LECCIA, o LECCIO nei Monti livornesi
– Villa signorile di casa Sproni nella parrocchia di Salviano, Comunità Giurisdizione e Diocesi di Livorno, Compartimento di Pisa.
È situata sulle estreme pendici occidentali dei Monti livornesi fra la strada maestra di Salviano per Val Benedetta e la spiaggia dell'Ardenza.
Varii documenti pisani appellano a questo luogo di Leccia, dove ebbero podere i canonici della cattedrale di Pisa, come apparisce da una bolla ad essi diretta dal Pontefice Adriano IV li 9 giugno 1156.
Con più precisione si rammenta questo casale in un contratto delle monache di Tutti i Santi di Pisa celebrato nella chiesa di quel monastero li 6 settembre 1360 (stile pisano), col quale le stesse claustrali allogarono per nove anni ad Antonio di Ugolino da Livorno dimorante in Pisa tutti i poderi, pascoli e terreni posseduti dal loro monastero nei confini di Livorno, di Olivete, di Salviano, di Leccio, di Trègolo e di Plasciano, contro l'annuo fitto di staia 54 di grano, e lire 19 di denari pisani. – (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte di S. Lorenzo alla Rivolta).
È situata sulle estreme pendici occidentali dei Monti livornesi fra la strada maestra di Salviano per Val Benedetta e la spiaggia dell'Ardenza.
Varii documenti pisani appellano a questo luogo di Leccia, dove ebbero podere i canonici della cattedrale di Pisa, come apparisce da una bolla ad essi diretta dal Pontefice Adriano IV li 9 giugno 1156.
Con più precisione si rammenta questo casale in un contratto delle monache di Tutti i Santi di Pisa celebrato nella chiesa di quel monastero li 6 settembre 1360 (stile pisano), col quale le stesse claustrali allogarono per nove anni ad Antonio di Ugolino da Livorno dimorante in Pisa tutti i poderi, pascoli e terreni posseduti dal loro monastero nei confini di Livorno, di Olivete, di Salviano, di Leccio, di Trègolo e di Plasciano, contro l'annuo fitto di staia 54 di grano, e lire 19 di denari pisani. – (ARCH.
DIPL. FIOR. Carte di S. Lorenzo alla Rivolta).
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 669.
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