SARTEANELLO, o SARTIANELLO
nella Valle dell' Arbia.
– Casale ch'ebbe chiesa parrocchiale (SS. Simone e Giuda) annessa al popolo della Badia di Roffeno nel piviere di Vescona, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 4 a ponente maestrale di Asciano, Diocesi di Arezzo, Compartimento di Siena.
Trovasi nel valloncello del fosso Arbiola tributano destro mediante il torrente Carisa del fiume Arbia.
Fu Sarteanello uno de' villaggi appartenuto ai conti della Berardenga, rammentato fra gli altri in un diploma del 1051 pubblicato dall'Ughelli nei vescovi di Montalcino, e il di cui originale vidi nell' Arch. privato del sig. Scipione Borghesi Bichi di Siena; col qual diploma Arrigo III, ad imitazione degl’ imperatori Carlo, Lodovico e Lottario e dei primi tre Ottoni, confermò all'abbate e monaci di S. Antimo in Val d'Orcia, fra i diversi beni, castelli e chiese, la metà del castello di Sarteanello posto nel contado senese.
Se questa metà del Castello di Sarteanello fosse stata domita dai conti della Berardenga non è noto; è noto bensì che in Sarteanello conservarono per lunga età dei beni i conti di Sarteano, derivati, come si dirà all'Articolo qui appresso, dai conti della Berardenga.
Fra le memorie superstiti ne fornirono una gli Annalisti Camaldolensi (Annal. cit. T. II.) sotto dì 25 febbrajo del 1055, quando i tre figli del fu Winigildo conte di Sarteano, stando in Orvieto, donarono alla loro badia di S. Pietro in Campo in Val d' Orcia dei latifondi, alcuni dei quali erano situati anche in Sarteanello.
La chiesa de' SS. Simone e Giuda a Sarteanello essendo fin dal secolo XIV in rovina, con decreto del vescovo di Arezzo del 13 giugno 1401 fu aggregato il suo popolo a quello della Badia degli Olivetani de' SS. Jacopo e Cristofano a Roffeno, cui vennero incorporati anco i suoi beni. – Vedere BADIA A ROFENA, o A ROFFENO.
Trovasi nel valloncello del fosso Arbiola tributano destro mediante il torrente Carisa del fiume Arbia.
Fu Sarteanello uno de' villaggi appartenuto ai conti della Berardenga, rammentato fra gli altri in un diploma del 1051 pubblicato dall'Ughelli nei vescovi di Montalcino, e il di cui originale vidi nell' Arch. privato del sig. Scipione Borghesi Bichi di Siena; col qual diploma Arrigo III, ad imitazione degl’ imperatori Carlo, Lodovico e Lottario e dei primi tre Ottoni, confermò all'abbate e monaci di S. Antimo in Val d'Orcia, fra i diversi beni, castelli e chiese, la metà del castello di Sarteanello posto nel contado senese.
Se questa metà del Castello di Sarteanello fosse stata domita dai conti della Berardenga non è noto; è noto bensì che in Sarteanello conservarono per lunga età dei beni i conti di Sarteano, derivati, come si dirà all'Articolo qui appresso, dai conti della Berardenga.
Fra le memorie superstiti ne fornirono una gli Annalisti Camaldolensi (Annal. cit. T. II.) sotto dì 25 febbrajo del 1055, quando i tre figli del fu Winigildo conte di Sarteano, stando in Orvieto, donarono alla loro badia di S. Pietro in Campo in Val d' Orcia dei latifondi, alcuni dei quali erano situati anche in Sarteanello.
La chiesa de' SS. Simone e Giuda a Sarteanello essendo fin dal secolo XIV in rovina, con decreto del vescovo di Arezzo del 13 giugno 1401 fu aggregato il suo popolo a quello della Badia degli Olivetani de' SS. Jacopo e Cristofano a Roffeno, cui vennero incorporati anco i suoi beni. – Vedere BADIA A ROFENA, o A ROFFENO.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 174.
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