LIZZANO

in Val di Lima.

Villa un dì castello con antica pieve (S. Maria Assunta) già capoluogo della Montagna pistojese, attualmente compreso nella Comunità e Giurisdizione di San Marcello, dalla qual terra il villaggio di Lizzano è circa 3 miglia a settentrione, nella Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze.
Trovasi sull’antica strada maestra che per Lizzano varcava l’Appennino di Cutigliano e del Frignano donde dirigevasi verso Modena. Posava il castello sulla vetta di un poggio di schisto argilloso la di cui base dal lato di ponente a maestro è bagnata dal torrente Volata, e da ponente a libeccio dal fiume Lima.
Non è questo paese da confondersi con altro Lizzano posto sul rovescio dello stesso Appennino; molto meno con la Selva Litana della Gallia cispadana, designata da Tito Livio (Historia Romana. Libro XXII); imperocché questa conviene rintracciarla fra i Galli Boj e quello si trova nel territorio bolognese. Altronde a Lizzano nel Frignano, e alla sua corte applicare devesi una donazione fatta nel 776 da Carlo Magno alla badia di Nonantola, confermata negli anni 859 e 879 dagli’imperatori Lodovido e Carlo Manno, suoi successori.
Senza dubbio alla corte di S. Maria di Lizzano pistojese riferisce un diploma concesso nel 25 febbrajo 997 dall’imperatore Ottone III al vescovo di Pistoja, convalidato nel 4 luglio 1155 dall’imperatore Federigo I, nonché dai pontefici Urbano IV, nel 1090, Pasquale II nel 1105, e da altri papi e imperatori.
In grazia di quello i vescovi di Pis toja, pare che oltre i diritti ecclesiastici nei secoli intorno al mille esercitassero sopra Lizzano un qualche diritto baronale : E infatti troviamo che, nel secolo XIV, era di loro dominio diretto il corso di acque ad uso del molino di Lizzano. La qual cosa può desumersi da un lodo del 15 aprile dell’anno 1343, pronunziato in Pistoja dal vescovo Baronto per terminare una controversia tra Lottino di Lotto ed altri Cutiglianesi e Lizzanesi da una parte, e il comune e vicinanza di Pratale, villa di Lizzano, dall’altra, a cagione dell’uso del mulino di Lizzano, stato affittato dalla mensa vescovile al detto Lotto per il canone annuo di 26 mine di farina di castagne. (ARCH. DIPL. FIOR. Carte dell’Opera di S. Jacopo di Pistoja .) Ma ben presto Lizzano, in grazia della sua posizione centrale della Montagna pistojese, divenne il paese principale dell’Appennino, e la residenza del giusdicente o capitano, che dicevasi della Montagna, nel modo che la parrocchia di Lizzano già lo era di un esteso piviere, i di cui limiti sembra che abbiano servito di norma anche al suo distretto civile.
Che dal paese di Lizzano anticamente passasse la strada maestra modenese non cade dubbio, avvegnaché visibili si conservano gli avanzi della sua antica massicciata. Ma quando essi più non vi restassero, sono rimasti i capitoli stabiliti nello spedaletto di Val di Lamula, li 24 novembre dell’anno 1225, mercé cui gli ambasciatori del Comune di Modena e quelli del Comune di Pistoja convennero reciprocamente di mantenere libero il passeggio delle strade nei respettivi territori. Per questi adunque si obbligarono le parti a rifare di nuovo, oppure a risarcire e mantenere praticabile la strada che da Pistoja conduceva fino a Modena passando per Lizzano e per il Frignano; cioè per la Valle di Lamula, Serrazzano, Trentino, Ricchetta, Valdi Sasso, e per Paullo, fino a Balugola e a Modena, oppure per altri luoghi, per i quali una delle due Comunità credesse bene di farla passare; obbligandosi le respettive parti di mantenere la stessa via in buon grado e sicura per tutto il loro contado, senza esigere alcun nuovo dazio o passeggeria. (MURATORI. Ant. M. Aevi.) Fu eretto in Lizzano nel 1433 per comodo dei pellegrini un ospedale (S. Jacopo), soppresso nel secolo XVIII, quando i suoi beni furono assegnati alle monache esistite in Lizzano e di là traslocate in S. Pier Maggiore di Pistoja dopo la rovina di quel paese. – Cotesta sventura accadde nel dì 26 gennajo 1814, allorché, senza anteriori accidenti, si videro, a poco a poco le mura di diverse abitazioni squarciarsi, avvallarsi, rovinare, e finalmente venire trascinate col sottostante suolo a molta distanza dalla primiera loro posizione : e ciò nell’atto in cui restarono ostrutte e sparirono otto sorgenti perenni che fluivano intorno al paese. La parte del poggio sopra cui giaceva Lizzano, franando precipitò nella valle dal lato di ponente, in guisa che per la sua mole rovinò il sottostante ponte che cavalcava la Lima, e si formò costà un’altra steccaja al corso del fiume.
In quanto all’estensione distrettuale della Comunità di Lizzano, all’articolo CUTIGLIANO (vol. 1. Pag. 839), si riportarono le parole di un documento del 1255 atte a dimostrare che il territorio di Lizzano si estendeva fino alla sommità dell’Appennino del Corno alle Scale, dove toccavasi col territorio modenese del Frignano. Tale si mantenne nel secolo susseguente inoltrato, siccome lo dà a divedere un lodo pronunciato in Pistoja li 28 gennajo dell’anno 1362, dietro compromesso fatto per terminare una differenza tra Andrea di Alamanno de’Medici da una parte, e il comune e vicinanza di Cutigliano, distretto di Lizzano e contado di Pistoja , dall’altra. Nel qual lodo fu deciso che il comune di Cutigliano pagasse al già nominato Andrea di Alamanno de’Medici lire 66. 13, 4, dovutegli fino da quando egli esercitava l’ufizio di capitano della Montagna di Pistoja . – (ARCH. DIPL.
FIOR. Carte dell’Opera di S. Jacopo di Pistoja .) All’articolo testé citato (pag. 840), fu detto, che fino al 1419, la chiesa parrocchiale di Cutigliano continuò a far parte del piviere di Lizzano, comecché il suo distretto un secolo innanzi, non solo faceva corpo di comunità, ma sembra che divenisse anche residenza del capitano della Montagna. La causa del traslocamento costà del tribunale di Lizzano, è invalsa tradizione che fosse quella di un tumulto popolare insorto, per cui quegli uomini assalirono il pretorio, e gettarono dalle finestre quel giusdicente per aver abusato del suo potere verso un’onesta quanto avvenente e ben nata giovinetta.
La pieve di S. Maria Assunta a Lizzano aveva i suoi canonici, ossia cappellani curati: siccome lo dà a conoscere, fra gli altri, un attestato del 27 settembre 1283 fatto in Lizzano, per asserire, qualmente un tal Riguccio di Diodato confinato pistojese si era presentato, a forma degli ordini del podestà di pistoja, al prete Togno, canonico della pieve di Lizzano.
Il pievano di Lizzano aveva inoltre sotto la sua giurisdizione gli oratori pubblici di S. Maria nella villa di Lancisa ; di S. Giovanni a Cella o a Petreto; di S. Andrea a Pratale, oltre la distrutta chiesa di S. Francesco e S.
Domenico delle monache Clarisse, rovinata nel 1814.
Il popolo della pieve di S. Maria di Lizzano nel 1833 contava 797 abitanti.
Riferimento bibliografico:

E. REPETTI, Dizionario geografico fisico storico della Toscana, 1835, Volume II, p. 795.