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DISSERTAZIONE V.

molti altri Eruditi, si conchiude senza alcun dubbio esser quella un opera del Quinto Secolo dell’Era nostra, e fatta dopo l' Imperio d’Arcadio, e di Onorio, non però immune da qualche sbaglio, quantunque in numero assai minore di quelli che si notano nella Tavola Peutingeriana, o per difetto degli Amanuensi, o per l' ingiuria del tempo, come riflette il Sig. d' Anville. Ecco dunque quanto in esso si trova scritto, per ciò che riguarda il soggetto, di cui mi sono accinto ad esaminare le circostanze.

Florentia .

Ad Fines , seu Casas Caesarianas - M.P. XXX.

Aretio - - - - - - - - M.P. XXV.

Ad Statuas - - - - - - M. P. XXV.

Clusio - - - - - - - - M.P. XII.

Che fanno in tutto la somma di miglia Romane ottantasette.

Il terzo riscontro che sia pervenuto a i dì nostri, è la Tavola Peutingeriana, la quale benché con qualche divario di distanza, e di luogo che nomina, si unisce nulladimeno nella sostanza del viaggio a i monumenti da me sopra citati. Nè starò io qui a tessere una lunga Disertazione sopra di essa, avendolo già fatto eruditamente il Sig. Vandelli, e sapendosi bastantemente da chi ha i principi dell’antiquaria, quali siano i suoi pregi, ed i suoi difetti, a che uso servisse nelle marce degli Eserciti de’Romani, ed in qual tempo ella sia stata fatta, lo che concordemente da tutti si riconosce essere accaduto nell’età di Teodosio il Giuniore, e al dire del Velsero, l’Anno XV. del di lui Impero, e Beato Renano ci dice essere stata disegniata sub

Riferimento bibliografico:

Guazzesi, Lorenzo, Dissertazione V, 1766, p. 222.