FRASSINETA nel Val d'Arno casentinese
– Casale con parrocchia (S. Egidio) nel piviere di S. Martino a Gello, Comunità e 6 miglia toscane a settentrione-maestr. di Chiusi casentinese, Giurisdizione di Poppi, Diocesi e Compartimento di Arezzo.
La badia di Prataglia acquistò possessione nel casale di Frassineta fino dai primi tempi della sua fondazione, mentre fu nel 1016 che vennero consegnati a quel monastero alcuni effetti situati nei casali di Gello e di Frassineta.
Nel 1257 gli uomini del territorio di Galeata, traversando il contiguo Appennino, depredarono il casale di Frassineta e altri luoghi del Casentino di pertinenza della badia di Prataglia; dondechè fu spedito un monitorio dal Conservatore Apostolico all'arciprete della pieve di S.
Pietro di Galleata, affinchè i popolani del detto piviere, sotto pena di scomunica, riparassero dentro 15 giorni i danni fatti ai luoghi del mon. di Prataglia.
La villa di Frassineta fu donata nel 1269 da Guglielmo Ubertini vescovo di Arezzo all'Eremo di Camaldoli con tutti i beni e ragioni che la sua mensa aveva nel castello di Seravalle. (ANNAL. CAMALD.) Frassineta cadde in seguito in potere dei Tarlati di Pietramala, ai quali fu tolta nel 1360, dai Fiorentini, mentre le loro truppe assediavano la Terra di Bibbiena.
(M. VILLANI, Cronic. Fior.) La parrocchia di S. Egidio a Frassineta nel 1833 contava 105 abitanti.
La badia di Prataglia acquistò possessione nel casale di Frassineta fino dai primi tempi della sua fondazione, mentre fu nel 1016 che vennero consegnati a quel monastero alcuni effetti situati nei casali di Gello e di Frassineta.
Nel 1257 gli uomini del territorio di Galeata, traversando il contiguo Appennino, depredarono il casale di Frassineta e altri luoghi del Casentino di pertinenza della badia di Prataglia; dondechè fu spedito un monitorio dal Conservatore Apostolico all'arciprete della pieve di S.
Pietro di Galleata, affinchè i popolani del detto piviere, sotto pena di scomunica, riparassero dentro 15 giorni i danni fatti ai luoghi del mon. di Prataglia.
La villa di Frassineta fu donata nel 1269 da Guglielmo Ubertini vescovo di Arezzo all'Eremo di Camaldoli con tutti i beni e ragioni che la sua mensa aveva nel castello di Seravalle. (ANNAL. CAMALD.) Frassineta cadde in seguito in potere dei Tarlati di Pietramala, ai quali fu tolta nel 1360, dai Fiorentini, mentre le loro truppe assediavano la Terra di Bibbiena.
(M. VILLANI, Cronic. Fior.) La parrocchia di S. Egidio a Frassineta nel 1833 contava 105 abitanti.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 342.
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