ABAZIA DELL'ARDENGA
in Val d'Ombrone
sulla sinistra ripa di questo fiume nella Comunità e Giurisdizione di Montalcino, da cui è circa 4 miglia toscane a scirocco Diocesi e Compartimento di Siena. – Il suo monastero, che attualmente serve di canonica al rettore di quella chiesa parrocchiale sotto l'antica invocazione di S. Andrea Apostolo, fondato nel secolo XI, prese il nome da un conte Ardingo di Ranieri di stirpe francese, autore dei conti Ardenghi, Signore del vicino castello di S. Quirico, e consorti dei Manenti di Sarteano.
Essi ne imitarono l'esempio con introdurre nel monastero dell'Ardenga ed in quello di S. Pietro a Petrojo i monaci Vallombrosani della Badia di Coltibono, i di cui abati per vari secoli presedettero e sanzionarono l'elezione di quello dell'Ardenga, sino a che questa Badia non passò a commenda a prelati e a cardinali. (ARCH. DIPL. FIOR.
Badia di Coltibono). La godeva uno di questi, quando Pio II la destinò come una parte di dote alla mensa vescovile di Montalcino, mentre altra porzione l'ammensava a quella arcivescovile di Siena. Ma essendo sopravvissuto al nominato pontefice l'abate commendatario, la Corte di Roma ne tenne sospesa l'esecuzione sino a che il Gran Duca P. Leopoldo, alla morte dell'ultimo commendatario cardinal Salviati, la reclamò per assegnarla, siccome fece, all'Opera della cattedrale di Montalcino. – La sua chiesa, ridotta a cura secolare, di padronato del vescovo di Montalcino, è assai grande, e sembra essere stata costruita a tre navate in forma di basilica, vedendosi le colonne murate sulle fiancate della chiesa, da lunga mano ridotta alla sola navata di mezzo. Evvi pure un oratorio sotterraneo di gotica architettura che forse servì di cimitero.
L'erudito montalcinese signore Luigi Santi in un assai pregevole opuscoletto sull'origine della sua patria, affacciò argomenti e ragioni molto plausibili per sostenere che la chiesa di S. Andrea dell'Ardenga esistesse sino dai secoli longobardici, e che potesse essere una delle pievi aretine situate nel contado senese, e segnatamente quella denominata S. Andrea in Marcenis, in opposizione a quanto dubitò il Regio antiquario signore Filippo Brunetti, che la credeva piuttosto la pieve di Montalcino.
E credo che possa dare peso maggiore all'opinione del signore Santi un'istrumento del 785 dallo stesso Brunetti recentemente pubblicato nella parte II del suo primo tomo del Codice diplomatico, dal quale apparisce che il casale di Marcena essere non doveva molto lontano da quello di Cosona. La parrocchia dell'Aredenga ha attualmente 106 abitanti.
Essi ne imitarono l'esempio con introdurre nel monastero dell'Ardenga ed in quello di S. Pietro a Petrojo i monaci Vallombrosani della Badia di Coltibono, i di cui abati per vari secoli presedettero e sanzionarono l'elezione di quello dell'Ardenga, sino a che questa Badia non passò a commenda a prelati e a cardinali. (ARCH. DIPL. FIOR.
Badia di Coltibono). La godeva uno di questi, quando Pio II la destinò come una parte di dote alla mensa vescovile di Montalcino, mentre altra porzione l'ammensava a quella arcivescovile di Siena. Ma essendo sopravvissuto al nominato pontefice l'abate commendatario, la Corte di Roma ne tenne sospesa l'esecuzione sino a che il Gran Duca P. Leopoldo, alla morte dell'ultimo commendatario cardinal Salviati, la reclamò per assegnarla, siccome fece, all'Opera della cattedrale di Montalcino. – La sua chiesa, ridotta a cura secolare, di padronato del vescovo di Montalcino, è assai grande, e sembra essere stata costruita a tre navate in forma di basilica, vedendosi le colonne murate sulle fiancate della chiesa, da lunga mano ridotta alla sola navata di mezzo. Evvi pure un oratorio sotterraneo di gotica architettura che forse servì di cimitero.
L'erudito montalcinese signore Luigi Santi in un assai pregevole opuscoletto sull'origine della sua patria, affacciò argomenti e ragioni molto plausibili per sostenere che la chiesa di S. Andrea dell'Ardenga esistesse sino dai secoli longobardici, e che potesse essere una delle pievi aretine situate nel contado senese, e segnatamente quella denominata S. Andrea in Marcenis, in opposizione a quanto dubitò il Regio antiquario signore Filippo Brunetti, che la credeva piuttosto la pieve di Montalcino.
E credo che possa dare peso maggiore all'opinione del signore Santi un'istrumento del 785 dallo stesso Brunetti recentemente pubblicato nella parte II del suo primo tomo del Codice diplomatico, dal quale apparisce che il casale di Marcena essere non doveva molto lontano da quello di Cosona. La parrocchia dell'Aredenga ha attualmente 106 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 3.
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