EMA

(Ima).

Torrente volgarmente chiamato fiume, che dà il nome a una vallecola del Val d’Arno fiorentino a ostro-scirocco e a breve distanza dalla capitale. In cotesta vallecola ebbe signoria la casa Buodelmonte; contro la quale Dante per la bocca di Cacciaguida esclamò: Molti sarebber lieti, che son tristi, Se Dio t’avesse conceduto ad’Ema La prima volta ch’a città venusti.
Si apre sul fianco settentrionale del Monte Scalari, nel grado 29° 3′ di longitudine e 43° 39′ di latitudine. Di costassù l’Ema per 2 miglia verso maestrale quindi per altre due miglia torce a ponente, là dove ancor povero di acque passa sotto al primo ponte. A breve distanza di là piega a settentrione e continua nella stessa direzione per circa 6 miglia accrescendosi per via con il contributo che vi spingono i torrenti minori tra i quali, a sinistra il Grassina, e a destra il torrente dell’Antella e del Rimezzano: per sino a che presso la confluenza del Rimezzano passa sotto il secondo ponte.
Di là volgendo nuovamente il suo corso a ponente l’Ema lambisce la base australe del poggio di Monte Ripaldi, e poi di quello di S. Felice a Ema, dove trova il terzo ponte al quale è assai vicino il quarto nuovamente ampliato sulla strada Regia romana alla seconda pietra migliare da Firenze, non più che 10 miglia lungi dalla sua sorgente, e poco innanzi che l’Ema entri nel fiume Greve, fra il Galluzzo e il poggio di Certosa.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 54.