LAGO (VILLA DEL) o DI COLLE MIGNOLE
sotto la Valombrosa.
– Villa in mezzo a una selva di abeti, designata col nome di Colle Mignole nel popolo di S.
Miniato a Bibbiano, piviere di Diacceto, Comu nità e circa 4 miglia toscane a levante di Pelago, Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
La Villa del Lago è posta fra il monte di Valombrosa e la Consuma, sulla ripa sinistra del torrente Vicano di S.
Ellero , in una selva ch’era posseduta e riservata alla caccia dei principi di casa Medici, alienata in seguito ai Bertolini, e da questi venduta ai monaci di Valombrosa.
In tanta distanza di tempi e senza speciali indicazioni e confronti non vi è fondamento da poter a questo luogo di Lago riferire un istrumento dell’anno mille citato dall’abate P. L. Galletti nel suo Ragionamento sull’origine della Badia fiorentina, a pag. 149. Trattasi della donazione fatta alla Badìa fiorentina di una corte posta a Bibbiano, altrimenti detta Calcinaria, ch’era nel circondario della pieve di S. Giovanni , la qual corte dichiarasi situata nella contrada del Lago.
Il trovare questa corte del Lago in un’erta pendice di monte, dove sembra difficile che siasi formato un ristagno naturale di acque, per quanto lo dia a credere anche il nome di Pelago, conservato a villaggio situato 5 miglia toscane più sotto; il sapere che il convento del Bosco ai Frati in Mugello, detto anche del Lago, si appellò prima di tutto della Selva , sotto il qual ultimo vocabolo trovasi più volte indicato, questi ed altri riflessi danno motivo di sospettare, che molti luoghi di poggio, contrassegnati col vocabolo di Laghi, fossero selve, o Luchi piuttosto che Laghi, e che i copisti delle antiche carte originali potendo facilmente scambiare l’u in a, trascrivessero Laco o Lacu, per Luco, o Lucu.
Miniato a Bibbiano, piviere di Diacceto, Comu nità e circa 4 miglia toscane a levante di Pelago, Giurisdizione del Pontassieve, Diocesi di Fiesole, Compartimento di Firenze.
La Villa del Lago è posta fra il monte di Valombrosa e la Consuma, sulla ripa sinistra del torrente Vicano di S.
Ellero , in una selva ch’era posseduta e riservata alla caccia dei principi di casa Medici, alienata in seguito ai Bertolini, e da questi venduta ai monaci di Valombrosa.
In tanta distanza di tempi e senza speciali indicazioni e confronti non vi è fondamento da poter a questo luogo di Lago riferire un istrumento dell’anno mille citato dall’abate P. L. Galletti nel suo Ragionamento sull’origine della Badia fiorentina, a pag. 149. Trattasi della donazione fatta alla Badìa fiorentina di una corte posta a Bibbiano, altrimenti detta Calcinaria, ch’era nel circondario della pieve di S. Giovanni , la qual corte dichiarasi situata nella contrada del Lago.
Il trovare questa corte del Lago in un’erta pendice di monte, dove sembra difficile che siasi formato un ristagno naturale di acque, per quanto lo dia a credere anche il nome di Pelago, conservato a villaggio situato 5 miglia toscane più sotto; il sapere che il convento del Bosco ai Frati in Mugello, detto anche del Lago, si appellò prima di tutto della Selva , sotto il qual ultimo vocabolo trovasi più volte indicato, questi ed altri riflessi danno motivo di sospettare, che molti luoghi di poggio, contrassegnati col vocabolo di Laghi, fossero selve, o Luchi piuttosto che Laghi, e che i copisti delle antiche carte originali potendo facilmente scambiare l’u in a, trascrivessero Laco o Lacu, per Luco, o Lucu.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 623.
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