CORNETO DELLA FAGGIUOLA

nella Valle del Savio.

Casale con torre e chiesa parrocchiale (S. Martino) nella Comunità e 8 miglia toscane a grecale di Verghereto, Giurisdizione di Bagno, Diocesi di Sarsina, Compartimento di Arezzo.
È situato sopra un poggio, alla cui base orientale scorre la fiumana Para, fra gli antichi possessi dei nobili della Faggiuola e quelli appartenuti ai monaci del Trivio, ai quali i Faggiuolani servirono un tempo in qualità di giusdicenti, o di vicarj, innanzi che la facessero costà da assoluti padroni.
Un documento del 9 dicembre 1298, proveniente dalla preaccennata badia, ci scuopre quel Ranieri che Dante Alighieri figurò nella bolgia infernale del sangue bollente (INFERNO. Cant. XII) fra quei prepotenti che fecero alle strade tanta guerra: quel Ranieri da Corneto che fu padre del famoso capitano ghibellino Uguccione della Faggiuola. Un atto rogato in S. Martino di Corneto per interesse dell’abbazia del Trivio da una, e i fratelli Uguccione, e Ribaldo figli del fu Ranieri della Faggiuola dall’altra parte, ne mette a portata su di ciò. È un compromesso, pel quale le parti testè nominate si obbligano di stare al giudizio degli arbitri per causa di alcune pretensioni dei Faggiuolani contro i monaci del Trivio. I quali arbitri lodarono, che questi ultimi dovessero pagare ai fratelli Uguccione, Ribaldo e Fondazza figli di Ranieri della Faggiuola lire 900 per le spese da essi fatte all’oggetto di custodire per conto e interesse dell’abate del Trivio il suo castello di Selvapiana e per le provvisioni e salarj, di cui essi erano creditori.
Un’altra conferma che quei Faggiuolani esercitassero l’ufizio dei giusdicenti o di viarj dell’abate del Trivio, si trova in altro istrumento della stessa badia, fatto ai 31 dicembre 1298, col quale l’abate Giunta costituì per sei mesi Uguccione di Ranieri della Faggiuola in vicario delle terre, castella e luoghi tutti del monastero del Trivio, a condizione di rilasciare a quell’ufiziale la terza parte delle multe dovute dai vassalli.
Ma appena Federigo fratello di Uguccione ebbe indossato la cocolla dei Ca maldolensi, fu facile a Uguccione d’installare il germano nella carica di abate del Trivio, per impadronirsi dei possessi della stessa badia, e ritenere a titolo di feudo i paesi, dei quali era stato poco innanzi un mero amministratore.
Infatti col trattato di pace di Sarzana del 1353 a Neri di Uguccione, come seguace dell’arcivescovo Visconti, vennero confermati in proprietà assoluta 72 castella o ville del Trivio e della Massa Trabaria, fra le quali fuvvi anche il castello di Corneto.
La parrocchia di S. Martino a Corneto conta 71 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1833, Volume I, p. 801.