BARBAJANO

nel Val d’Arno aretino.

– Questo vocabolo pare che nel Medio evo servisse a designare una estensione di terreno fra i poggi orientali di Val d’Ambra e la Chiana sino al suo confluente in Arno.
Molte pergamene dell’Archivio della Cattedrale di Arezzo e delle Badie di S. Flora, e di S. Maria in Gradis della stessa città, citano possessioni, bandite e corti del distretto aretino poste in Barbajano. Distinguevasi con lo stesso nome la Pieve del Monte S. Savino in Val di Chiana, rammentata a proposito della Chiusa Obertenga in una carta del 20 novembre 1072 pubblicata da Muratori (Ant.
Esten.) ed in più altre della Badia di S. Maria in Gradis sotto gli anni 1078, 1083 e 1109. – Altre membrane dei Benedettini di Arezzo nei secoli XI e XII, trattano di possessioni sotto i nomi di terra martinense e barbaritana, forse dal titolo del piviere in cui erano situate le possessioni medesime, per le quali i monaci di S. Flora ebbero a sostenere varie liti. – Vedere CHIUSURA OBERTENGA.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 256.