CORNATA o CORNATE DI GERFALCO
nella Maremma massetana.
Sotto una tale denominazione sogliono appellarsi due gioghi di una montuosità a schiena di dromedario, uno dall’altro isolato mediante un collo intermedio. Le quali due prominenze trovansi nella direzione da scirocco a maestro, circa un miglio toscano fra loro distanti, presso le sorgenti del fiume Cecina e quelle del torrente Pavone; nel grado 28° 39’ di longitudine e 43° 9’ di latitudine a 1450 braccia sopra il livello del mare Mediterraneo, e intorno a 340 braccia inferiori alla sommità del poggio di Montieri, di cui le Cornate di Gerfalco possono riguardarsi qual contrafforte occidentale.
Il dorso e i fianchi superiori delle Cornate sono formati di pietra viva disposta a scaglia di pesce; la quale consiste per lo più in una calcarea ammonitica color rossiccio che, a luoghi, dallo stato compatto convertesi in una roccia sotto-salina. Infatti il chiaro geologo Paolo Savi trovò in questa montagna uno degli esempii delle alterazioni plutoniane sofferte dalla calce carbonata compatta nei monti della Toscana.
«Se dalla cima delle Carline, ossia dal giogo settentrionale di Gerfalco (il quale è coperto da strati di macigno volti con le loro testate verso la Cornata australe) se da quella cima, diceva il Savi, calasi nella valle o incurvatura intermedia a questi due gioghi, passando sopra le testate di macigno sempre più alterato, si arriva infine sullo schisto galestrino e sul calcare rossastro, da cui la vallatella è formata.» «Risalendo poi sull’opposta costiera della Cornata, incontransi quà e là strati di calcare compatto rossiccio, racchiudenti pezzi stiacciati di selce corneo, divisi da straterelli di schisto argilloso pure rossiccio. Questo calcare perdesi in seguito nella gran massa della Cornata, che sembra quasi tutta formata da un calcare più o meno salino. Sulla cima e dai lati settentrionale e meridionale dello stesso monte vedesi manifetsa la conversione del calcare compatto rossastro in calcare salino o semi -salino.
In quel sito sono frequentissime le impronte ed i modelli di Ammoniti, i quali per il solito si trovano nell’interno del calcare compatto rossastro e nello schisto, da cui sono divisi i suoi strati: ma qualche volta ivi s’incontrano ancora alcune ammoniti convertite in calcare salino. – Sul pendìo meridionale della scoscesa cornata vi è la cava di quel marmo o Broccatello, detto di Montieri, simile a quello della Gherardesca, e che ha servito per ornare il Duomo di Siena.» «Il prossimo poggio di Montieri ha egli pure una simile struttura e formazione; il calcare salino ne forma l’interno, ed in questo calcare si perdono quelli strati di calcare rosso più o meno alluminoso, che gli sono addossati.» (Nuovo Giornale Pisano. N.° 78)
Il dorso e i fianchi superiori delle Cornate sono formati di pietra viva disposta a scaglia di pesce; la quale consiste per lo più in una calcarea ammonitica color rossiccio che, a luoghi, dallo stato compatto convertesi in una roccia sotto-salina. Infatti il chiaro geologo Paolo Savi trovò in questa montagna uno degli esempii delle alterazioni plutoniane sofferte dalla calce carbonata compatta nei monti della Toscana.
«Se dalla cima delle Carline, ossia dal giogo settentrionale di Gerfalco (il quale è coperto da strati di macigno volti con le loro testate verso la Cornata australe) se da quella cima, diceva il Savi, calasi nella valle o incurvatura intermedia a questi due gioghi, passando sopra le testate di macigno sempre più alterato, si arriva infine sullo schisto galestrino e sul calcare rossastro, da cui la vallatella è formata.» «Risalendo poi sull’opposta costiera della Cornata, incontransi quà e là strati di calcare compatto rossiccio, racchiudenti pezzi stiacciati di selce corneo, divisi da straterelli di schisto argilloso pure rossiccio. Questo calcare perdesi in seguito nella gran massa della Cornata, che sembra quasi tutta formata da un calcare più o meno salino. Sulla cima e dai lati settentrionale e meridionale dello stesso monte vedesi manifetsa la conversione del calcare compatto rossastro in calcare salino o semi -salino.
In quel sito sono frequentissime le impronte ed i modelli di Ammoniti, i quali per il solito si trovano nell’interno del calcare compatto rossastro e nello schisto, da cui sono divisi i suoi strati: ma qualche volta ivi s’incontrano ancora alcune ammoniti convertite in calcare salino. – Sul pendìo meridionale della scoscesa cornata vi è la cava di quel marmo o Broccatello, detto di Montieri, simile a quello della Gherardesca, e che ha servito per ornare il Duomo di Siena.» «Il prossimo poggio di Montieri ha egli pure una simile struttura e formazione; il calcare salino ne forma l’interno, ed in questo calcare si perdono quelli strati di calcare rosso più o meno alluminoso, che gli sono addossati.» (Nuovo Giornale Pisano. N.° 78)
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 801.
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