CORELLA

del Mugello di Val di Sieve.

Casale con pieve (S. Martino) e sovrastante fortilizio diruto, già noto sotto il nome della rocca di Belforte nell’Appennino omonimo, Comunità Giurisdizione e circa 5 miglia toscane a settentrione-grecale di Dicomano, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Ebbe nome di Corella, oppure lo diede al borro che scende in Sieve da quell’Appennino, lungo il qual torrentello esiste una via mulattiera che sale al luogo delle Scalette per entrare di là nella Valle del Lamone, via che riescì fatale alla compagnia del capitano Lando nell’anno 1368. – Vedere BELFORTE di Mugello.
Fu Corella tra i castelli confermati in feudo ai conti Guidi da Arrigo VI (anno 1191) e da Federigo II (anni 1220 e 1247), talchè uno di essi (Simone del Conte Guido Novello) portava il titolo di conte di Corella e di Ampinana, mentre il giuspadronato della chiesa plebana di Corella era stato donato ai monaci della badia di S.
Miniato al Monte presso Firenze, cui venne confermato sino dall’anno 1184 per bolla del pontefice Lucio III.
La pieve di Corella fu riedificata nel secolo XVIII poco lungi dalla pieve vecchia, di cui verso la metà del secolo XIV è stato pievano un Marsuppini.
La chiesa medesima aveva suffraganee le seguenti cure; 1. S. Pietro a Corella, ora annessa alla pieve; 2. S. Donato a Paterno, eretta in prioria nel 1565; 3. SS. Lucia e Cristina a Casa Romana; 4. S. Lorenzo a Fabbiano, da gran tempo ammensata alla precedente; 5. S. Michele ad Ampinana; 6. S. Martino al Rossojo; 7. S. Niccolò alla Torricella, ora unito al popolo del Rossojo.
Da Corella sortì i natali e prese il cognome il letterato e poeta fra Domenico dell’ordine de’Predicatori, che fiorì nel secolo XV, autore di un poema, il Theotocon, dedicato a Pietro di Lorenzo de’Medici.
La cura della pieve di S. Martino a Corella conta 611 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 798.