FOSSA MAGNA fra l'Arno e il Serchio

– Ha principio da due capi, e riceve le acque di scolo della pianura di Nodica e di Malaventre, a settentrione della strada Regia di Viareggio, per quindi vuotarle nel lago di Massacciuccoli. – Nel 1136 il Pont. Innocenzo II confermò alla chiesa di S. Niccolò di Migliarino i beni stati ad essa concessi dalla contessa Matilde, i quali dichiara situati fra Montione e la Fossa Magna; comecchè un'altra Fossa Magna diversa da questa di Massacciuccoli esistesse nella pianura meridionale di Pisa alla sinistra dell'Arno, scavata nell'anno 1159, nella lunghezza di 1500 pertiche, dal Comune di Pisa; cioè, Fossam magnam in Leporare a Cornio (f. Scornio) usque prope petrariam Tufi. (TARGIONI, Viaggi, Tom. I).
La bellezza e vastità di questa porzione di pianura piisana, soggetta per altro a restare bene spesso impaludata, ha risvegliato più volte il desiderio di portarvi qualche miglioramento, ma sempre con infelice successo. Uno di questi tentativi fu eseguito nel 1653 nella pianura traversata dalla Fossa Magna di Massacciuccoli per le cure dell'olandese Wander Stract; il quale ottenne dal principe la proprietà del terreno tosto che lo avesse stabilmente bonificato. Egli infatti tentò di prosciugarlo mediante l'intersecazione di frequenti canali e fosse, che attestavano alla Fossa Magna, sperando in tal guisa di poter condurre tutte le acque della pianura interposta, facendovele salire col mezzo dei mulini a vento. Ma due grandi inconvenienti, cioè la forza del vento che fra noi non è regolare come in Olanda, e la qualità del terreno limaccioso e fragilissimo, resero inutili le fatiche di quell'intraprenditore e le enormi spese che assorbirono tutto il patrimonio del progettista; in guisa tale che non è restato a quella palustre pianura altro che il nome di Val di Stratte.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 337.