GORDANA in Val di Magra
– Grosso torrente o fiumana tributaria dal lato destro della Magra, a cui si riunisce sotto la città di Pontremoli. – Nasce la Gordana presso la cima orientale del monte Gottaro sull’estremo confine occidentale della Toscana con la Liguria e col Parmigiano, a una elevatezza di quasi 2800 br. sopra il livello del mare Mediterraneo. Costassù le sue prime fonti prendono il vocabolo di fosso o canale di Gottara , quindi sotto nome (ERRATA: di canal di Cedola) di canal di Codola arrivano davanti al poggio di Zeri, dove acquistano il nome di Gordana, dopo essersi congiunte al canal di Moriccio che dalla Pelata discende nel profondo vallone. Costà sotto Coloretta la Gordana riceve dal lato destro (ERRATA: le acque della Dorgiola) le acque della Borgiola , che scendono dai contrafforti del monte Rotondo, mentre dal lato sinistro si versano nella medesima i rii di Noce e del Fiume, e poco sotto il canale del Groppo Marcio che dal lago del Ghiaraccio ha il suo principio.
Ristretta quivi la Gordana tra monte Colombo che la spalleggia a destra, e i poggi di Pradelinara che le stanno a sinistra, scorre precipitosa e serpeggiante fra profondi burroni conosciuti sotto il nomignolo di Stretti di Giaredo. È questo luogo rinomato per l’ottimo dei vini di Val di Magra, dove al geologo per avventura offre materia di studio il singolare passaggio che ivi apparisce dalla calcarea argillo-silicea ad un bel diaspro macchiato. – Vedere BARGA, Comunità.
Quest’ultimo fenomeno si presenta rimontando la ripa sinistra della Gordana poco innanzi di entrare nelli Stretti di Giaredo, là dove il precipitoso torrente si è aperto un naturale passaggio fra rupi e burroni, dopo aver scalzato a piè della diga gli strati di arenaria e di schisto marnoso- calcareo, mentre altri strati fanno ponte alle acque, e sostengono sul loro dorso i superiori macigni; e ciò fino a che l’impeto delle acque non abbia più estesamente scalzata la base per aprire da cima a fondo un libero varco, nella stessa guisa di quelle chiuse che nei tempi antichi vennero franate ed aperte dalla forza della acque fluenti ad ogni strangolamento di ciascun vallone.
Passati li Stretti di Giaredo, la Gordana accoglie alla sua destra il rio di Torano, detto della Mzemla; il quale deriva da monte Burello sopra il villaggio di Arzellato; quindi, rinchiusa fra i poggi di Vallelonga e di S. Cristofano, la Gordana corre a scaricarsi nella Magra dirimpetto al borgo dell’Annunziata, dopo aver percorso un’cammino di circa 12 miglia da ponente a levante in una pendenza media di 200 braccia per ogni miglio di discesa.
Ristretta quivi la Gordana tra monte Colombo che la spalleggia a destra, e i poggi di Pradelinara che le stanno a sinistra, scorre precipitosa e serpeggiante fra profondi burroni conosciuti sotto il nomignolo di Stretti di Giaredo. È questo luogo rinomato per l’ottimo dei vini di Val di Magra, dove al geologo per avventura offre materia di studio il singolare passaggio che ivi apparisce dalla calcarea argillo-silicea ad un bel diaspro macchiato. – Vedere BARGA, Comunità.
Quest’ultimo fenomeno si presenta rimontando la ripa sinistra della Gordana poco innanzi di entrare nelli Stretti di Giaredo, là dove il precipitoso torrente si è aperto un naturale passaggio fra rupi e burroni, dopo aver scalzato a piè della diga gli strati di arenaria e di schisto marnoso- calcareo, mentre altri strati fanno ponte alle acque, e sostengono sul loro dorso i superiori macigni; e ciò fino a che l’impeto delle acque non abbia più estesamente scalzata la base per aprire da cima a fondo un libero varco, nella stessa guisa di quelle chiuse che nei tempi antichi vennero franate ed aperte dalla forza della acque fluenti ad ogni strangolamento di ciascun vallone.
Passati li Stretti di Giaredo, la Gordana accoglie alla sua destra il rio di Torano, detto della Mzemla; il quale deriva da monte Burello sopra il villaggio di Arzellato; quindi, rinchiusa fra i poggi di Vallelonga e di S. Cristofano, la Gordana corre a scaricarsi nella Magra dirimpetto al borgo dell’Annunziata, dopo aver percorso un’cammino di circa 12 miglia da ponente a levante in una pendenza media di 200 braccia per ogni miglio di discesa.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 471.
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