BARBISTIO o BARBISCHIO DEL CHIANTI
in Val d’Arbia.
Castellare con parrocchia (SS. Jacopo e Filippo) filiale di S. Marcellino in Avane, Comunità e 2 miglia toscane a levante di Gajole, Giurisdizione di Radda, che è 5 miglia toscane a grecale, nella Diocesi di Arezzo, Compartimento di Firenze.
Risiede il vecchio castellare sulla giogana selvosa di Monte Luco; la borgata e la chiesa nel lato che acquapende sul torrente Massellone tributario il più remoto e più settentrionale dell’Arbia.
Vi tenne innanzi tutti signoria la noblie famiglia Firidolfi e Ricasoli, dai quali ebbero mulino e podere in Barbischio i monaci di Coltibuono, e sino dal 1085 la Badia dei Cassinensi di Firenze, che ricevè possessioni nel popolo di Barbistio, nel Val d’Arno superiore e in altri luoghi del Chainti, da Serafino di Rodolfo autore di un ramo di quella stessa consorteria di Baroni.
In seguito Barbistio passò in potere dei conti Guidi, che lo incorporarono al viscontado di Val d’Ambra. Dai quali tegoli i vassalli di Barbischio con gli altri di Moncione, Cave e Conie si ribellarono per male reggimento, (disse Giovanni Villani al libro XI, capitolo 53 della sua Cronaca) che il giovine conte Guido di Ugo da Battifolle facea a’suoi fedeli d’opera di femmine. Per i quali affronti si assoggettarono alla Repubblica fiorentina che li restituì sotto servaggio, nel 1343, tosto che regalò quei sudditi al conte Simone di Battifolle in ricompensa dei servigi da esso lui prestati alla Repubblica all’occasione di liberarla dalla schiavitù del duca d’Atene.
La parrocchia di S. Jacopo di Barbistio conta 145 abitanti.
Risiede il vecchio castellare sulla giogana selvosa di Monte Luco; la borgata e la chiesa nel lato che acquapende sul torrente Massellone tributario il più remoto e più settentrionale dell’Arbia.
Vi tenne innanzi tutti signoria la noblie famiglia Firidolfi e Ricasoli, dai quali ebbero mulino e podere in Barbischio i monaci di Coltibuono, e sino dal 1085 la Badia dei Cassinensi di Firenze, che ricevè possessioni nel popolo di Barbistio, nel Val d’Arno superiore e in altri luoghi del Chainti, da Serafino di Rodolfo autore di un ramo di quella stessa consorteria di Baroni.
In seguito Barbistio passò in potere dei conti Guidi, che lo incorporarono al viscontado di Val d’Ambra. Dai quali tegoli i vassalli di Barbischio con gli altri di Moncione, Cave e Conie si ribellarono per male reggimento, (disse Giovanni Villani al libro XI, capitolo 53 della sua Cronaca) che il giovine conte Guido di Ugo da Battifolle facea a’suoi fedeli d’opera di femmine. Per i quali affronti si assoggettarono alla Repubblica fiorentina che li restituì sotto servaggio, nel 1343, tosto che regalò quei sudditi al conte Simone di Battifolle in ricompensa dei servigi da esso lui prestati alla Repubblica all’occasione di liberarla dalla schiavitù del duca d’Atene.
La parrocchia di S. Jacopo di Barbistio conta 145 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 272.
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