della chiesa: S. Giovanni Evangelista, Cattedrale Arcipretura (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 6940 (con S. Agostino e S. Niccolò), abitanti anno 1745: n° 2010, abitanti anno 1833: n° 2597, abitanti anno 1840: n° 2692 - titolo della chiesa: S. Agostino in S. Maria deâServi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 6940 (con S. Giovanni Evangelista e S.
Niccolò), abitanti anno 1745: n° 84, abitanti anno 1833: n° 577, abitanti anno 1840: n° 619 - titolo della chiesa: S. Niccolò in S. Francesco (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 6940 (con S. Giovanni Evangelista e S. Agostino), abitanti anno 1745: n° 529, abitanti anno 1833: n° 854, abitanti anno 1840: n° 986 - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista al Trebbio (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 180, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 169, abitanti anno 1840: n° 289 - titolo della chiesa: S. Biagio a Gricignano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 147, abitanti anno 1745: n° 188, abitanti anno 1833: n° 390, abitanti anno 1840: n° 420 - titolo della chiesa: SS. Flora e Lucilla a S. Fiora (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 177, abitanti anno 1833: n° 250, abitanti anno 1840: n° 273 - titolo della chiesa: SS. Laurentino e Pergentino a Gragnano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 125, abitanti anno 1745: n° 167, abitanti anno 1833: n° 269, abitanti anno 1840: n° 289 - titolo della chiesa: S. Pietro in Villa S. Pietro (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 80, abitanti anno 1745: n° 107, abitanti anno 1833: n° 220, abitanti anno 1840: n° 227 - titolo della chiesa: S. Maria al Melello con S. Marino (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 95, abitanti anno 1745: n° 424, abitanti anno 1833: n° 245, abitanti anno 1840: n° 259 - titolo della chiesa: SS. Giacomo e Cristofano a Misciano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 34, abitanti anno 1745: n° 39, abitanti anno 1833: n° 103, abitanti anno 1840: n° 134 - titolo della chiesa: S. Angiolo alla Battuta detta comunemente alla Montagna (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 311, abitanti anno 1745: n° 161, abitanti anno 1833: n° 261, abitanti anno 1840: n° 282 - titolo della chiesa: S. Martino in Val dâAfra (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 81, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 269, abitanti anno 1840: n° 172 - titolo della chiesa: S. Bartolo mmeo, Badia Succastelli (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° -, abitanti anno 1840: n° 287 - titolo della chiesa: S. Maria dâAboca (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 254, abitanti anno 1745: n° 250, abitanti anno 1833: n° 335, abitanti anno 1840: n° 380 2. Nome del Piviere: Pieve S. Stefano (Collegiata, Arcipretura con 6 suffraganee) - titolo della chiesa: Pieve S. Stefano, Arcipretura Collegiata (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 1485, abitanti anno 1745: n° 1078, abitanti anno 1833: n° 1470, abitanti anno 1840: n° 1597 - titolo della chiesa: SS. Giacomo e Cristofano a Montalone (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 307, abitanti anno 1745: n° 160, abitanti anno 1833: n° 148, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: SS. Bartolommeo e Giorgio a Sintigliano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 339, abitanti anno 1745: n° 152, abitanti anno 1833: n° 100, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: S. Martino a Compito (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 114, abitanti anno 1833: n° 35, abitanti anno 1840: n° 73 - titolo della chiesa: S. Antonio a Cerbajolo (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 81, abitanti anno 1840: n° 97 - titolo della chiesa: S. Andrea a Mignano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 101, abitanti anno 1745: n° 38, abitanti anno 1833: n° 62, abitanti anno 1840: n° 74 - titolo della chiesa: S. Quirico a Pietra nera (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 40, abitanti anno 1833: n° 28, abitanti anno 1840: n° 31 3. Nome del Piviere: Pievanato di Monterchi (Arcipretura con 9 succursali) - titolo della chiesa: S. Simone a Monterchi, Arcipretura (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 565, abitanti anno 1745: n° 435, abitanti anno 1833: n° 578, abitanti anno 1840: n° 591 - titolo della chiesa: S. Biagio a Pocaja e annessi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 168, abitanti anno 1745: n° 293, abitanti anno 1833: n° 378, abitanti anno 1840: n° 394 - titolo della chiesa: S. Angiolo a Padonchia e annessi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 320, abitanti anno 1745: n° 325, abitanti anno 1833: n° 282, abitanti anno 1840: n° 298 - titolo della chiesa: S. Apollinare alla Villa (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 163, abitanti anno 1833: n° 201, abitanti anno 1840: n° 239 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Gambazzo e annessi (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 121, abitanti anno 1745: n° 15, abitanti anno 1833: n° 210, abitanti anno 1840: n° 246 - titolo della chiesa: S. Pietro a Ripoli (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 204, abitanti anno 1745: n° 313, abitanti anno 1833: n° 172, abitanti anno 1840: n° 162 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Ricciano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 54, abitanti anno 1745: n° 117, abitanti anno 1833: n° 181, abitanti anno 1840: n° 177 - titolo della chiesa: S. Luca a Borgacciano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 120, abitanti anno 1745: n° 99, abitanti anno 1833: n° 116, abitanti anno 1840: n° 127 - titolo della chiesa: S. Maria a Fonaco (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 64, abitanti anno 1745: n° 75, abitanti anno 1833: n° 82, abitanti anno 1840: n° 88 - titolo della chiesa: SS. Sisto e Apollinare a Petretole (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 284, abitanti anno 1745: n° 60, abitanti anno 1833: n° 82, abitanti anno 1840: n° 102 4. Nome del Piviere: Pievanato di Montirone (con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria a Montirone, Arcipretura (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 273, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 164, abitanti anno 1840: n° 219 - titolo della chiesa: S. Michele a Casale (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 149, abitanti anno 1745: n° 73, abitanti anno 1833: n° 102, abitanti anno 1840: n° 103 - titolo della chiesa: S. Andrea a Martigliano (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 132, abitanti anno 1745: n° 34, abitanti anno 1833: n° 60, abitanti anno 1840: n° 68 - titolo della chiesa: S. Paolo a Monte Romano, Arcipretura (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 95, abitanti anno 1745: n° 46, abitanti anno 1833: n° 47, abitanti anno 1840: n° 65 - titolo della chiesa: S. Leone alla Miraldella (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 188, abitanti anno 1745: n° 41, abitanti anno 1833: n° 44, abitanti anno 1840: n° 53 5. Nome del Piviere: S. Ellero a Galeata - titolo della chiesa: S. Ellero a Galeata, giĂ Badia Nullius Diocesis (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 56, abitanti anno 1833: n° 92, abitanti anno 1840: n° 97 6. Nome del Piviere: Pievanato di S. Maria in Cosmedin - titolo della chiesa: S. Maria a Cosmedin dellâIsola, giĂ Badia Nullius Diocesis (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 243, abitanti anno 1745: n° 250, abitanti anno 1833: n° 307, abitanti anno 1840: n° 333 7. Nome del Piviere: Pievanato di Sigliano, o Tolena (con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria di Tolena, Pieve (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 217, abitanti anno 1745: n° 81, abitanti anno 1833: n° 80, abitanti anno 1840: n° 83 - titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano a Brancialino (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 190, abitanti anno 1745: n° 139, abitanti anno 1833: n° 148, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: S. Giovannino a Castelnuovo (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 385, abitanti anno 1745: n° 208, abitanti anno 1833: n° 228, abitanti anno 1840: n° 240 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Baldignano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 318, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 172, abitanti anno 1840: n° 201 - titolo della chiesa: S. Giovanni a Valle Calda (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 174, abitanti anno 1745: n° 28, abitanti anno 1833: n° 78, abitanti anno 1840: n° 120 - titolo della chiesa: S. Stefano a Tizzano (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 36, abitanti anno 1745: n° 38, abitanti anno 1833: n° 82, abitanti anno 1840: n° 76 8. Nome del Piviere: Pievanato di Corliano (con 6 succursali) - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Corliano, Pieve (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 107, abitanti anno 1840: n° 119 - titolo della chiesa: SS. TrinitĂ a Bulcianello (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 280, abitanti anno 1745: n° 171, abitanti anno 1833: n° 178, abitanti anno 1840: n° 198 - titolo della chiesa: S. Lorenzo alle Ville di Roti (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 497, abitanti anno 1745: n° 119, abitanti anno 1833: n° 142, abitanti anno 1840: n° 153 - titolo della chiesa: S. Niccolò a Cananeccia (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 105, abitanti anno 1745: n° 72, abitanti anno 1833: n° 109, abitanti anno 1840: n° 115 - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Roti e S. Paolo a Cerrretole (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 178, abitanti anno 1833: n° 84, abitanti anno 1840: n° 103 - titolo della chiesa: S. Pietro a Valsavignone (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 122, abitanti anno 1745: n° 61, abitanti anno 1833: n° 70, abitanti anno 1840: n° 73 - titolo della chiesa: S. Cristofano e Fratelle (A); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 45, abitanti anno 1745: n° 23, abitanti anno 1833: n° 51, abitanti anno 1840: n° 49 9. Nome del Piviere: Pievanato di Caprese (con 5 succursali) - titolo della chiesa: SS. Ippolito e Cassiano a Startina, Pieve (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 245, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 174, abitanti anno 1840: n° 136 - titolo della chiesa: S. Lorenzo alle Torre e Sovaggio (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 781, abitanti anno 1745: n° 210, abitanti anno 1833: n° 157, abitanti anno 1840: n° 180 - titolo della chiesa: S. Maria a Dicciano e Tifi (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 522, abitanti anno 1745: n° 225, abitanti anno 1833: n° 179, abitanti anno 1840: n° 176 - titolo della chiesa: S. Biagio a Centosoli (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 148, abitanti anno 1833: n° 174, abitanti anno 1840: n° 204 - titolo della chiesa: S. Giorgio a Salutio (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 47, abitanti anno 1833: n° 51, abitanti anno 1840: n° 51 - titolo della chiesa: S. Maria a Gregnano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 63, abitanti anno 1833: n° 56, abitanti anno 1840: n° 54 10. Nome del Piviere: Pievanato alla Selva (con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria alla Selva, Pieve (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 169, abitanti anno 1833: n° 137, abitanti anno 1840: n° 149 - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Caprese (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 157, abitanti anno 1833: n° 144, abitanti anno 1840: n° 205 - titolo della chiesa: S. Cristofano in Monna (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 607 (con S. Paolo in Monna), abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 179, abitanti anno 1840: n° 191 - titolo della chiesa: S. Paolo in Monna (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 607 (con S. Cristofano in Monna), abitanti anno 1745: n° 183, abitanti anno 1833: n° 158, abitanti anno 1840: n° 179 - titolo della chiesa: S. Maria a Zenzano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 109, abitanti anno 1833: n° 112, abitanti anno 1840: n° 110 11. Nome del Piviere: Pievanato di Fresciano (con 4 succursali) - titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo a Fresciano, Pieve (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 365, abitanti anno 1745: n° 244, abitanti anno 1833: n° 155, abitanti anno 1840: n° 161 - titolo della chiesa: S. Maria a Roffelle (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 479, abitanti anno 1745: n° 188, abitanti anno 1833: n° 196, abitanti anno 1840: n° 185 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Caprile (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 298, abitanti anno 1745: n° 124, abitanti anno 1833: n° 134, abitanti anno 1840: n° 148 - titolo della chiesa: S. Maria a Pratieghi (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 30, abitanti anno 1745: n° 124, abitanti anno 1833: n° 134, abitanti anno 1840: n° 155 - titolo della chiesa: S. Emilio a Viamaggio (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 267, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 133, abitanti anno 1840: n° 108 12. Nome del Piviere: Pievanato ai Palazzi (con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Leone ai Palazzi, Pieve (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 299 (con S. Tommaso a Monte Botolino), abitanti anno 1745: n° 130, abitanti anno 1833: n° 173, abitanti anno 1840: n° 196 - titolo della chiesa: S. Tommaso a Monte Botolino (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 299 (con S. Leone ai Palazzi), abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 164, abitanti anno 1840: n° 160 - titolo della chiesa: S. Angiolo alla Badia Tedalda (A); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 785, abitanti anno 1745: n° 301, abitanti anno 1833: n° 420, abitanti anno 1840: n° 473 - titolo della chiesa: S. Lorenzo alla Castellacciola (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 259, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 145, abitanti anno 1840: n° 164 - titolo della chiesa: S. Martino a Montelabreve (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 296, abitanti anno 1745: n° 116, abitanti anno 1833: n° 128, abitanti anno 1840: n° 143 - titolo della chiesa: S. Cristofano a Stiavola (E); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 318, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 64, abitanti anno 1840: n° 67 13. Nome del Piviere: Pievanato di S. Giovanni in Vecchio (con 3 succursali) - titolo della chiesa: S. Giovanni in Vecchio, Pieve (E); valle in cui è situata: Va l di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 122, abitanti anno 1833: n° 284, abitanti anno 1840: n° 291 - titolo della chiesa: S. Sofia in Marecchia (F); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 121, abitanti anno 1840: n° 283 - titolo della chiesa: S. Arduino alla Cicognaja (F); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 167, abitanti anno 1745: n° 167, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 111 - titolo della chiesa: S. Niccolò alla Petrella Massana (F); valle in cui è situata: Val di Marecchia; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 41, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 113 14. Nome del Piviere: Pievanato di Alfero (Arcipretura con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Andrea dâAlfero, Arcipretura (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 318, abitanti anno 1745: n° 298, abitanti anno 1833: n° 243, abitanti anno 1840: n° 296 - titolo della chiesa: S. Quirico a Selvapiana, Arcipretura (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 902 (con S. Martino a Donicilio), abitanti anno 1745: n° 436, abitanti anno 1833: n° 602, abitanti anno 1840: n° 509 - titolo della chiesa: S. Martino a Donicilio (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 902 (con S. Quirico a Selvapiana), abitanti anno 1745: n° 131, abitanti anno 1833: n° 90, abitanti anno 1840: n° 99 - titolo della chiesa: S. Niccolò a Mazzi (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 55, abitanti anno 1833: n° 54, abitanti anno 1840: n° 61 - titolo della chiesa: S. Michele a Riffredo (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 141, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 148 15. Nome del Piviere: Pievanato di Bagno (giĂ abbazia Nullius con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria in Bagno, Prepositura, giĂ Nullius Diocesis (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 1528, abitanti anno 1745: n° 705, abitanti anno 1833: n° 882, abitanti anno 1840: n° 974 - titolo della chiesa: S. Biagio a Montegranelli (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 494, abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 299, abitanti anno 1840: n° 260 - titolo della chiesa: S. Angiolo a Paganico (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 107, abitanti anno 1840: n° 119 - titolo della chiesa: S. Martino a Larciano (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 414, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 141 16. No me del Piviere: Pievanato di S. Piero in Corzano (con 3 succursali) - titolo della chiesa: S. Piero in Corzano, Prepositura, (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 1229, abitanti anno 1745: n° 686, abitanti anno 1833: n° 1236, abitanti anno 1840: n° 241 - titolo della chiesa: S. Salvadore a Crocesanta (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 789, abitanti anno 1745: n° 291, abitanti anno 1833: n° 1354, abitanti anno 1840: n° 427 - titolo della chiesa: S. Silvestro a Fontechiusi (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 231, abitanti anno 1833: n° 110, abitanti anno 1840: n° 422 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Vessa (C); valle in cui è situata: Val del Savio; abitanti anno 1551: n° 430, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 267, abitanti anno 1840: n° 220 Nome del Piviere: Pievanato di Spinello (con 3 succursali) (*) - titolo della chiesa: S. Maria in Equis, Arcipretura, (C); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 311, abitanti anno 1833: n° 41, abitanti anno 1840: n° 58 - titolo della chiesa: S. Egidio a Crocedevoli (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 90, abitanti anno 1833: n° 141, abitanti anno 1840: n° 134 - titolo della chiesa: S. Biagio a Rio Petroso (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 310, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 100, abitanti anno 1840: n° 113 - titolo della chiesa: S. Salvadore a Riosalso (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 108, abitanti anno 1840: n° 110 17. Nome del Piviere: Pievanato di S. Pietro in Bosco (con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Pietro in Bosco, Arcipretura, (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 858, abitanti anno 1745: n° 638, abitanti anno 1833: n° 994, abitanti anno 1840: n° 988 - titolo della chiesa: S. Martino a Pianetto (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 297, abitanti anno 1745: n° 313, abitanti anno 1833: n° 416, abitanti anno 1840: n° 421 - titolo della chiesa: S. Zenone a Galeata (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 97, abitanti anno 1833: n° 129, abitanti anno 1840: n° 323 - titolo della chiesa: S. Mamante alle Chiesole (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° - , abitanti anno 1745: n° 97, abitanti anno 1833: n° 129, abitanti anno 1840: n° 113 - titolo della chiesa: S. Maria a Pantano (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 208, abitanti anno 1745: n° 15, abitanti anno 1833: n° 19, abitanti anno 1840: n° 25 18. Nome del Piviere: Pievanato del Corniolo (con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Pietro al Corniolo (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 1243, abitanti anno 1745: n° 592, abitanti anno 1833: n° 592, abitanti anno 1840: n° 612 - titolo della chiesa: S. Martino a Ridracoli (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 349, abitanti anno 1745: n° 213, abitanti anno 1833: n° 290, abitanti anno 1840: n° 345 - titolo della chiesa: S. Maria alle Celle (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 173, abitanti anno 1833: n° 234, abitanti anno 1840: n° 257 - titolo della chiesa: S. Paolo in Alpe (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 122, abitanti anno 1833: n° 304, abitanti anno 1840: n° 239 - titolo della chiesa: S. Andrea a Biserno (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 343, abitanti anno 1745: n° 145, abitanti anno 1833: n° 795, abitanti anno 1840: n° 199 - titolo della chiesa: S. Benedetto alla Barletta (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° - , abitanti anno 1745: n° 164, abitanti anno 1833: n° 149, abitanti anno 1840: n° 164 19. Nome del Piviere: Pievanato del Campo Sonaldo (con 3 succursali) - titolo della chiesa: S. Giovanni Battista a Campo Sonaldo, Pieve (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 167, abitanti anno 1745: n° 207, abitanti anno 1833: n° 195, abitanti anno 1840: n° - titolo della chiesa: SS. Fabiano e Sebastiano a Spescia (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 675, abitanti anno 1745: n° 176, abitanti anno 1833: n° 227, abitanti anno 1840: n° 212 - titolo della chiesa: S. Croce a Cabelli (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 164, abitanti anno 1745: n° 87, abitanti anno 1833: n° 117, abitanti anno 1840: n° 145 - titolo della chiesa: S. Martino in Villa (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 102, abitanti anno 1833: n° 155, abitanti anno 1840: n° 158 20. Nome del Piviere: Pievanato del Poggio alla Lastra (con 3 succursali) - titolo della chiesa: SS. Pietro ed Apollinare, Arcipretura (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 183, abitanti anno 1833: n° 216, abitanti anno 1840: n° 221 - titolo della chiesa: S. Donato a Strabatenza (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 229, abitanti anno 1833: n° 205, abitanti anno 1840: n° 227 - titolo della chiesa: S. Eufemia a Pietrapazza (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 125, abitanti anno 1833: n° 203, abitanti anno 1840: n° 206 - titolo della chiesa: S. Maria del Carmine alla Croce Nuova (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 157, abitanti anno 1840: n° 185 21. Nome del Piviere: Pievanato di S. Sofia (Arcipretura con 4 succursali) - titolo della chiesa: S. Lucia e S. Sofia, Prepositura (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 585, abitanti anno 1745: n° 622, abitanti anno 1833: n° 983, abitanti anno 1840: n° 1126 - titolo della chiesa: S. Maria a Monteguidi (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 217, abitanti anno 1833: n° 217, abitanti anno 1840: n° 270 - titolo della chiesa: S. Paterniano a Raggio (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 50, abitanti anno 1840: n° 42 - titolo della chiesa: S. Martino in Villa (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 290, abitanti anno 1745: n° 217, abitanti anno 1833: n° 155, abitanti anno 1840: n° 158 - titolo della chiesa: S. Margherita della Rondinaja (D); valle in cui è situata: Valle del Bidente; abitanti anno 1551: n° 176, abitanti anno 1745: n° 161, abitanti anno 1833: n° 117, abitanti anno 1840: n° 135 22. Nome del Piviere: Piviere di Sestino (Arcipretura con 5 succursali) - titolo della chiesa: S. Pancrazio a Sestino (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 527, abitanti anno 1745: n° 283, abitanti anno 1833: n° 496, abitanti anno 1840: n° 558 - titolo della chiesa: S. Maria a Lucemburgo (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 114, abitanti anno 1745: n° 42, abitanti anno 1833: n° 145, abitanti anno 1840: n° 167 - titolo della chiesa: S. Barbera a Presciano (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 250, abitanti anno 1745: n° 112, abitanti anno 1833: n° 106, abitanti anno 1840: n° 112 - titolo della chiesa: S. Donato a S. Donato (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 278, abitanti anno 1745: n° 114, abitanti anno 1833: n° 104, abitanti anno 1840: n° 128 - titolo della chiesa: S. Andrea a Monte Fortino (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 342, abitanti anno 1745: n° 69, abitanti anno 1833: n° 70, abitanti anno 1840: n° 98 - titolo della chiesa: S. Tommaso a Colcellalto (E); valle in cui è situata: Valli della Foglia e di Marecchia; abitanti anno 1551: n° 596, abitanti anno 1745: n° 96, abitanti anno 1833: n° 150, abitanti anno 1840: n° 149 23. Nome del Piviere: Pievanato della Sovara (con 11 succursali) - titolo della chiesa: S. Maria alla Sovara, Pieve (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 223, abitanti anno 1745: n° 106, abitanti anno 1833: n° 205, abitanti anno 1840: n° 217 - titolo della chiesa: S. Maria a Casale (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 141, abitanti anno 1833: n° 211, abitanti anno 1840: n° 214 - titolo della chiesa: SS. Pietro e Paolo a Pianettole (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 249, abitanti anno 1745: n° 126, abitanti anno 1833: n° 102, abitanti anno 1840: n° 112 - titolo della chiesa: S. Clemente a Toppole (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 119, abitanti anno 1745: n° 156, abitanti anno 1833: n° 265, abitanti anno 1840: n° 276 - titolo della chiesa: S. Lorenzo a Sorci (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 292, abitanti anno 1745: n° 120, abitanti anno 1833: n° 225, abitanti anno 1840: n° 236 - titolo della chiesa: SS. Flora e Lucilla a Verrazzano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 110, abitanti anno 1833: n° 161, abitanti anno 1840: n° 188 - titolo della chiesa: S. Andrea a Galbino (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 312, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 345, abitanti anno 1840: n° 363 - titolo della chiesa: S. Donato a Scojano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 80, abitanti anno 1833: n° 124, abitanti anno 1840: n° 146 - titolo della chiesa: S. Andrea a Catigliano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 119, abitanti anno 1745: n° 92, abitanti anno 1833: n° 137, abitanti anno 1840: n° 137 - titolo della chiesa: S. Bartolommeo a Tortigliano (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 65, abitanti anno 1833: n° 83, abitanti anno 1840: n° 102 - titolo della chiesa: S. Biagio a Vajalla (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° 346, abitanti anno 1745: n° -, abitanti anno 1833: n° 118, abitanti anno 1840: n° 109 - titolo della chiesa: S. Salvadore alle Corticelle (B); valle in cui è situata: Val Tiberina toscana; abitanti anno 1551: n° -, abitanti anno 1745: n° 36, abitanti anno 1833: n° 87, abitanti anno 1840: n° 72 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1551: n° 36202 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1745: n° 22726 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1833: n° 30118 - SOMMA TOTALE abitanti anno 1840: n° 32751 (*) N.B. La chiesa arcipretura di S. Maria in Equis è compresa nello Stato limitrofo, mandando solo nel Granducato una frazione dei suoi abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 118.
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