GUSCIANA, USCIANA, JUSCIANA
(Juxiana), ed una volta, almeno in parte, ARME.
– Questo fiume che è stato reso suscettibile alla navigazione delle piccole barche per circa 10 mesi dell’anno, raccoglie tutte le acque della valle di Nievole che scolano nel vasto bacino del padule di Fucecchio, anticamente conosciuto sotto il nome di Lago o Padule dell'Usciana. Attualmente l’Usciana non è che la continuazione dell'emissario del padule sunnominato; il quale emissario a partire dalle gronde del padule sino alle cateratte, o Calle del Ponte a Cappiano appellasi il Canal Maestro . Dalle Calle di Cappiano in poi il fiume di Gusciana con placido declivio dirigesi da grecale a libeccio rasentando le pendici meridionali dei colli delle Cerbaje di Cappiano, di Poggio Adorno, di Monte Falcone, del Pozzo, di S. Maria al Monte e di Monte Calvoli, per quindi tributare le sue acque nell'Arno alla Bocca d’Usciana, luogo detto il Bufalo. L'Usciana o Gusciana nel suo tragitto di circa sette miglia toscane è cavalcata da 5 ponti; il l.° è il ponte a Cappiano; il 2.° il ponte del territorio di S. Croce, già di Rosajolo, dove fu una torre rammentata da Giov. Villani sotto l'anno 1327; il 3.° è quello del distretto di Castel Franco di Sotto; il 4.° trovasi sulla strada provinciale del Val d’Arno a piè della collina di S. Maria a Monte, che fu rifabbricato ed ampliato nel 1725 sopra i piloni del vecchio ponte di Bibbiano; e finalmente il 5.° cavalca la Gusciana sotto Monte Calvoli. L’Antifosso , che corre quasi parallelo alla Gusciana, dal Ponte a Cappiano sino alla sua bocca in Arno, è opera ordinata dal Granduca Francesco II, e primo dell’Imperiale dinastia regnante, eseguita nell’anno 1740 dal matematico Tommaso Perelli contemporaneamente all'arginazione dell'Arno e dell'Usciana. Finalmente il corso dell’Usciana ricevè un nuovo perfezionamento nel 1774 per ordine del Granduca Leopoldo I dal matematico Pietro Ferroni. Le più antiche memorie superstiti che siano a mia notizia relativamente a questo corso di acque ed ai varii nomignoli, coi quali innanzi il mille le sue diverse sezioni designavansi, sono da vedersi agli articoli ARME, e FUCECCHIO. Ai medesimi può aggiungersi un documento anche più vetusto, relativo alla fondazione della Abazia di Monteverdi, che è dell’anno 754: allorquando Walfredo nobile pisano assegnò a quella badia fra gli altri beni un prato presso il padule di Usciana, e la porzione dei terreni che egli possedeva ad Arsicciola. – Vedere ARSICCIOLI.
Fra le memorie dell'Usciana posteriori al mille ne citerò quattro provenienti tutte dall'Arch. Arciv. di Lucca. Le due prime sono del 1047 e 1068, quando il vescovo lucchese diede ad enfiteusi, e la contessa Beatrice con suo placito sanzionò un’investitura fatta a favore di un conte Guido di alcune possessioni situate nei luoghi di Usciana e nel Vico Auseressore. – Vedere AUSERESSA.
La terza è un istrumento di cessione del 1114, col quale l’esecutore testamentario del conte Ugo figlio del Conte Uguccione de’Cadolingi di Fucecchio investì il vesc. di Lucca della metà dei possessi che il conte prenominato teneva nella diocesi lucchese: fra le quali possessioni si nominano i beni posti sull’Usciana. Finalmente il 4.° documento (ERRATA: è una permuta di alcuni) è una permuta del 1157 di alcuni possessi che la cattedrale di S. Martino aveva in S. Maria a Monte, nel luogo denominato Bibiano inter Araum et Uscianam. Nel documento del 754 di sopra rammentato si chiama la Gusciana col nome di padule piuttosto che di fiume o canale; nella stessa guisa fu appellata nel 1181 da Tolomeo Annalista lucchese, allorchè il Comune di Lucca fece riconoscere come acquisto della Repubblica le terre che erano state colmate e abbandonate dai paduli di Lavane, e dell’Usciana. Che una volta la Gusciana lungo il corso del suo alveo spagliasse per i campi contigui e gli lasciasse coperti di acquitrini, ne abbiamo un riscontro nel nome di Usciana veccchia rimasto ad un antico suo letto fra il ponte di Castel Franco e quello di S. Maria a Monte; e più che altro lo dimostrano le ragioni che indussero il Perelli a proporre l'apertura dell’Antifosso della Gusciana con lo scopo di liberare una vasta estensione di pianura frigida dalle acque che, in inverno specialmente, per la sua depressa situazione costa pigre in grandi e frequenti acquitrini si arrestavano.
Una riprova delle premure usate dal governo di Lucca, allorchè dominava in coteste parti, di liberare dalle innondazioni della Gusciana le adiacenti campagne, fu quella di obbligare nel 1279 le comunità della Val di Nievole a comperare tutti gli edifizii di steccaje, mulini, ed altri ostacoli stati costruiti sopra l’Usciana dagli abitanti delle Terre di Val d’Arno, cioe di Fucecchio, S.
Croce, Castel franco, S. Maria a Monte ecc., e di ordinare sotto pene gravissime, che in avvenire non si potesse più edificare sopra l’Usciana cosa alcuna. Sennonchè dopo essere stata ceduta la Val di Nievole al dominio della Rep.
fiorentina (anno 1339), vennero bentosto rifabbricati mulini e pescaie sullo stesso fiume; e sebbene ott’anni dopo per ordine del governo medesimo tali edifizii fossero disfatti, nondimeno poco dopo simili lavori vennero rimessi in piedi, e poi nuovamente nel 1370 disfatti. Ma nell’anno 1394, in occasione della guerra insorta tra i Pisani e li Fiorentini, con atto di riformagione de’27 aprile di detto anno, la Signoria di Firenze, considerando che per utilità della repubblica era necessario di fortificare e chiudere molti passi, particolarmente dalla parte del Va ldarno di sotto, acciocchè non fossero defraudate le gabelle, e che non entrassero nel territorio fiorentino le società di armati, decretò l'istituzione di un magistrato di cittadini guelfi autorizzato ad ordinare opportune difese. Quindi con altra deliberazione del 4 maggio successivo la Signoria medesima elesse per deputati sopra le fortificazioni da farsi nel Val d’Arno inferiore gli otto Ufiziali di Guardia; i quali con ordine del 16 febbrajo 1395 concederono al Comune di S. Croce facoltà di poter fabbricare e ridurre a modo di fortilizio un mulino ed una pescaja sul fiume Gusciana presso al ponte; colà dove era esistito un consimil edifizio che fu cagione nel 1343 di una fiera mischia fra i diversi popoli della Val di Nievole e i Fucecchiesi da una parte, e quelli di S. Croce, di Castel franco, di S. Maria a Monte e di Montopoli dall’altra. Di varii mulini più volte sulla Gusciana fatti e poi disfatti, e di altre vicende idrauliche della stessa contrada, il lettore troverà maggiori notizie nella Relazione sopra Bella vista dell'abate Grandi; in Targioni-Tozzetti nella sua opera Sopra le cause dell’insulubrità dell’aria di Val di Nievole e nell’Odeporico dell’ab. Lami. – Vedere PADULE DI FUCECCHIO.
Fra le memorie dell'Usciana posteriori al mille ne citerò quattro provenienti tutte dall'Arch. Arciv. di Lucca. Le due prime sono del 1047 e 1068, quando il vescovo lucchese diede ad enfiteusi, e la contessa Beatrice con suo placito sanzionò un’investitura fatta a favore di un conte Guido di alcune possessioni situate nei luoghi di Usciana e nel Vico Auseressore. – Vedere AUSERESSA.
La terza è un istrumento di cessione del 1114, col quale l’esecutore testamentario del conte Ugo figlio del Conte Uguccione de’Cadolingi di Fucecchio investì il vesc. di Lucca della metà dei possessi che il conte prenominato teneva nella diocesi lucchese: fra le quali possessioni si nominano i beni posti sull’Usciana. Finalmente il 4.° documento (ERRATA: è una permuta di alcuni) è una permuta del 1157 di alcuni possessi che la cattedrale di S. Martino aveva in S. Maria a Monte, nel luogo denominato Bibiano inter Araum et Uscianam. Nel documento del 754 di sopra rammentato si chiama la Gusciana col nome di padule piuttosto che di fiume o canale; nella stessa guisa fu appellata nel 1181 da Tolomeo Annalista lucchese, allorchè il Comune di Lucca fece riconoscere come acquisto della Repubblica le terre che erano state colmate e abbandonate dai paduli di Lavane, e dell’Usciana. Che una volta la Gusciana lungo il corso del suo alveo spagliasse per i campi contigui e gli lasciasse coperti di acquitrini, ne abbiamo un riscontro nel nome di Usciana veccchia rimasto ad un antico suo letto fra il ponte di Castel Franco e quello di S. Maria a Monte; e più che altro lo dimostrano le ragioni che indussero il Perelli a proporre l'apertura dell’Antifosso della Gusciana con lo scopo di liberare una vasta estensione di pianura frigida dalle acque che, in inverno specialmente, per la sua depressa situazione costa pigre in grandi e frequenti acquitrini si arrestavano.
Una riprova delle premure usate dal governo di Lucca, allorchè dominava in coteste parti, di liberare dalle innondazioni della Gusciana le adiacenti campagne, fu quella di obbligare nel 1279 le comunità della Val di Nievole a comperare tutti gli edifizii di steccaje, mulini, ed altri ostacoli stati costruiti sopra l’Usciana dagli abitanti delle Terre di Val d’Arno, cioe di Fucecchio, S.
Croce, Castel franco, S. Maria a Monte ecc., e di ordinare sotto pene gravissime, che in avvenire non si potesse più edificare sopra l’Usciana cosa alcuna. Sennonchè dopo essere stata ceduta la Val di Nievole al dominio della Rep.
fiorentina (anno 1339), vennero bentosto rifabbricati mulini e pescaie sullo stesso fiume; e sebbene ott’anni dopo per ordine del governo medesimo tali edifizii fossero disfatti, nondimeno poco dopo simili lavori vennero rimessi in piedi, e poi nuovamente nel 1370 disfatti. Ma nell’anno 1394, in occasione della guerra insorta tra i Pisani e li Fiorentini, con atto di riformagione de’27 aprile di detto anno, la Signoria di Firenze, considerando che per utilità della repubblica era necessario di fortificare e chiudere molti passi, particolarmente dalla parte del Va ldarno di sotto, acciocchè non fossero defraudate le gabelle, e che non entrassero nel territorio fiorentino le società di armati, decretò l'istituzione di un magistrato di cittadini guelfi autorizzato ad ordinare opportune difese. Quindi con altra deliberazione del 4 maggio successivo la Signoria medesima elesse per deputati sopra le fortificazioni da farsi nel Val d’Arno inferiore gli otto Ufiziali di Guardia; i quali con ordine del 16 febbrajo 1395 concederono al Comune di S. Croce facoltà di poter fabbricare e ridurre a modo di fortilizio un mulino ed una pescaja sul fiume Gusciana presso al ponte; colà dove era esistito un consimil edifizio che fu cagione nel 1343 di una fiera mischia fra i diversi popoli della Val di Nievole e i Fucecchiesi da una parte, e quelli di S. Croce, di Castel franco, di S. Maria a Monte e di Montopoli dall’altra. Di varii mulini più volte sulla Gusciana fatti e poi disfatti, e di altre vicende idrauliche della stessa contrada, il lettore troverà maggiori notizie nella Relazione sopra Bella vista dell'abate Grandi; in Targioni-Tozzetti nella sua opera Sopra le cause dell’insulubrità dell’aria di Val di Nievole e nell’Odeporico dell’ab. Lami. – Vedere PADULE DI FUCECCHIO.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 566.
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