DOCCIA (S. ANDREA A)
nel Val d’Arno fiorentino all’oriente della capitale.
Pieve antica e casale nella Comunità, Giurisdizione e circa 4 miglia a settentrione- maestrale del Pontassieve, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Risiede sul fianco meridionale del monte di Croce alla destra di un canale omonimo tributario del torrente Sieci.
Questa chiesa era di padronato dei vescovi fiorentini sino da quando il vescovo Ildebrando, nel 1018, fra glia altri doni che fece al monastero di S. Miniato al Monte, fuvvi quello del castello di Montalto presso Galiga colla chiesa de’SS. Bartolommeo e Miniato del piviere di S. Andrea a Doccia. La qual donazione nel 1024, non solo fu confermata dall’imperatore Arrigo VI, e dai vescovi Lamberto e Azzo successori dell’Ildebrando, ma venne da questi ultimi aumentata coll’investire i monaci di S.
Miniato anche del giuspadronato della pieve di Doccia, siccome apparisce da una bolla del pontefice Lucio III, data nel 1184. Ciò nonostante non sembra che i prelati fiorentini rinunziassero ai loro diritti sopra i popoli e fedeli della pieve di Doccia, siccome lo danno a vedere le prestazioni di vassallaggio che, nel 19 maggio 1293, gli uomini della pieve di Doccia fecero davanti al sindaco di Andrea vescovo di Firenze; e siccome ne fa prova il diritto di libera collazione che la mensa arcivescovile di Firenze riprese e conserva tuttora sopra questa chiesa plebana e altre di lei suffraganee.
Erano anticamente sue filiali, oltre le superstiti, le seguenti 5 parrocchie soppresse; I. S. Maria e S. Andrea a Novoli; 2. SS. Bartolommeo e Miniato a Montalto; 3. S.
Stefano a Pitella; 4. SS. Michele e Pietro a Strada; 5. SS.
Miniato e Romolo a Monte di Croce.
Quelle che sistono attualmente sono: I. la prioria di S.
Martino a Farneto con l’annesso di Pitella; 2. S. Lorenzo a Galiga con gli annessi di S. Margherita d’Aceraja , già del piviere d’Acone, e quello di S. Bartolommeo a Montalto; 3. La prioria di S. Maria al Fornello; 4. S.
Martino a Sieci.
La parrocchia della pieve di S. Andrea a Doccia novera 563 abitanti.
Risiede sul fianco meridionale del monte di Croce alla destra di un canale omonimo tributario del torrente Sieci.
Questa chiesa era di padronato dei vescovi fiorentini sino da quando il vescovo Ildebrando, nel 1018, fra glia altri doni che fece al monastero di S. Miniato al Monte, fuvvi quello del castello di Montalto presso Galiga colla chiesa de’SS. Bartolommeo e Miniato del piviere di S. Andrea a Doccia. La qual donazione nel 1024, non solo fu confermata dall’imperatore Arrigo VI, e dai vescovi Lamberto e Azzo successori dell’Ildebrando, ma venne da questi ultimi aumentata coll’investire i monaci di S.
Miniato anche del giuspadronato della pieve di Doccia, siccome apparisce da una bolla del pontefice Lucio III, data nel 1184. Ciò nonostante non sembra che i prelati fiorentini rinunziassero ai loro diritti sopra i popoli e fedeli della pieve di Doccia, siccome lo danno a vedere le prestazioni di vassallaggio che, nel 19 maggio 1293, gli uomini della pieve di Doccia fecero davanti al sindaco di Andrea vescovo di Firenze; e siccome ne fa prova il diritto di libera collazione che la mensa arcivescovile di Firenze riprese e conserva tuttora sopra questa chiesa plebana e altre di lei suffraganee.
Erano anticamente sue filiali, oltre le superstiti, le seguenti 5 parrocchie soppresse; I. S. Maria e S. Andrea a Novoli; 2. SS. Bartolommeo e Miniato a Montalto; 3. S.
Stefano a Pitella; 4. SS. Michele e Pietro a Strada; 5. SS.
Miniato e Romolo a Monte di Croce.
Quelle che sistono attualmente sono: I. la prioria di S.
Martino a Farneto con l’annesso di Pitella; 2. S. Lorenzo a Galiga con gli annessi di S. Margherita d’Aceraja , già del piviere d’Acone, e quello di S. Bartolommeo a Montalto; 3. La prioria di S. Maria al Fornello; 4. S.
Martino a Sieci.
La parrocchia della pieve di S. Andrea a Doccia novera 563 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 12.
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