CELLE (PIEVE DI)
detta talvolta Pieve Cellese nella Valle dell’Ombrone pistojese.
Pieve antichissima sotto l’invocazione di S. Pancrazio nella Comunità della Porta Lucchese, Giurisdizione Diocesi e circa 3 miglia toscane a ponente-maestrale di Pistoja, Compartimento di Firenze.
Trovasi nel valloncello del Vinci alla sinistra del torrente, e alla destra della strada Regia che da Pistoja guida a Lucca.
La più antica ricordanza superstite di questo Celle è un istrumento che risale alla metà del secolo X, col quale il conte Cadolo figlio del fu conte Cunerado e Rotilda figlia del già conte Ildebrando offrirono alla cattedrale di Pistoja un podere situato a Petriolo in Val di Vinci nel territorio della pieve di S. Pancrazio, sita Celle.
Nel 1067 Leone vescovo di Pistoja diede ad enfiteusi a un nobile pistojese per nome Signoretto di Gherardo tutti i redditi della pieve Cellese di S. Pancrazio e S. Giov.
Battista con le decime e primizie dovute al pievano dalle 17 ville e chiese succursali allora situate in quel piviere; e tutto ciò per l’annuo censo di due soldi.
Furono forse i discendenti di Signoretto quelli che presero da tale investimento la casata Cellesi; la quale famiglia come Vicedomina della sede vescovile aveva il diritto di mettere in possesso i nuovi vescovi di Pistoja.
I nomi dei casali e popoli appartenenti alla pieve di Celle erano i seguenti: 1. Arcigliano ; 2. Celle; 3. S. Giusto di Montagnana ; 4. Campiglio ; 5. Casole; 6. Cappiano; 7.
Fagno; 8. Fabbrica; 9. Gugliano ; 10. Lugnano; 11.
Momigno; 12. Petriolo; 13. Presciano; 14. Rofano; 15.
Rorati; 16. Vignano; 17. Vizzano.
Attualmente la pieve di S. Pancrazio a Celle non ha più succursali, e conta nella sua parrocchia non più che una popolazione di 247 abitanti.
Trovasi nel valloncello del Vinci alla sinistra del torrente, e alla destra della strada Regia che da Pistoja guida a Lucca.
La più antica ricordanza superstite di questo Celle è un istrumento che risale alla metà del secolo X, col quale il conte Cadolo figlio del fu conte Cunerado e Rotilda figlia del già conte Ildebrando offrirono alla cattedrale di Pistoja un podere situato a Petriolo in Val di Vinci nel territorio della pieve di S. Pancrazio, sita Celle.
Nel 1067 Leone vescovo di Pistoja diede ad enfiteusi a un nobile pistojese per nome Signoretto di Gherardo tutti i redditi della pieve Cellese di S. Pancrazio e S. Giov.
Battista con le decime e primizie dovute al pievano dalle 17 ville e chiese succursali allora situate in quel piviere; e tutto ciò per l’annuo censo di due soldi.
Furono forse i discendenti di Signoretto quelli che presero da tale investimento la casata Cellesi; la quale famiglia come Vicedomina della sede vescovile aveva il diritto di mettere in possesso i nuovi vescovi di Pistoja.
I nomi dei casali e popoli appartenenti alla pieve di Celle erano i seguenti: 1. Arcigliano ; 2. Celle; 3. S. Giusto di Montagnana ; 4. Campiglio ; 5. Casole; 6. Cappiano; 7.
Fagno; 8. Fabbrica; 9. Gugliano ; 10. Lugnano; 11.
Momigno; 12. Petriolo; 13. Presciano; 14. Rofano; 15.
Rorati; 16. Vignano; 17. Vizzano.
Attualmente la pieve di S. Pancrazio a Celle non ha più succursali, e conta nella sua parrocchia non più che una popolazione di 247 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 645.
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