ABAZIA DELL'ARDENGHESCA
nel poggio di Civitella
presso il torrente Anso o Lanso confluente dell'Ombrone, a occidente della strada Regia Grossetana, Comunità, Giurisdizione e circa 11 miglia toscane a settentrione di Campagnatico, (ERRATA : Diocesi e Compartimento di Grosseto) Diocesi di Siena e Compartimento di Grosseto. – Dedicata a S. Salvatore e a S. Lorenzo, deve la sua origine ai conti Ardengheschi stati Signori di Civitella che in vari tempi le assegnarono in benefizio rendite di chiese e terreni. Fu dei Benedettini, che vi esistevano fino dal 1108, epoca nella quale un conte Bernardo, risedendo nel vicino Montacutolo, rinunziò all'abate di S. Salvatore e di S. Lorenzo presso il fiume Anso il castello, corte e distretto di Civitella, che il fu conte Ranieri aveva già donato a questo monastero, nell’atto medesimo che l’abate rilasciava a titolo di feudo al conte Bernardo ed ai suoi eredi la metà dello stesso castello e sue pertinenze per l’annuo tributo di una panella di cera. Altre ed in vari tempi furono le donazioni o vendite fatte alla stessa Badia, la maggior parte, dai conti Ardengheschi. Nel 1124 questo monastero insieme con i suoi beni fu preso sotto la protezione di Corrado marchese di Toscana. Nel 1143 con Bolla di Celestino II fu dichiarato immediatamente soggetto alla Sede Apostolica, con l’annua retribuzione di due soldi; il quale privilegio venne ripetuto da Lucio II, da Eugenio III, e da Alessandro III. In quello emanato da Celestino III (17 aprile 1194) a conferma delle Bolle precedenti, si notano molte ville, castelli e chiese di giuspadronato della Badia di S. Lorenzo presso il fiume Anso, ed in Val di Merse.
Possedeva in Orgia, in Montisi, in Mondone, in Monteverdi sull’Ombrone, nel poggio di Fercole, nei castelli del Sasso, di Stigliano, di Belagajo, di Monte antico, ec.
Vi si mantennero i Benedettini fino a che questi allontanatisi dalla morigeratezza monastica e divenuti rissosi al segno di ferirsi a mano armata fra di loro (ARCH. DIPL. FIOR. Santa Maria degli Angioli di Siena anno 1366) furono soppressi con Bolla di Eugenio IV del 1440. Il monastero allora abbandonato dai religiosi venne incorporato al priorato dei Canonici Agostiniani di S.
Salvatore in S. Maria degli Angeli di Siena con tutti i suoi beni. Dopo la quale unione, effettuata dai deputati della Repubblica senese nel 1446, il priore di S. Maria degli Angeli assunse il titolo di Conte dell’Ardenghesca. – La sua chiesa a tre navate, attualmente ridotta ad una sola, fu da molto tempo profanata, ed il monastero in gran parte diruto, e cangiato in abitazione di una famiglia colonica, altro non offre all’occhio che un romantico deserto circondato da selve e da piagge incolte. Chi volesse visitarne gli avanzi, esca dalla strada Grossetana alla stazione delle Capannelle, da cui l’Ardenghesca è distante due miglia toscane a maestro, o si parta dall’albergo di Fercole, che è a tre miglia toscane al suo settentrione.
Possedeva in Orgia, in Montisi, in Mondone, in Monteverdi sull’Ombrone, nel poggio di Fercole, nei castelli del Sasso, di Stigliano, di Belagajo, di Monte antico, ec.
Vi si mantennero i Benedettini fino a che questi allontanatisi dalla morigeratezza monastica e divenuti rissosi al segno di ferirsi a mano armata fra di loro (ARCH. DIPL. FIOR. Santa Maria degli Angioli di Siena anno 1366) furono soppressi con Bolla di Eugenio IV del 1440. Il monastero allora abbandonato dai religiosi venne incorporato al priorato dei Canonici Agostiniani di S.
Salvatore in S. Maria degli Angeli di Siena con tutti i suoi beni. Dopo la quale unione, effettuata dai deputati della Repubblica senese nel 1446, il priore di S. Maria degli Angeli assunse il titolo di Conte dell’Ardenghesca. – La sua chiesa a tre navate, attualmente ridotta ad una sola, fu da molto tempo profanata, ed il monastero in gran parte diruto, e cangiato in abitazione di una famiglia colonica, altro non offre all’occhio che un romantico deserto circondato da selve e da piagge incolte. Chi volesse visitarne gli avanzi, esca dalla strada Grossetana alla stazione delle Capannelle, da cui l’Ardenghesca è distante due miglia toscane a maestro, o si parta dall’albergo di Fercole, che è a tre miglia toscane al suo settentrione.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 4.
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