BATONI
nella montagna di Pistoja.
Piccolo casale che un dì portava il nome di castello nel popolo di Piteccio, Comunità di Porta al Borgo, Giurisdizione e Diocesi di Pistoja, da cui è circa 7 miglia toscane a settentrione Compartimento di Firenze.
Risiede in monte verso le sorgenti dell’Ombrone sull’antica strada che guida per quella foce nell’Appennino bolognese.
Fu questa bicocca, nei secoli vicini al mille, oggetto di grandi controversie promosse, ora dagli abati di Nonantola, ora dai Bolognesi contro i Vescovi e il Comune di Pistoja.
La più antica memoria conosciuta sembra quella del 27 maggio 1086, pubblicata dal Zaccaria, (Anecd. Pistor.), quando Pietro vescovo di Pistoja diede a Ildebrando di Ranieri e al di lui fratello alcune terre poste nella villa di Paterno, in S. Mamante e in Piteccio, e ne ricevè in compenso possessioni situate in loco Batoni, prope nostrum eumdem castrum. Al quale castello e corte di Batoni allude una bolla di Pasquale II (14 novembre 1105) diretta a Ildebrando vescovo di Pistoja, alla cui mensa episcopale confermò fra le altre cose le possessioni della corte di Batoni.
Per le questioni posteriormente insorte per parte degli abati di Nonantola, e poscia per conto dei Bolognesi potrà il lettore vederle nella storia pistojese del Salvi, e in quella della Badia Nonantolana del Tiraboschi.
Risiede in monte verso le sorgenti dell’Ombrone sull’antica strada che guida per quella foce nell’Appennino bolognese.
Fu questa bicocca, nei secoli vicini al mille, oggetto di grandi controversie promosse, ora dagli abati di Nonantola, ora dai Bolognesi contro i Vescovi e il Comune di Pistoja.
La più antica memoria conosciuta sembra quella del 27 maggio 1086, pubblicata dal Zaccaria, (Anecd. Pistor.), quando Pietro vescovo di Pistoja diede a Ildebrando di Ranieri e al di lui fratello alcune terre poste nella villa di Paterno, in S. Mamante e in Piteccio, e ne ricevè in compenso possessioni situate in loco Batoni, prope nostrum eumdem castrum. Al quale castello e corte di Batoni allude una bolla di Pasquale II (14 novembre 1105) diretta a Ildebrando vescovo di Pistoja, alla cui mensa episcopale confermò fra le altre cose le possessioni della corte di Batoni.
Per le questioni posteriormente insorte per parte degli abati di Nonantola, e poscia per conto dei Bolognesi potrà il lettore vederle nella storia pistojese del Salvi, e in quella della Badia Nonantolana del Tiraboschi.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 289.
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