ISOLA nel Val d’Arno superiore

– Molti luoghi quantunque in mezzo al continente, ma che sono, o che furono una volta isolati dalle acque correnti di una fiumana o da un lago palustre che li circondò, appellaronsi Isola. Tale esser doveva questa del Val d’Arno superiore lungo la stretta gola dell’Arno fra Rignano e l’Incisa, nel popolo di S. Salvatore al Leccio, Comunità e 3 miglia toscane a maestrale di Reggello, Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
Nel piano di quest’Isola fu innalzata nei bassi tempi una villa, o resedio in forma di fortilizio, posseduta dalla nobile famiglia Pepi di Firenze col titolo antonomastico d’Isola.
Si trova qualche menzione di quest’Isola, e di un mulino stato ivi edificato nel secolo XI, in un contratto celebrato nel Castello di Cetina vecchia li 14 Ottobre 1097, appartenuto alla badia di Monte Scalari, e pubblicato dal Manni nei suoi Sigilli antichi.
Di data più recente, ma forse di maggiore importanza storica, è una particola di testamento rogato in Firenze nel popolo de’SS. Apostoli, li 24 febbrajo 1368, col quale Naldino del fu Niccolò degli Altoviti di detta città, per l’anima sua e di donna Soave del fu Baldo d’Auguglione, vedova di Bardo di Niccolò Altoviti e cognata del teslatore, della quale era stato erede, lasciò al monastero delle recluse di S. Marta a Montughi un podere con casa sopra e terre lavorative, posto nel popolo di S. Salvatore a Leccio, in luogo detto Cafaggio. Di più vi aggiunse due altre prese di terra situate in detto popolo nell'Isola d’Arno, ec. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte del Mon. di S.
Marta a Montughi).
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 581.