CATENA DI MONTEMURLO
in Val d'Ombrone pistojese.
Borghetto sulla strada maestra fra Prato e Pistoja presso il ponte d'Agliana nel popolo di S. Niccolò d'Agliana, Comunità Giurisdizione e 3 miglia toscane a ostro del Montale, Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
Questo nome odioso, di oppressione, di angaria e di schiavitù; questo antico fomite di discordie e di vessazioni fra i limitrofi municipi; questo flagello del commercio e dell'industria agraria; questo antico inciampo di comunicazione fra popolo e popolo nel bel paese là dove il sì suona; questa catena messa al pedaggio delle produzioni nazionali, venne infranta e distrutta dalla mano potente e benefica del Grande legislatore della Toscana; né più resta alla storia politica altro che la reminiscenza di tali passeggerìe, mentre la corografia del Granducato nel luogo delle distrutte Catene trova un documento inconcusso che dà a conoscere i termini del confine distrettuale di alcune città o terre del Granducato, le quali figurarono nella storia delle repubbliche del medio evo.
Infatti la catena o passaggio di Montemurlo esiste sull'antico limite del Comune di Pistoja con quello distrettuale di Montemurlo, quando era feudo dei conti Guidi, e nelle di cui ragioni e diritti subentrò nel secolo XIII la Repubblica fiorentina.
A questo pedaggio di Montemurlo riferisce l'articolo 142 degli antichi stetuti di Pistoja, redatti nel 1182. A tenore del quale ciascun potestà apena entrato in uffizio doveva giurare di mantenere il passaggio che si esigeva dal Comune di Pistoja al confine di Montemurlo.
Alla borgata della Catenacontinuò a tenere ragione ogni giovedì il potestà del Montale sino alla legge del 30 settembre 1772 relativa al nuovo regolamento dei tribunali di giustizia dello Stato fiorentino.
Questo nome odioso, di oppressione, di angaria e di schiavitù; questo antico fomite di discordie e di vessazioni fra i limitrofi municipi; questo flagello del commercio e dell'industria agraria; questo antico inciampo di comunicazione fra popolo e popolo nel bel paese là dove il sì suona; questa catena messa al pedaggio delle produzioni nazionali, venne infranta e distrutta dalla mano potente e benefica del Grande legislatore della Toscana; né più resta alla storia politica altro che la reminiscenza di tali passeggerìe, mentre la corografia del Granducato nel luogo delle distrutte Catene trova un documento inconcusso che dà a conoscere i termini del confine distrettuale di alcune città o terre del Granducato, le quali figurarono nella storia delle repubbliche del medio evo.
Infatti la catena o passaggio di Montemurlo esiste sull'antico limite del Comune di Pistoja con quello distrettuale di Montemurlo, quando era feudo dei conti Guidi, e nelle di cui ragioni e diritti subentrò nel secolo XIII la Repubblica fiorentina.
A questo pedaggio di Montemurlo riferisce l'articolo 142 degli antichi stetuti di Pistoja, redatti nel 1182. A tenore del quale ciascun potestà apena entrato in uffizio doveva giurare di mantenere il passaggio che si esigeva dal Comune di Pistoja al confine di Montemurlo.
Alla borgata della Catenacontinuò a tenere ragione ogni giovedì il potestà del Montale sino alla legge del 30 settembre 1772 relativa al nuovo regolamento dei tribunali di giustizia dello Stato fiorentino.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 620.
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