BARBINAJA
(Berbinaria).
Casale sull’Evola, fiumana tributaria dell’Arno inferiore, fra Palaja e Sanminiato, nella cui Comunità, Giurisdizione e Diocesi è comp reso.
– Fu in Berbinaria una delle antiche pievi della Diocesi lucchese, della quale erano filiali le parrocchie di S.
Biagio a Montebicchieri, di S. Regolo a Bucciano, S.
Jacopo di Ciecina, S. Pietro di Collelungo, SS. Stefano e Lorenzo di Pratilione, S. Barbera di Brucciano e S.
Martino di Cumulo.
Si trovano memorie della pieve di S. Maria e S. Giovanni in Berbinaria sino dall’anno 898, quando Rachiprando pievano della medesima promise a Pietro vescovo di Lucca di non allivellare i beni di quella chiesa battesimale, sotto pena di soldi 200 di argento. – Lo stesso vescovo nel 917 col consenso de’suoi Canonici Cardinali e di altri ecclesiastici ordinò il prete Pietro in rettore e pievano di S. Maria e S. Giovanni Batista in Berbinaria. (ARCH. ARCIV. LUCCH.) Attualmente questa pieve è ridotta ad un meschino oratorio, e le sue rendite unite alla mensa vescovile di Sanminiato, il di cui vescovo ne è il pievano titolare e il patrono del superstite oratorio.
Nel 1551 questa pieve dava il nome a un comunello del distretto di Sanminiato col titolo di S. Giovanni, sebbene non contasse altro che 46 abitanti.
– Fu in Berbinaria una delle antiche pievi della Diocesi lucchese, della quale erano filiali le parrocchie di S.
Biagio a Montebicchieri, di S. Regolo a Bucciano, S.
Jacopo di Ciecina, S. Pietro di Collelungo, SS. Stefano e Lorenzo di Pratilione, S. Barbera di Brucciano e S.
Martino di Cumulo.
Si trovano memorie della pieve di S. Maria e S. Giovanni in Berbinaria sino dall’anno 898, quando Rachiprando pievano della medesima promise a Pietro vescovo di Lucca di non allivellare i beni di quella chiesa battesimale, sotto pena di soldi 200 di argento. – Lo stesso vescovo nel 917 col consenso de’suoi Canonici Cardinali e di altri ecclesiastici ordinò il prete Pietro in rettore e pievano di S. Maria e S. Giovanni Batista in Berbinaria. (ARCH. ARCIV. LUCCH.) Attualmente questa pieve è ridotta ad un meschino oratorio, e le sue rendite unite alla mensa vescovile di Sanminiato, il di cui vescovo ne è il pievano titolare e il patrono del superstite oratorio.
Nel 1551 questa pieve dava il nome a un comunello del distretto di Sanminiato col titolo di S. Giovanni, sebbene non contasse altro che 46 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 272.
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