CASTELNUOVO DELLA MISERICORDIA
in Val di Fine (già Castrum Camajani).
Grosso villaggio con pieve (S. Stefano) sul fianco occidentale dei Monti Livornesi nella Comunità Giurisdizione e miglia toscane 2 e 1/2 a settentrione-maestrale di Rosignano, Diocesi di Livorno, già di Pisa, al cui Compartimento appartiene.
Ebbe nome di nuovo senza dubbio per distinguerlo da un vicino castelletto, che da più remota età chiamavasi Castelvecchio, e dopo che presso le rovine dell'antichissimo castello di Camajano, sorse un nuovo aggregato di case. – Vedere CAMAJANO.
Si scuoprirono infatti nei contorni di Castelnuovo molti avanzi di antichità, di cippi e d’iscrizioni sepolcrali dei tempi romani, una delle quali fu riportata dal Targioni.
Tali frammenti servono a confermare che il paese di Camajano, sulle cui vestigia si rifabbricò Castelnuovo, esser doveva un luogo di qualche considerazione; al cui incremento giovava la prossimità di una strada consolare, qual’era l’Emilia di Scauro. È costà dove sussistono ancora alcune colonnette milliari che dimostrano il tratto di strada presso Castelnuovo, essere il più conservato dopo la restaurazione fattane da Antonino Pio. – Vedere VIA EMILIA di SCAURO.
Si può arguire dall’ubicazione del castello di Camajano da quella sua pieve di S. Giovanni, di cui restano i ruderi sotto il nomignolo di Pievaccia nel botro di Riardo o Rialdo, che dai Monti Livornesi fluisce nel fiume Fine, dopo attraversata la Via Emilia, fra Castelnuovo e Gabbro.
La quale Pievaccia sul botro di Riardo, insieme con S.
Martino a Cesari (filiale della stessa pieve) Castelnuovo e Castelvecchio della Misericordia furono tra i luoghi assegnati dal Gran Duca Ferdinando I, sul declinare del secolo XVI al contado e giurisdizione di Livorno.
Dissesi poi Castelnuovo della Misericordia da una tenuta che da lunga mano vi possiede la confraternita della Misericordia di Pisa.
La parrocchia di S. Stefano a Castelnuovo della Misericordia conta 1323 abitanti.
Ebbe nome di nuovo senza dubbio per distinguerlo da un vicino castelletto, che da più remota età chiamavasi Castelvecchio, e dopo che presso le rovine dell'antichissimo castello di Camajano, sorse un nuovo aggregato di case. – Vedere CAMAJANO.
Si scuoprirono infatti nei contorni di Castelnuovo molti avanzi di antichità, di cippi e d’iscrizioni sepolcrali dei tempi romani, una delle quali fu riportata dal Targioni.
Tali frammenti servono a confermare che il paese di Camajano, sulle cui vestigia si rifabbricò Castelnuovo, esser doveva un luogo di qualche considerazione; al cui incremento giovava la prossimità di una strada consolare, qual’era l’Emilia di Scauro. È costà dove sussistono ancora alcune colonnette milliari che dimostrano il tratto di strada presso Castelnuovo, essere il più conservato dopo la restaurazione fattane da Antonino Pio. – Vedere VIA EMILIA di SCAURO.
Si può arguire dall’ubicazione del castello di Camajano da quella sua pieve di S. Giovanni, di cui restano i ruderi sotto il nomignolo di Pievaccia nel botro di Riardo o Rialdo, che dai Monti Livornesi fluisce nel fiume Fine, dopo attraversata la Via Emilia, fra Castelnuovo e Gabbro.
La quale Pievaccia sul botro di Riardo, insieme con S.
Martino a Cesari (filiale della stessa pieve) Castelnuovo e Castelvecchio della Misericordia furono tra i luoghi assegnati dal Gran Duca Ferdinando I, sul declinare del secolo XVI al contado e giurisdizione di Livorno.
Dissesi poi Castelnuovo della Misericordia da una tenuta che da lunga mano vi possiede la confraternita della Misericordia di Pisa.
La parrocchia di S. Stefano a Castelnuovo della Misericordia conta 1323 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 573.
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