CAMOLLIA, o CAMULLIA
Borgata che fu rinchiusa nell’ultimo cerchio della città di Siena, e da cui prese il nome la porta, il borgo e tutto il suburbio settentrionale di quella città, già distinto col nome di Terzo di Camollia.
L’origine di questo nome parve al Gigli (Diario Senese) nata da un antico convento di Donne esistito in questo sobborgo; quasi Camullia volesse significare Casa Mulierum.
Il Terzo di Camollia era formato dai seguenti 17 comunelli: 1. S. Bartolommeo a Ministero ; 2. S.
Prospero; 3. S. Petronilla; 4. Vico; 5. Marciano; 6.
Fontebecci ; 7. Vuopini; 8. S. Dalmazio; 9. Abbadia a Quarto; 10. Castagno; 11. Ravacciano; 12. S. Giorgio a Papajano; 13. Capraja ; 14. Tolfe; 15. Monteliscai; 16. S.
Miniato a Cellole; 17. S. Martino a Cellole e Fagnano.
Con il regolamento speciale del 2 di giugno 1777, relativo all’organizzazione delle Comunità dello Stato senese, fu soppresso il Terzo di Camollia e distribuiti i suoi comunelli fra i due Terzi conservati nelle Masse di Siena, cioè di S. Martino e delle Masse di Città. Che perciò i primi 10 comunelli furono dati alle Masse di Città, gli ultimi 7 al Terzo di S. Martino.
Il borgo di Camollia è noto nella storia per essere stato più volte campo di guerra dei nemici di Siena, per assedi e battaglie celebrate dalli storici Toscani.
Sino dal secolo X si trovano memorie della contrada, e della chiesa di S. Pietro in Camollia, ora dentro la città, del Campo del Re, come pure di un’antico spedale sotto il titolo di S. Basilio a Camollia.
La più antica pergamena relativa a S. Pietro di Camollia, oggi detto alla Magione, è dell’anno 998, quando i conti Ranieri, Berardo, e Walfredo fratelli carnali, e la contessa Willa vedova di altro conte Ranieri loro cugino, fecero donazione al santo vescovo fiorentino Podio del guispadronato della chiesa di S. Pietro nel Borgo di Camollia con case, terreni e vigne poste presso all’arco, in luogo detto Taberna, ed altri effetti a Mincia e a Cellole. La quale donazione fu poi nel giugno 1028 dal vescovo Lamberto ceduta alla nuova Badia di S. Miniato al Monte presso Firenze. (BORGHINI, Discorsi) L’ospizio di S. Basilio in Camollia, nel secolo XII fu affidato ai Vallombrosani della Badia di Passignano. Esso era situato nel prato presso Porta Camullia sulla via Francesca o Romea. – Dai Vallombrosani passò al capitolo della cattedrale senese che riedificò e ampliò in più tempi quella chiesa, rovinata nell’ultimo assedio di Siena.
L’origine di questo nome parve al Gigli (Diario Senese) nata da un antico convento di Donne esistito in questo sobborgo; quasi Camullia volesse significare Casa Mulierum.
Il Terzo di Camollia era formato dai seguenti 17 comunelli: 1. S. Bartolommeo a Ministero ; 2. S.
Prospero; 3. S. Petronilla; 4. Vico; 5. Marciano; 6.
Fontebecci ; 7. Vuopini; 8. S. Dalmazio; 9. Abbadia a Quarto; 10. Castagno; 11. Ravacciano; 12. S. Giorgio a Papajano; 13. Capraja ; 14. Tolfe; 15. Monteliscai; 16. S.
Miniato a Cellole; 17. S. Martino a Cellole e Fagnano.
Con il regolamento speciale del 2 di giugno 1777, relativo all’organizzazione delle Comunità dello Stato senese, fu soppresso il Terzo di Camollia e distribuiti i suoi comunelli fra i due Terzi conservati nelle Masse di Siena, cioè di S. Martino e delle Masse di Città. Che perciò i primi 10 comunelli furono dati alle Masse di Città, gli ultimi 7 al Terzo di S. Martino.
Il borgo di Camollia è noto nella storia per essere stato più volte campo di guerra dei nemici di Siena, per assedi e battaglie celebrate dalli storici Toscani.
Sino dal secolo X si trovano memorie della contrada, e della chiesa di S. Pietro in Camollia, ora dentro la città, del Campo del Re, come pure di un’antico spedale sotto il titolo di S. Basilio a Camollia.
La più antica pergamena relativa a S. Pietro di Camollia, oggi detto alla Magione, è dell’anno 998, quando i conti Ranieri, Berardo, e Walfredo fratelli carnali, e la contessa Willa vedova di altro conte Ranieri loro cugino, fecero donazione al santo vescovo fiorentino Podio del guispadronato della chiesa di S. Pietro nel Borgo di Camollia con case, terreni e vigne poste presso all’arco, in luogo detto Taberna, ed altri effetti a Mincia e a Cellole. La quale donazione fu poi nel giugno 1028 dal vescovo Lamberto ceduta alla nuova Badia di S. Miniato al Monte presso Firenze. (BORGHINI, Discorsi) L’ospizio di S. Basilio in Camollia, nel secolo XII fu affidato ai Vallombrosani della Badia di Passignano. Esso era situato nel prato presso Porta Camullia sulla via Francesca o Romea. – Dai Vallombrosani passò al capitolo della cattedrale senese che riedificò e ampliò in più tempi quella chiesa, rovinata nell’ultimo assedio di Siena.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 406.
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