ABAZIA DELL’AULLA

in Val di Magra

sulla ripa sinistra dello stesso fiume al confluente dell’Aulella, nella terra omonima, già Aula o corte del marchese Adalberto figlio del conte Bonifazio di Lucca, che la fondò nell’anno 884, dedicandola a S. Maria e ad altri Santi, sebbene col solo titolo di S. Caprazio venga denominata.
Quel marchese, nel tempo che la dotò di un ricco patrimonio, sparso per quella valle e nella Garfagnana alta, la destinò in padronato ai suoi eredi, dai quali pervenne agli Estensi ed ai Malaspina. Ai primi fu confermata da Arrigo IV, nel 1067, mentre i secondi ne goderono il frutto con il nome di abati commendatari sino a che, nel 1543, i marchesi di Aulla vendettero al nobile genovese Adamo Centurione per la somma di 4000 scudi la terra dell’Aulla coi poggi di Burcione, e i diritti che avevano sopra il castello di Bibola insieme con il giuspadronato della Badia prenominata. La quale fu a lui confermata il 4 luglio 1550 da Giulio III, e quindi dallo stesso pontefice con Bolla del 20 giugno 1554 tolta ai monaci Olivetani, che dopo i Benedettini l’abitarono, e ridotta a commenda secolare, conferendo la ricca sua prebenda al chierico Jacopo Centurione, con l’obbligo di mantenere pel servizio della sua chiesa un sacerdote curato, oggi proposto dell’Aulla.
Gli eredi e successori di Adamo Centurione godettero lungo temp o il fondo e benefizio dell’Aulla, ma la parte che essi presero nella guerra della successione, fu cagione della perdita di quel feudo Imperiale e del padronato dell’annessa Badia, accordata poi, con Diploma di Carlo VI, del 31 ottobre 1714, al marchese Alessandro Malaspina di Podenzana, che nominò in abate uno dei marchesi di Mulazzo. Alla di cui vacanza, per lettere dell’imperatore Giuseppe II, del 2 ottobre 1767, dirette al vescovo di Luni e Sarzana, fu proposto e nominato in abate dell’Aulla un marchese Alfonso di Podenzana.
I beni di questa pingue Badia vennero in gran parte alienati sotto il regime francese per decreto della Repubblica italiana del 3 settembre 1802.
Fu nel suo chiostro, di cui oggi fa parte la canonica del proposto, dove nel 31 maggio del 1202 seguì il giuramento di adesione al Lodo pronunziato nel 12 dello stesso mese dagli arbitri sopra alcune vertenze fra il vescovo di Luni, i marchesi Malaspina ed i nobili di Vezzano, presenti molti signori di Lunigiana e di Versilia.
La suddetta propositura comprende 790 abitanti. – Vedere AULLA Terra in Val di Magra.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 4.