SANTA SOFIA DI MARECCHIA
nella Valle di Marecchia.
– Piccolo Villaggio con rocca, la cui chiesa parrocchiale di Santa Sofia ha preso il distintivo di Marecchia per tro varsi sulla ripa destra di questo fiume, onde anche distinguerla dalla Terra di Santa Sofia sul Bidente.
Il Villaggio di Santa Sofia di Marecchia è compreso nella Comunità della Badia Tedalda, da cui dista circa 8 miglia toscane a settentrione, Giurisdizione di Sestino, Diocesi di Sansepolcro, già di Montefeltro, Compartimento di Arezzo.
Trovasi in un pezzo di territorio disunito del Granducato, circondato da ogni parte d;ì quello di Montefeltro, ossia di Penna Billi dello Stato Pontificio.
Era cotesto paese insieme col vicino castelletto di Monte Rotondo di Marecchia tino de' molti paesi appartenuti ai conti di Montedoglio, occupati dai Tarlati, e quindi da Neri di Uguccione della Faggiuola, al quale non pare che venissero resi dopo la pace di Sarzana del 1 3 5 3 , mentre erano tornati in potere dei conti di Montedoglio. Fu uno degli eredi di questi luoghi donna Paola figlia del conte Prinzivalle di Guido, ultimo primogenito maschio della prima razza de’conti di Montedoglio; la qual donna sul declinare del secolo XV essendosi maritata ad un Gonzaga conte di Novellare portò i suoi diritti sui feudi di Montedoglio nella casa del marito. Dai figli di Cristoforo di Giovanni Francesco Gonzaga dei conti di Novellara pronipoti di donna Paola, il Granduca di Toscana Ferdinando I mediante istrumento del 5 giugno 1607 comprò per il prezzo di scudi settemila il villaggio col distretto e ragioni di Santa Sofia in Marecchia.
In seguito il Granduca Cosimo II con diploma del 23 settembre 1615 eresse in feudo con titolo di marchesato questo villaggio col vicino castelletto di Monte Rotondo compreso nel popolo di Santa Sofia, e ne investì il barone Fabbrizio Colloreto, allora suo maestro di camera e priore di Lunigiana dell'ordine di S. Stefano, con facoltà di passare nei suoi figli e discendenti maschi, ed in mancanza di essi di poter nominare altri della linea sua o di altra famiglia, previa la sovrana approvazione. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.) Infatti il Marchese Fabbrizio Colloreto non avendo ottenuto figli per succedergli nel feudo, si valse del riservo testé annunziato nominando uno de' suoi nipoti nati dal fratello Niccolo Colloreto previa l’ approvazione ottenuta dallo stesso G. D. Cosimo II con diploma del 26 novembre 1621.
In tal modo il Colloreto poté conservare il marchesato di S.
Sofia nei discendenti della sua famiglia, nei quali si mantenne fintantoché con motuproprio del G. D.
Ferdinando III, in data del 19 settembre 1794, il marchesato di Santa Sofia in Marecchia venne incorporato alla Comunità della Badia Tedalda, nella quale tuttora è compreso con tutte le gravezze pubbliche e comunitative della Comunità medesima senza distinzione o privilegio. – Vedere MONTE ROTONDO DI SANTA SOFIA in Marecchia.
La Parrocchia di Santa Sofìa di Marecchia nel 1833 contava 121 abitanti.
Il Villaggio di Santa Sofia di Marecchia è compreso nella Comunità della Badia Tedalda, da cui dista circa 8 miglia toscane a settentrione, Giurisdizione di Sestino, Diocesi di Sansepolcro, già di Montefeltro, Compartimento di Arezzo.
Trovasi in un pezzo di territorio disunito del Granducato, circondato da ogni parte d;ì quello di Montefeltro, ossia di Penna Billi dello Stato Pontificio.
Era cotesto paese insieme col vicino castelletto di Monte Rotondo di Marecchia tino de' molti paesi appartenuti ai conti di Montedoglio, occupati dai Tarlati, e quindi da Neri di Uguccione della Faggiuola, al quale non pare che venissero resi dopo la pace di Sarzana del 1 3 5 3 , mentre erano tornati in potere dei conti di Montedoglio. Fu uno degli eredi di questi luoghi donna Paola figlia del conte Prinzivalle di Guido, ultimo primogenito maschio della prima razza de’conti di Montedoglio; la qual donna sul declinare del secolo XV essendosi maritata ad un Gonzaga conte di Novellare portò i suoi diritti sui feudi di Montedoglio nella casa del marito. Dai figli di Cristoforo di Giovanni Francesco Gonzaga dei conti di Novellara pronipoti di donna Paola, il Granduca di Toscana Ferdinando I mediante istrumento del 5 giugno 1607 comprò per il prezzo di scudi settemila il villaggio col distretto e ragioni di Santa Sofia in Marecchia.
In seguito il Granduca Cosimo II con diploma del 23 settembre 1615 eresse in feudo con titolo di marchesato questo villaggio col vicino castelletto di Monte Rotondo compreso nel popolo di Santa Sofia, e ne investì il barone Fabbrizio Colloreto, allora suo maestro di camera e priore di Lunigiana dell'ordine di S. Stefano, con facoltà di passare nei suoi figli e discendenti maschi, ed in mancanza di essi di poter nominare altri della linea sua o di altra famiglia, previa la sovrana approvazione. – (ARCH. DELLE RIFORMAG. DI FIR.) Infatti il Marchese Fabbrizio Colloreto non avendo ottenuto figli per succedergli nel feudo, si valse del riservo testé annunziato nominando uno de' suoi nipoti nati dal fratello Niccolo Colloreto previa l’ approvazione ottenuta dallo stesso G. D. Cosimo II con diploma del 26 novembre 1621.
In tal modo il Colloreto poté conservare il marchesato di S.
Sofia nei discendenti della sua famiglia, nei quali si mantenne fintantoché con motuproprio del G. D.
Ferdinando III, in data del 19 settembre 1794, il marchesato di Santa Sofia in Marecchia venne incorporato alla Comunità della Badia Tedalda, nella quale tuttora è compreso con tutte le gravezze pubbliche e comunitative della Comunità medesima senza distinzione o privilegio. – Vedere MONTE ROTONDO DI SANTA SOFIA in Marecchia.
La Parrocchia di Santa Sofìa di Marecchia nel 1833 contava 121 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 163.
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