CASTEL SECCO, o POGGIO DI S. CORNELIO
nel suburbio australe di Arezzo.
Castellare di cui portava il nomignolo la diruta chiesa de’SS. Cipriano e Cornelio de Castro sicco, sulla spianata di un poggetto chiamato di S.
Cornelio, fra i torrenti Castro e Vingone, un miglio e mezzo a scirocco di Arezzo.
Ha preso il nome di Castel secco da un fabbricato di figura elittica in molti punti ben conservato, e segnatamente dal lato occidentale. Consiste l’edifizio in grandi massi parallelepipedi di macigno murati a secco, i quali circoscrivono la cima pianeggiante del poggio in un ambito di circa 1240 braccia con dei frequenti pilastri o ringrossi a guisa di bastioni.
Questa fabbrica cotanto prossima alla città di Arezzo, che ha tutti i caratteri dei tempi romani, e forse anche etruschi, fu poco avvertita dagli archeologi delle trascorse età; né alcuno, ch’io sappia, ha tentato scavi intorno ad essa per indagare se fu l’Acropoli del Vecchio Arezzo, o a quale altro uso mai poteva in origine essere destinata.
Cornelio, fra i torrenti Castro e Vingone, un miglio e mezzo a scirocco di Arezzo.
Ha preso il nome di Castel secco da un fabbricato di figura elittica in molti punti ben conservato, e segnatamente dal lato occidentale. Consiste l’edifizio in grandi massi parallelepipedi di macigno murati a secco, i quali circoscrivono la cima pianeggiante del poggio in un ambito di circa 1240 braccia con dei frequenti pilastri o ringrossi a guisa di bastioni.
Questa fabbrica cotanto prossima alla città di Arezzo, che ha tutti i caratteri dei tempi romani, e forse anche etruschi, fu poco avvertita dagli archeologi delle trascorse età; né alcuno, ch’io sappia, ha tentato scavi intorno ad essa per indagare se fu l’Acropoli del Vecchio Arezzo, o a quale altro uso mai poteva in origine essere destinata.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 585.
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