CASI
(Casium) in Val di Bisenzio.
Casale che ebbe parrocchia da gran tempo annessa alla cura di Vaiano, nella Comunità Giurisdizione Diocesi e miglia toscane 7 a settentrione di Prato, Compartimento di Firenze.
La sua chiesa profanata risiede in un risalto di collina fra Schignano e la tenuta del Mulinaccio della nobile famiglia Vai, a cui appartiene il podere Casi.
La villa di Casi fu in origine dei conti Alberti, confermata loro da Federigo I con diploma del 10 agosto 1164, pervenuta in seguito nei conti Guidi, che la venderono nel 1225 ai Pistojesi (PTOLOM. Annal. Lucens.), allora quando nel distretto di Casi avevano già acquistato podere i monaci di Vaiano.
Nel sinodo diocesano tenuto in Pistoja nel 1313 per stabilire la ripartizione della tassa imposta al clero di quella diocesi, trovasi nominata la chiesa di Casi.
(ZACCAR. Anecd. Pistor.)
La sua chiesa profanata risiede in un risalto di collina fra Schignano e la tenuta del Mulinaccio della nobile famiglia Vai, a cui appartiene il podere Casi.
La villa di Casi fu in origine dei conti Alberti, confermata loro da Federigo I con diploma del 10 agosto 1164, pervenuta in seguito nei conti Guidi, che la venderono nel 1225 ai Pistojesi (PTOLOM. Annal. Lucens.), allora quando nel distretto di Casi avevano già acquistato podere i monaci di Vaiano.
Nel sinodo diocesano tenuto in Pistoja nel 1313 per stabilire la ripartizione della tassa imposta al clero di quella diocesi, trovasi nominata la chiesa di Casi.
(ZACCAR. Anecd. Pistor.)
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 513.
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