VESCONA

nella Valle superiore dell'Ombrone sanese.

– Nome antico restalo alla chiesa battesimale di S.
Giovanni di Vescona, detta la Pievina , e ad altra cura stata sua filiale, (S. Florenzio in Vescona) egualmente che alla villa, già Castello di Ve scona, tutti tre luoghi compresi nella Comunità e Giurisdizione di Asciano; la Pievina quasi 3 miglia toscane al suo ponente; e S.
Florenzio con la villa di Vescona 5 miglia toscane a maestrale della Terra predella, nella Diocesi di Arezzo, Compartimento di Siena.
A poca distanza dalla villa di Vescona risiede in luogo più basso la chiesa parrocchiale di S. Florenzio, situata lungo la strada provinciale Lauretana, mentre la villa riposa nella sommità di un colle marnoso, e la Pievina dalla parte opposta della stessa strada circa 2 miglia toscane più vicina ad Asciano.
Già all’Articolo PIEVINA DI VESCONA fu detto, essere s'ala questa in origine filiale della pieve di S. Vito in Versuris, o dir si voglia in Creta, e una volta in Vescona, per quanto nelle carte relative alla controversia promossa sino dal 712 dai vescovi di Siena contro quelli di Arezzo, sieno rammentati ambedue i battisteri, cioè quello di S. Vito in Vescona, alias in Versuris e l ' a l t r o di S. Giovanni in Vescona. Quest'ultima però fu più chiaramente qualificata in Vescona da una sentenza del maggio 1029 pronunziata nella canonica di S. Martellino in Chianti, come ancora da un atto di cessione fatta nel 1045 al suo clero da Immone vescovo di Arezzo, cui rinunziò molle pievi poste nel contado senese. Così nella bolla dell' 8 giugno 1070 spedita dal Pontefice Alessandro li a favore di Costantino vescovo di Arezzo, leggonsi fra le altre chiese battesimali della diocesi aretina s i tuate nel contado sanese, la pieve di S.
Vito in Versu ris e questa di S. Giovanni in Vescona.
Lo stesso dicasi di altra bolla del Pontefice Onorio III del 27 maggio 1220 spedita al vescovo fiorentino, pubblicata dal LAMI ne' suoi Monuni. Eccl. Flor.
Rispetto al Castello di Vescona, ora villa Saracini, fu cotesta nel secolo XI una delle signorie de' conti Guinigi della Scialenga e della Berardenga, siccome lo qualifica un atto pubblico del 1025, col quale uno di quei dinasti, il conte Ranieri, assegnò in benefizio al Monastero di S.
Salvatore della Berardenga una casa con orto, vigna ed un pezzo di terra situato presso il suo castello di Vescona.
– (ANNAL. CAMALD.) Anche il Monastero di S. Eugenio presso Siena fino dal secolo XI possedeva una corte in Vescona , confermatagli da due Imperatore, cioè, da Arrigo IV nel 4 giugno del 1081 e da Federigo 1 nell'8 agosto 1185. – Vedere PIEVINA DI VESCONA, E MELANINO sotto la Pievina di Vescona.
La parrocchia dì S. Florenzio alla villa di Vescona nel 1833 contava 156 abitanti quando la sua chiesa battesimale di S. Giovanni in Vescona noverava 134 popolani.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1843, Volume V, p. 704.