CELLE
in Val di Paglia. (Castrum de Cellis)
Castello con pieve (Conversione di S. Paolo) nella Comunità Giurisdizione e quasi 3 miglia toscane a ponente di S.
Casciano de’Bagni, nel Vicariato Regio di Radicofani, Diocesi di Chiusi, Compartimento di Siena.
Risiede sulla costa dei poggi che diramansi da quello di Cetona fra i torrenti Elvella e Rigo tributarj del fiume Paglia fra Radicofani e Ponte Centino.
È piccolo castello con strade sufficientemente larghe e abitazioni di competente apparenza. Dal lato che guarda il paese di competente apparenza. Dal lato che guarda il paese di S. Casciano, Celle conserva un avanzo delle sue mura con rivellini, mentre dal lato di Radicofani sopra di esse vennero costruite le abitazioni dei privati.
Vi è inoltre una rocca quasi affatto diruta con torre e un’antico pretorio.
L’origine di questo castello è ignota, non sapendo se dalle celle sacre, o piuttosto dalle celle vinarie o grotte colà frequenti traesse origine questo paese; il quale comincia a farsi conoscere dopo il mille, quando vi dominava una consorteria di nobili Orvietani, donde vennero i Visconti di Campiglia, e i conti di Marsciano. Uno di questi ultimi (Cello di Bernardino) prese il nome dallo stesso castello di Celle, sul quale signoreggiò nel principio del secolo XIII, mentre il di lui figlio Azzo trovasi nominato nel privilegio che Lodovico il Bavaro, nel 5 aprile 1328, spedì da Roma a tutta quella consorteria di conti e visconti, promettendo il dominio feudale di S. Casciano de’Bagni e di Celle. – Vedere CAMPIGLIA d’ORCIA.
Dopo la metà del secolo XIV, uno dei più potenti magnati di Siena (Cione Salimbeni) tolse agli Orvietani e ritenne per conto proprio questo con altri castelli di quella contrada, sino che fu cacciato di là nel febbrajo del 1380 da un numeroso esercito spedito contro quel ribelle dalla Repubblica senese Spinetta Malaspina marchese di Villafranca potestà di Siena. (PECCI Storia sullo Stato Senese Vol. III) Due anni dopo gli abitanti di Celle ribellatisi ai loro governanti tornarono vassalli di Cione, e quindi di Cocco Salimbeni suo figlio, che cacciato di là da Nanni Piccolomini, e quindi riconquistato il castello da Cocco, questi alfine lo cedè nel 1418 alla madre patria, sotto la quale i Cellesi si mantennero fedeli sino alla caduta di Montalcino.
La parrocchia di Celle nel 1640 contava 740 abitanti; nel 1746 ne aveva 535, mentre nel 1833 era aumentata sino a 1071 abitanti.
Casciano de’Bagni, nel Vicariato Regio di Radicofani, Diocesi di Chiusi, Compartimento di Siena.
Risiede sulla costa dei poggi che diramansi da quello di Cetona fra i torrenti Elvella e Rigo tributarj del fiume Paglia fra Radicofani e Ponte Centino.
È piccolo castello con strade sufficientemente larghe e abitazioni di competente apparenza. Dal lato che guarda il paese di competente apparenza. Dal lato che guarda il paese di S. Casciano, Celle conserva un avanzo delle sue mura con rivellini, mentre dal lato di Radicofani sopra di esse vennero costruite le abitazioni dei privati.
Vi è inoltre una rocca quasi affatto diruta con torre e un’antico pretorio.
L’origine di questo castello è ignota, non sapendo se dalle celle sacre, o piuttosto dalle celle vinarie o grotte colà frequenti traesse origine questo paese; il quale comincia a farsi conoscere dopo il mille, quando vi dominava una consorteria di nobili Orvietani, donde vennero i Visconti di Campiglia, e i conti di Marsciano. Uno di questi ultimi (Cello di Bernardino) prese il nome dallo stesso castello di Celle, sul quale signoreggiò nel principio del secolo XIII, mentre il di lui figlio Azzo trovasi nominato nel privilegio che Lodovico il Bavaro, nel 5 aprile 1328, spedì da Roma a tutta quella consorteria di conti e visconti, promettendo il dominio feudale di S. Casciano de’Bagni e di Celle. – Vedere CAMPIGLIA d’ORCIA.
Dopo la metà del secolo XIV, uno dei più potenti magnati di Siena (Cione Salimbeni) tolse agli Orvietani e ritenne per conto proprio questo con altri castelli di quella contrada, sino che fu cacciato di là nel febbrajo del 1380 da un numeroso esercito spedito contro quel ribelle dalla Repubblica senese Spinetta Malaspina marchese di Villafranca potestà di Siena. (PECCI Storia sullo Stato Senese Vol. III) Due anni dopo gli abitanti di Celle ribellatisi ai loro governanti tornarono vassalli di Cione, e quindi di Cocco Salimbeni suo figlio, che cacciato di là da Nanni Piccolomini, e quindi riconquistato il castello da Cocco, questi alfine lo cedè nel 1418 alla madre patria, sotto la quale i Cellesi si mantennero fedeli sino alla caduta di Montalcino.
La parrocchia di Celle nel 1640 contava 740 abitanti; nel 1746 ne aveva 535, mentre nel 1833 era aumentata sino a 1071 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 644.
We can't find the internet
Attempting to reconnect
Something went wrong!
Hang in there while we get back on track