FATUCCHIO (MONTE) o MONTEFATUCCHIO

(Mons Fatucchius) nel Val d’Arno casentinese.

Casale con pieve (SS. Pietro e Paolo) nella Comunità e 4 miglia toscane a settentrione di Chiusi casentinese, Giurisdizione di Poppi, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
Risiede in poggio fra il torrente Corsalone e la strada provinciale che da Bibbiena guida all’Alvernia, da cui Monte Fatucchio è 3 miglia toscane a settentrione.
Si trova una delle più antiche memorie di Monte Fatucchio e del suo territori nella dotazione fatta nel 1008 agli eremiti di Camaldoli dal vescovo di Arezzo Elemberto, il quale, oltre aver donato loro gran parte di quell’Appennino, vi aggiunse un poderino (manso) posto in Monte Fatucchio dov’era un vigneto fatto piantare in quelle piagge del Corsalone, con l’obbligo ai Camaldolensi di proseguire costà la incominciata coltura e piantagione di vigneti.
Il qual documento sarebbe importante per l’arte agraria e per la meteorologia, se si conoscesse con precisione sino a qual punto dei monti del casentino giungeva la coltivazione delle viti e la maturazione delle uve innanzi che si propagasse per ogni lato il disboscamento dell’Appennino toscano, che ha reso probabilmente più rigido il clima, e quindi più fallace e più rara costà la vegetazione della vite.
Anche in questo casale ebbero signoria gli Ubertini di Arezzo, sotto i quali gli uomini del Comune di Monte Fatucchio formarono i loro statuti (anno 1394), rinnovati e sanzionati li 23 gennajo del 1465, quando quel paese fu incorporato al contado e al governo immediato della Repubblica fiorentina.
Uno degli articoli di questi ultimi statuti prometteva un premio a chi dasse la caccia e uccidesse lupi e orsi, grandi o piccoli, ai quali premj doveva contribuire per la metà il Comune di Monte Fatucchio, e per la quarta parte ciascuno dei Comuni limitrofi di Corezzo e di Frassineta.
(FERD. MOROZZO. Del corso dell’Arno.) La parrocchia de’SS. Pietro e Paolo a Monte Fatucchio novera 212 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 97.