LINARI (ABAZIA DI)
in Val di Magra.
– Antica badia di Benedettini dedicata a S. Salvatore e S. Bartolommeo, la quale diede il nome all’Alpe di Linari sulla sommità dell'Appennino circa 8 miglia a maestro di Fivizzano, dove esistono le sue rovine, nella parrocchia di Crespiano, Comunità e Giurisdizione di Fivizzano, Diocesi di Pontremoli, gia di Luni-Sarzana; Compartimento di Pisa.
Risiedono le sue rovine sopra un giogo posto fra l'Alpe di Camporaghena e Monte Orsajo, nell'estremo confine della Toscana con il Ducato di Parma, fra le più alte sorgenti della Secchia e dell'Enza .
Di questa badia di Linari trovasi forse la prima ricordanza in un privilegio dell'Imperatore Arrigo IV del 1077 a favore dei marchesi Ugo e Folco di casa d'Este, cui confermò, fra gli altri feudi di Lunigiana, anche il giuspadronato della badia di S. Salvatore di Linari.
Più tardi la stessa badia è rammentata nei Registri romani di Cencio Camerario sotto la Diocesi di Luni.
Molte membrane di questa badia pervennero nell'Arch.
Dipl. Fior. dal convento di S. Giovanni Battista degli Agostiniani di Fivizzano, cui il monastero di Linari insieme con i suoi beni fu ammensato dal Pontefice Gregorio XIII mediante bolla del primo ottobre 1583.
Fra quelle scritture, la più antica delle quali è dei 3 aprile 1207, esiste un istrumento dei 18 aprile 1228, rogato in Linari col quale l'abate ed i monaci diedero ad enfiteusi perpetua a due individui di quel luogo le terre e case della loro badia poste a Camporaghena per l'annuo canone di staia 6 di grano.
Con istrumento dei 15 settembre 1342, celebrato in Parma, l'abate di Linari a nome del suo monastero affittò al milite Niccolò del fu Ghiberto da Coreggio di Parma diversi terreni posti a Bagnone per l'annuo tributo di lire 103 e soldi due.
All'articolo GROPPO S. PIERO si rammentò l'elezione fatta di un sindaco per dar fine ad alcune vertenze fra quella comunità e l'abate e monaci di S. Bartolommeo di Linari a cagione di confini territoriali.
Con bolla dei 14 maggio 1477 il Pontefice Sisto IV elesse in abate commendatario del monastero medesimo il rettore della chiesa di S. Giorgio a Comano: e con privilegio dei 13 aprile 1508 il Pontefice Giulio II destinò in abate commendatario di Linari Pietro Angelo di Simone da Spizzano pievano di S. Pietro a Offiano della Diocesi di Luni. Fu poi ad istanza del nuovo abate di Linari, che lo stesso Giulio II con bolla dei 3 dicembre 1510 minacciò l'interdetto agli usurpatori dei beni di quel monastero se dentro un termine assegnato non li restituivano. – Con bolla dei 20 marzo 1529 (ERRATA : Clemente VIII) ClementeVII elesse in abate commendatario di Linari Giovanni d'Jacopo da Spizzano; contro il quale abate la comunità di Linari mosse lite, pendente in Roma nel 1543, a motivo dei beni di una cappella posta nella pieve di S. Pietro a Offiano. – Finalmente il Pontefice Gregorio XIII con bolla spedita da Frascati il primo ottobre del 1583, soppresse il monastero di Linari, aggregando i beni e gli oneri alla chiesa e convento di S. Giovanni Battista dei Frati Agostiniani in Fivizzano.
Risiedono le sue rovine sopra un giogo posto fra l'Alpe di Camporaghena e Monte Orsajo, nell'estremo confine della Toscana con il Ducato di Parma, fra le più alte sorgenti della Secchia e dell'Enza .
Di questa badia di Linari trovasi forse la prima ricordanza in un privilegio dell'Imperatore Arrigo IV del 1077 a favore dei marchesi Ugo e Folco di casa d'Este, cui confermò, fra gli altri feudi di Lunigiana, anche il giuspadronato della badia di S. Salvatore di Linari.
Più tardi la stessa badia è rammentata nei Registri romani di Cencio Camerario sotto la Diocesi di Luni.
Molte membrane di questa badia pervennero nell'Arch.
Dipl. Fior. dal convento di S. Giovanni Battista degli Agostiniani di Fivizzano, cui il monastero di Linari insieme con i suoi beni fu ammensato dal Pontefice Gregorio XIII mediante bolla del primo ottobre 1583.
Fra quelle scritture, la più antica delle quali è dei 3 aprile 1207, esiste un istrumento dei 18 aprile 1228, rogato in Linari col quale l'abate ed i monaci diedero ad enfiteusi perpetua a due individui di quel luogo le terre e case della loro badia poste a Camporaghena per l'annuo canone di staia 6 di grano.
Con istrumento dei 15 settembre 1342, celebrato in Parma, l'abate di Linari a nome del suo monastero affittò al milite Niccolò del fu Ghiberto da Coreggio di Parma diversi terreni posti a Bagnone per l'annuo tributo di lire 103 e soldi due.
All'articolo GROPPO S. PIERO si rammentò l'elezione fatta di un sindaco per dar fine ad alcune vertenze fra quella comunità e l'abate e monaci di S. Bartolommeo di Linari a cagione di confini territoriali.
Con bolla dei 14 maggio 1477 il Pontefice Sisto IV elesse in abate commendatario del monastero medesimo il rettore della chiesa di S. Giorgio a Comano: e con privilegio dei 13 aprile 1508 il Pontefice Giulio II destinò in abate commendatario di Linari Pietro Angelo di Simone da Spizzano pievano di S. Pietro a Offiano della Diocesi di Luni. Fu poi ad istanza del nuovo abate di Linari, che lo stesso Giulio II con bolla dei 3 dicembre 1510 minacciò l'interdetto agli usurpatori dei beni di quel monastero se dentro un termine assegnato non li restituivano. – Con bolla dei 20 marzo 1529 (ERRATA : Clemente VIII) ClementeVII elesse in abate commendatario di Linari Giovanni d'Jacopo da Spizzano; contro il quale abate la comunità di Linari mosse lite, pendente in Roma nel 1543, a motivo dei beni di una cappella posta nella pieve di S. Pietro a Offiano. – Finalmente il Pontefice Gregorio XIII con bolla spedita da Frascati il primo ottobre del 1583, soppresse il monastero di Linari, aggregando i beni e gli oneri alla chiesa e convento di S. Giovanni Battista dei Frati Agostiniani in Fivizzano.
Riferimento bibliografico:
E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 701.
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