EMA (S. FELICE A)

Chiesa assai decente e vasta, una delle antiche parrocchie suburbane del piviere maggiore di S. Giovanni Battista di Firenze; già prioria, ora prepositura con fonte battesimale, distante due miglia a ostro di Firenze, nella Comunità Giurisdizione e un quarto di miglio a levante del Galluzzo, Diocesi e Compartimento di Firenze.
Risiede alla radice australe del poggio detto Imperiale, sulla ripa destra e quasi di fronte al penultimo ponte dell’Ema.
I priori di S. Felice a Ema sono nominati nelle carte della chiesa fiorentina del X secolo. Sul declinare del secolo XI il vescovo fiorentino Ranieri ne cedé il giuspadronato alle monache di S. Pier maggiore, quando questo monastero trovavasi nel suburbio orientale di Firenze. La qual donazione fu approvata nel 1156 dal vescovo Ambrogio, e, nel 1151 e 1192, dai pontefici Eugenio e Celestino III.
I parrochi di S. Felice a Ema, sin dal secolo XI erano tributari della mensa vescovile, cui pagavano ogni anno due denari in argento, pari a 24 denari di moneta usuale; e ciò per cagione di due pezzi di terra concessi alla chiesa di S. Felice a Ema dal vescovo Gottifredo de’Conti di Capraja. Più tardi in grazia della vistosa sua rendita, questa chiesa fu data in commenda dal pontefice Leone X a Pietro de Luna.
Presso S. Felice a Ema fu trovata un’iscrizione in distici greci spettante a un sepolcro eretto a un cane dal suo padrone; esempio che fu poi imitato dentro Firenze stessa, nel 1530, dall’ambasciatore di Venezia per memoria di un suo cavallo.
S. Felice a Ema conta 1072 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 54.